Gennaio XVI

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Tom guardò Georg, al suo fianco, che gli stringeva la mano con fare rassicurante ma velatamente minaccioso. Deglutì, abbassò lo sguardo sentendo gli del ragazzo occhi puntati sulla sua figura, si lasciò trascinare per le vie sconosciute fino ad arrivare davanti un portone.
-Tom, cos'è successo?
Sussurrò il ragazzo avvicinando il suo viso a quello di Tom, gli accarezzò la guancia.
-Bill è tornato...
Respirò a fondo.
-È tornato e...e non so come fare, sembra stare bene ma io non sto bene e ho paura che lui lo sappia, poi gli ho urlato contro, ero arrabbiato ma ora non sono arrabbiato, non più...
-Tom calmo, calmati. Senti...io ti conosco, ok? Sei troppo buono, nei confronti di tutti! Il fatto che fossi arrabbiato è giustificabile, assolutamente! Lui ti ha lasciato solo e...non si è nemmeno preoccupato di non farti soffrire, non ti ha lasciato nulla se non tanto, tanto dolore. Quindi non devi smettere di essere arrabbiato, non devi.

Tom accese lo schermo del telefono, notò i messaggi insistenti, le svariate chiamate perse, le preghiere del fratello.
"Dove sei Tom??? Torna indietro perfavore! Ohi perchè non rispondi??"
Georg prese il viso di Tom.
-Ehi...no, dai, non piangere. Forza, dammi il telefono un attimo.
Lo prese in mano e con una mossa veloce bloccò il contatto di Bill. Giustificò immediatamente il suo gesto all'espressione pietrificata di Tom.
-Lui ti fa piangere, prenditi del tempo. Lascia correre...e vedrai che andrà tutto bene.
"Prendermi del tempo? Lasciar correre? E perchè? Solo perchè lui mi fa piangere? No!"
-Georg...N-no...
Si allontanò di un passo, riprese il telefono con uno scatto veloce e si asciugò le lacrime.
-No...!
-Tom!
Il ragazzo lo raggiunse bloccandogli il polso.
-Ti prego Tom. Stai fermo e ascoltami, io so meglio di te cosa bisogna fare.
La sua voce era ferma e imperativa, Tom non ebbe alcuna scelta se non ascoltare quello che lui aveva da dire, ascoltare e tacere, tacere e obbedire, obbedire e soffrire, soffrire e piangere in silenzio ancora, ancora e ancora.

-Tom...cosa vuoi fare?
"Nulla...in realtà"
-Non so, dormire.
"Dormire? No, non voglio dormire, so che non riuscirò a dormire. Ho bisogno dei sonniferi, di tanta, tanta stanchezza fisica, di pochi pensieri, della tua assenza per dormire"
-Ok, puoi dormire di là allora.
Disse Georg indicando la camera da letto con un dito.
-No. Dormo qui.
Gli rispose invece Tom posandosi silenziosamente sul divano.
-E perchè?
-Perchè...Georg, fra noi è finita, ricordi?
Lui serrò la mascella, la rabbia gli invase gli occhi che si illuminarono in un rosso luccichio.
-Non è finita!
-Sì...m-mi dispiace.
Si avvicinò, gli prese entrambi i polsi, lo guardò negli occhi, strattonò la sua anima già spaventata.
-Non ti azzardare...
In un secondo annullò la distanza fra le loro labbra, fiondandosi su quelle di Tom, disintegrando ogni piccola speranza del ragazzino.

Tom aprì gli occhi di scatto, vide la luce invadere la stanza, era giorno. Prese il telefono quasi del tutto scarico:
8:21.
-Sono da Georg, vienimi a prendere. Ora.

Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Where stories live. Discover now