Gennaio VI

28 4 0
                                    

49,2.
Era dimagrito.
Era passata solo una settimana, solo sette miseri giorni, giorni di digiuni, di notti passate accanto alla tazza cercando di vomitare, giorni crudeli di sigarette e birra, di tentazioni.
Tentazioni pericolose, dolorose.
"No...non lo farò. Non mi lascerò andare, non cadrò, non mi perderò nel buio che ha tormentato Bill. Non cederò"
Eppure Tom si stava già perdendo, stava già cedendo nei meandri della sofferenza, solo che non se ne rendeva conto. Quel vomitare ogni giorno era un modo per scaricare la rabbia, per evitare di farsi del male; ma così Tom si faceva del male, si distruggeva non chiedendo aiuto, si dilaniava dall'interno sopprimendo il suo sentirsi abbandonato.

"Io posso diventare forte"
Questo si diceva, provava a crederci, sbatteva la testa al muro, si graffiava, vomitava. Provava a crederci.
"Io posso sopravvivere senza di lui, io sopravviverò"
Se ne convinceva, si distruggeva. Era come rapito in quel girone infernale che lo attirava sempre più in fondo, lo rapiva, schiacciava.


Gli venne servito il cibo in camera, lo portarono in un piatto di ceramica con dei rosei fiori, una forchetta di plastica e un cucchiaio di metallo. All'interno del piatto vi erano delle patate pallide e della carne rossastra, tutto poco invitante. Ma forse era Bill a percepire quell'ambiente in modo negativo, forse era la sua volontà di essere libero (eppure prigioniero) fuori di lì. Mangiò, non uscì dalla camera, non fece nulla, non ce l'avrebbe fatta in ogni caso. I giorni successivi fece i primi passi fuori dalla stanza, trovando un corridoio dalle verdi pareti, tante porte e una scala; non si spinse più in là.
Dalla camera singola in cui si trovava lo trasferirono in una con altri ragazzi, tutti più o meno della sua età tranne un ragazzino, più piccolo.
"Sono tutti qui per il mio stesso motivo..."

-Io? Bill...
-Beh, io mi chiamo Zack! Da quanto sei qui?
-Ehm...quattro giorni.
Il ragazzo sembrò rimanerne quasi scioccato.
-DAVVERO?! Io sono qui da un mese e mezzo!
"Un mese e mezzo? Vuol dire che c'è la possibilità che io rimanga chiuso in questa merda per così tanto tempo?
E Tom? Avrà trovato la lettera che gli ho lasciato? L'avrà letta? Sì...l'ha letta sicuramente. Cosa starà pensando? Cosa starà passando?"

Dal quinto giorno Bill iniziò a consumare i pasti in mensa, dove aveva la possibilità di scambiare due parole con i ragazzi come lui.
La vera novità però...arrivò insieme allo psicologo che si presentò nella camera.
-Bill, vieni, oggi iniziamo.

48,5.
"Peso troppo poco. Forse dovrei smettere di vomitare, forse...No, non ce la faccio"
48,1.
"È una settimana e mezzo ormai..."
47,2.
"Queste due settimane sembrano passate così...lentamente..."
45.
Si guardò allo specchio, vide le sue braccia finissime, scheletriche, il suo viso smunto dalla fame, le sue labbra screpolate e scarne, le sue guancia pallide, le sue costole così inquietantemente evidenti...Si girò verso la tazza e vomitò ancora.
44,7.
44,3.
"Tre settimane e mezzo"
43,2.
"Bill...fra quanto torni?"

Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora