Novembre XI

51 7 0
                                    

Tom scese dalla macchina, aprì il portone, entrò in casa, si sedette sul divano, tutto con un'automaticità spaventosa. Non aveva sbattuto le palpebre nemmeno una volta, non aveva fatto alcun gesto futile, aveva ripetuto le azioni quotidiane come suo solito, senza battere ciglio. Poi si girò, vide Gordon in piedi, vicino alla poltrona, con le lunghe dita contorte e strette fra loro, con uno sguardo perso, chiuso in una stanza immaginaria, incatenato dai ricordi che non lo lasciavano fuggire. Una fitta gli raggiunse il cuore fulminea, vedendo Bill rifugiarsi in camera sua senza dire una parola, senza cercare un gesto di conforto.
"Bill...Bill lo so che stai male, è normale che tu stia male, va bene che tu stia male ma...vieni da me. Cerca le mie braccia, cerca la salvezza in questo tuo inutile fratello tutt'altro che forte. Suona assurdo detto così, è ovvio che non cerchi conforto in me, è sempre e solo lui a consolarmi. Sono inutile."

Il labbro iniziò a tremargli, gli occhi a bruciare e inumidirsi, il petto cominciò a dolere forte, compresso da un dolore fraterno, schiacciato da tutte quelle strane emozioni incomprensibili.
Sentì qualche lacrima solitaria abbandonare gli occhi, rigare lo zigomo, scivolare giù fino alla guancia e infine curvare verso il mento e cadere a terra. Sempre più dolore, sempre più lacrime, tanto più che i minuti passavano e Bill non scendeva, tanto gli occhi di Tom si indurivano e schiarivano. Quei suoi occhi color cenere, caldi, potenti, supplicanti, bisognosi, infantili, ardenti di voglie e desideri, specchi di un'avventura, occhi enormi di paura...diventare spenti, piatti e lacunosi, come una palude verdastra i cui unici destini sono prosciugarsi o rimanere a marcire per sempre. 
Tom sentì il suo corpo diventare freddo, il cuore rallentare, i polmoni gelare, la testa esplodere, sentì un flusso agghiacciante scorrergli per tutto il corpo. Si sentì morire.

-Tom, so quanto tu e Bill state soffrendo, ma dobbiamo affrontare questa situazione e dobbiamo affrontarla insieme, come una famiglia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-Tom, so quanto tu e Bill state soffrendo, ma dobbiamo affrontare questa situazione e dobbiamo affrontarla insieme, come una famiglia.
"Nessuno ha capito, nessuno capisce quali sono i miei veri sentimenti, nessuno capisce nulla. Ma hanno ragione loro, come potrebbero d'altronde? Non è normale che io non stia soffrendo per mia madre, NON È NORMALE! Non sono normale!"
Tom riuscì solo a fare un piccolo gesto di assenso, poi si ritrovò nuovamente sommerso dai suoi pensieri che lo avvolgevano e soffocavano come acqua pesante e putrida. Sospirò, permettendo a quanta più aria possibile di entrare nei suoi polmoni.
-So che sarà difficile, lo so, ma dobbiamo onorare la memoria di vostra madre, vivendo la vita al meglio. Senza lasciarci ostacolare da queste terribili circostanze. Sono sicuro che è ciò che avrebbe voluto Simone.

"Già...dobbiamo onorare la memoria della donna che mi ha creato questo vuoto cosmico di cui non mi spiego la natura, dobbiamo onorarla, ma la realtà è che è terribilmente vero:
Dobbiamo continuare a vivere. Sono pronto, anche da subito, ce la posso fare tranquillamente...Ma ho bisogno di voi, mi serve la vostra presenza, da solo non faccio neanche un passo, da solo non vivo neanche un minuto della mia futile esistenza. Se ci siete voi, posso arrivare dappertutto."
 Tom, che fino a quel momento aveva fissato il pavimento intrecciato, si preparò psicologicamente, avrebbe detto quello che doveva dire, si sarebbe alzato, avrebbe abbracciato Gordon e lo avrebbe pregato di rimanere per sempre al suo fianco; alzò lo sguardo, ma ciò che vide gli impastò la bocca e svuotò la mente:
Lui stava guardando da un'altra parte, era assente, vuoto, non si sarebbe accorto delle sue lacrime, quelle parole non le credeva davvero, erano parole sputate all'aria per autoconvincersi di una realtà inesistente, un futuro irraggiungibile.

"Io senza di voi non vado da nessuna parte...Guardami, sono qui! Ti sto chiedendo aiuto, ti sto chiedendo una carezza, eccomi!"
Gordon si alzò e si diresse in cucina, preparò la cena, non si voltò neppure una volta a guardare Tom e il suo sguardo disperato.
-G...
Nemmeno fece in tempo a finire il suo nome, che Gordon aveva già salito metà delle scale dirigendosi in camera di Bill.
"Girati! Accorgiti di me! Anche io sto soffrendo! Io mi sento solo! Guardami! Abbracciami, stringimi! Cazzo, esisto anche io! Non sono invisibile..."


Bill...Gordon...Non andate avanti senza di me, non lasciatemi a brancolare nel buio, non abbandonatemi nell'oscura caverna, non allontanate da me le fiaccole dei vostri cuori, non le spegnerò, lo giuro...Bill...Gordon...Girate e guardatevi alle spalle, c'è qualcuno qui che chiede aiuto, c'è una triste figura cieca che non sa che strada prendere, qui ci sono io, là ci siete voi, c'è una linea sottilissima che ci separa...
La linea della mente, dell'inconscio, dell'incomprensione, da voi c'è la salute mentale e qui...qui da me c'è la follia.

qui da me c'è la follia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora