Settembre IX

116 8 1
                                    

Tom tornò a casa svogliatamente, aprì la porta d'ingresso lentamente per non far rumore e si rifugiò in camera sua. Ogni traccia di rabbia era sparita per lasciare spazio solo ad un'immensa tristezza, un vuoto nel cuore che solo un sorriso di Bill avrebbe potuto riempire.
"Quante cazzate che gli ho detto...Non è vero...Non è vero! Non è vero che ti odio, non è vero che stai mandando tutto a puttane, non è vero che ci manchi di rispetto! Ho bisogno di te Billy...Ho bisogno della tua presenza..."
Bussò alla porta marrone del gemello, sperando che gli aprisse presto da un lato, e dall'altro che non lo facesse mai, impaurito dalla sua possibile quanto giustificata reazione. Non sentì alcun rumore, si avvicinò di più al legno appoggiandovi l'orecchio ma ancora nulla. Iniziò a preoccuparsi.

-Bill...? Bill sono io, Tom. Scusami per prima io...ti prego aprimi. Ci sei?
Nessuna risposta, zero assoluto.
-Bill? Bill?! Bill!!!!
Ancora nulla. Il ragazzo aprì la porta di scatto, trovando la stanza stranamente vuota.
-BILL?!

"Merda, merda merda merda, merda! E ora dove cazzo è?!"

Telefonò più volte, e più volte non ottenne risposta. Il ragazzo iniziava a respirare con difficoltà, dimenticò all'istante tutte le litigate a i rancori dei giorni precedenti, per lasciar posto solo a un'incommensurabile preoccupazione e insicurezza insita in ogni parte del suo corpo. 
"Bill..Bill..Dove sei? Dove sei?"
Finalmente Tom sentì la tanto amata canzone "The trooper" degli Iron Maiden che l'anno prima aveva scelto come suoneria, guardò con ansia lo schermo del cellulare:
Billy🤘
Perse un battito, poi con il pollice tremante spinse il pulsante verde.
-Bill! Bill dove cazzo sei?

Silenzio, un silenzio straziante, l'unico suono udibile dal ragazzo era un cinguettio debole eppure assordante.
-Bill mi dispiace tanto, non intendevo dirti quelle cose...io...
Venne interrotto da un sussulto e dei gemiti.
-BILL?! Bill che ti succede? Ti prego dimmi dove sei?
Nessuna risposta, solo l'insopportabile frastuono di una moto in partenza.
Tom iniziò a piangere silenziosamente, respirando a fatica, sentendo solo una qualche forza oscura che gli strappava il cuore dal petto. Mise in vivavoce, lasciò il telefono per terra accanto a sè e si rannicchiò con la testa sulle ginocchia. Pianse, pianse forte e a lungo fino a che gli occhi lo poterono sopportare. Finchè il sonno non prese il sopravvento sulla sua debole e frantumata determinazione, addormentandosi in quella posizione, appoggiato al muro della camera del suo amato caro dolce fratellone.

 Finchè il sonno non prese il sopravvento sulla sua debole e frantumata determinazione, addormentandosi in quella posizione, appoggiato al muro della camera del suo amato caro dolce fratellone

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora