Novembre XII

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Era un giorno freddo, il cielo era coperto da grigie, imponenti nuvole, che non facevano altro che aumentare l'oppressione, la malinconia di quella mattina. Il funerale. Si mise un completo nero, semplice, due soli anelli, regalatigli entrambi dalla madre. Era pronto, pronto a dirle addio. Era pronto.No. Non sarebbe mai stato pronto a dirle addio, non... non poteva. Si fece coraggio e uscì dalla stanza, mentre nel salone lo attendevano Tom e Gordon. Scese lentamente le scale, senza guardarli, poi tutti uscirono.


Il cimitero, la bara che veniva lentamente interrata. Tutti i familiari che piangevano, gli amici con gli occhi rossi, lucidi. Piangevano, tutti pensavano alla povera Simone, alla macchina che le aveva tagliato la strada, a quel suo ultimo viaggio finito male. Tutti pensavano alla giovane vita di Simone, che veniva portata via, verso le tenebre. L'inizio di qualcosa di nuovo, per alcuni. La fine di tutto, per altri. La pace eterna, il nulla.

Tutti i parenti piangevano, tranne Bill. Non ci riusciva, non voleva. Sentiva gli sguardi di disprezzo di coloro che gli stavano attorno. I pettegolezzi. "povera Simone, guarda che figlio si è ritrovata". Come se non le avesse voluto bene, come se non ci tenesse davvero alla madre! Ma... lei lo sapeva, lo sapeva vero? Sapeva quanto bene gli voleva Bill? Lo sapeva?!

Per forza lo sapeva, dai, doveva saperlo! Doveva.

Un'altra fitta lo pervase, un dolore strano, prepotente, che lo attanagliava ogni volta che pensava alla madre. Ogni volta un dolore che lo distoglieva da tutto il resto. Un qualcosa che lo tratteneva a pensare, gli impediva di parlare, esprimersi, piangere, sfogarsi. Un groppo in gola diverso da tutti gli altri, un groppo in gola che oltre a impedire la parola, impediva il pianto.

Alcuni lo guardavano, ma poi distoglievano lo sguardo, e ritornavano con la mente alla vittima. Solo Tom continuava a osservare il fratello, scrutarlo, studiando tutti i suoi movimenti. Era in cerca di... di un aiuto forse. Forse voleva solo che Bill lo guardasse di nuovo, che non si chiudesse in sé stesso, ma che si confidasse, che gli parlasse, che si facesse aiutare. Forse era lui che si voleva far aiutare, voleva un abbraccio, uno sguardo. Continuava a tenere gli occhi fissi su Bill, che a sua volta puntava al vuoto.

Lo sentiva, sentiva il fratello rivolto verso di lui, che non faceva altro che... esaminarlo, come fosse stata una cavia da laboratorio. Certo, perché ora anche Tom lo credeva un mostro, ovvio. Ovvio. Lo sapeva però, o almeno lo avrebbe dovuto sapere, che Bill era diverso. Che aveva un modo diverso di affrontare le cose. Lo sapeva, era suo fratello. E allora perché lo guardava così imperterrito, perché? In Bill stava iniziando ad accrescere la rabbia, rabbia nei confronti del fratello, che l'avrebbe dovuto capire, comprendere. Rabbia. Una rabbia che stava quasi sovrastando la tristezza, la delusione, la malinconia.

Velocemente Bill lanciò un'occhiata a Tom, nei suoi occhi non c'era compassione, tristezza o... una richiesta di aiuto. C'era solo una sorta di fastidio, rancore. Quello sguardo, però, si tramutò subito in senso di colpa, pentimento. Ritornò l'afflizione per la madre, ma in aggiunta anche quella per il fratello, appena lo vide. Il volto scavato, le occhiaie, gli occhi rossi, vuoti. Il dolore di Tom arrivò a Bill, come un pugno allo stomaco, allora distolse subito lo sguardo, portandolo nuovamente alla tomba della madre.

Tom, inizialmente sollevato da quell'attimo in cui l'attenzione era rivolta a lui, da quell'attimo in cui il fratello si era accorto della sua sofferenza, subito si riavvilì, le sue sofferenze tornarono. Si rese conto che Bill non l'avrebbe aiutato, si rese conto che era solo. Solo per sempre. Velocemente al solo pensiero di cosa ne sarebbe stato di lui, gli occhi si riempirono di lacrime, che presto gli rigarono il viso.

Il funerale continuò, il corteo di persone addolorate si disperse lentamente. Rimasero solo Gordon e i gemelli, insieme a Simone, una famiglia, ma ben poco uniti. Ognuno chiuso nel suo dolore, in gabbia, senza una apparente via d'uscita. 

 

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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Where stories live. Discover now