Novembre XVI

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om e Gordon se n'erano andati, Bill era solo, ancora una volta. Girovagò per la casa, dopo tanto tempo, senza il timore di incrociare i loro sguardi.  


C'era silenzio, almeno, in casa, perché nella testa di Bill c'era tutt'altro che silenzio, pensava, non faceva altro che pensare, ricordare, prevedere e ancora, pensare. Pensava alla madre, alla sua assenza e al fatto che in fondo era sempre stata assente. A Tom, a quanto l'avrebbe voluto aiutare, a quanto l'avrebbe voluto guardare negli occhi, a quanto gli avrebbe voluto parlare, ma parlare per dirgli cosa? E poi, come poteva illudersi che sarebbe riuscito a parlargli? A guardarlo, senza distogliere lo sguardo, senza che Tom distogliesse lo sguardo?


E... cosa gli avrebbe dovuto dire? Cosa?! "Condoglianze, scusa se non ti ho rivolto parola per 4 giorni"? oppure "Sì Tom, non ho perso la voce, mi dispiace che mamma sia morta" ?

Come avrebbe fatto a parlagli se nemmeno riusciva a parlare, in una casa vuota. Come sarebbe riuscito a guardarlo, se nemmeno riusciva a guardare le foto appese al muro? Non ce l'avrebbe fatta, non sarebbe riuscito a rivolgergli parola, e Tom sarebbe stato ancora peggio. No, no, no, no. Come..? Però voleva parlargli, voleva guardarlo, voleva... abbracciarlo.

Gordon e Tom tornarono, carichi di buste, ruppero il silenzio che si era formato, cercavano di tornare alla normalità, no?

Bill, che si era ritirato in camera, scese dopo poco le scale, e aiutò a svuotare le buste. Tutto il tempo, fiancheggiò Tom, tutto il tempo si ripeteva "Girati, avanti, girati! Girati verso di lui, guardalo, provaci cazzo! Perché non ci riesco!? Cosa c'è in me di diverso che me lo impedisce? Cosa c'è..?"

Non ci riuscì, passarono tutti insieme un'altra sera, ancora una volta Bill non parlò. Ancora una volta Gordon cercava di tirare su l'umore di tutta la famiglia e Tom... Anche Tom, anche lui provò a dimenticarsi ciò che era successo poche ore prima, quei momenti in cui il suo cuore era sprofondato.

Era molto tardi, ma entrambi i gemelli erano svegli. Ognuno nella rispettiva camera, ognuno immerso nei pensieri, nei problemi, nelle paranoie, entrambi a pensare uno all'altro. Bill era seduto alla scrivania, sentiva la flebile melodia che stava suonando Tom, probabilmente non era sua intenzione farsi sentire... Bill si avvicinò alla porta della sua camera, indeciso se uscire o meno. Restò per un po' ad ascoltare. Tese una mano verso la maniglia e aprì. Di fronte alla camera di Tom, di nuovo indugiò, poi però aprì lentamente, per poi ritrovarsi il fratello, di schiena, immerso nella musica. Si trattenne sulla porta, osservando i movimenti del fratello, di lui vedeva ben poco, le mani, che scivolavano sul manico della chitarra, la schiena, e ogni tanto scorgeva il profilo a lui tanto familiare. Nient'altro.

Restò a lungo lì, fermo, aspettando nemmeno lui sapeva cosa.

Tom smise di suonare e si girò distrattamente, posando la chitarra. Si rivoltò, stavolta più lentamente, scrutava la figura in penombra del fratello, per capire se fosse davvero lui, se non stava sognando, se davvero era andato lui, di sua spontanea volontà.

Ecco cosa stava aspettando Bill, aspettava che lui si girasse.

Tom si alzò, e andò di fronte al fratello, il cui sguardo era ancora rivolto verso la chitarra, il cui coraggio era ancora da trovare. "Alza la testa, alza la testa! Aaah, 'fanculo, devo riuscirci!"

Fulmineo, Bill riportò gli occhi verso quelli del fratello, alla ricerca di un vero contatto visivo, magari una comunicazione, tra i due. "Dai, ora non ti resta che parlare, non ti resta che aprire la bocca ed emettere un suono simile a una parola, dai, dovrebbe essere semplice, dai."

Appena Bill schiuse si poco la bocca, gli occhi di Tom si illuminarono, poi però il fratello sospirò, in segno di resa. Non ci sarebbe mai riuscito. Mai. Chiuse gli occhi, non era insofferenza stavolta, stavolta era rabbia, era arrabbiato con sé stesso, solo con sé stesso. Quello stupido che non riusciva a parlare. Che cazzo! Nemmeno i ragazzini.

Tom gli prese le mani, delicatamente, lo guardò negli occhi a lungo, un brivido percorse la schiena di Bill, gli era mancato quel viso, quelle mani. Nello sguardo di Tom però si leggeva la sofferenza, una sofferenza che lo attanagliava tuti i giorni, ogni giorno di più. Doveva parlare, doveva farlo, per lui. Per Tom.

-S...scusa.

Quella parola... la sua voce uscì come un sussurro, incerta, fragile, ma era la sua voce. La voce un po' roca di sempre, la voce d'angelo, che Tom tanto amava. Gli occhi gli si illuminarono appena lo sentì parlare, però Bill non continuò, mantenne il contatto visivo con il fratello, che speranzoso che Bill parlasse ancora, non disse nulla. Lo guardava incantato, Bill non sapeva che dire però. Cosa avrebbe dovuto dire? Non lo sapeva.

Non pensò a lungo a cosa dire, se ci avesse meditato su, sarebbero restati lì per ore. E non voleva. Voleva parlare subito. Poteva sembrare una domanda stupida quella che stava per fare, ma viste le circostanze, visto che i due ragazzi si palavano per la prima volta dopo giorni, era più che lecita. Abbassò lo sguardo.-Tu... come stai?

Tom continuò a guardarlo, un po' più sollevato, sempre un po' più al sicuro, ogni parola del fratello, era una cura per qualcuno dei suoi problemi. Pensò un po' a cosa dire, se dirgli ciò che provava davvero, se rivelagli tutto o se spiegargli cosa era successo quella mattina o se... mentire. "No, non posso mentirgli, non adesso. Anche se... se poi lo ferissi? No, non gli mentirò, forse basta che non dico tutto..."

-Io... per quanto si possa stare bene il queste circostanze... direi che adesso, sto meglio. Tom accenna una smorfia, riconducibile a uno strano sorriso di conforto.Quei sorrisi...

Alla vista di quella buffa espressione che si era formata sulla faccia del fratello, Bill si sentì un po' più a casa, il dolore che lo stava piano piano consumando, iniziò a fermarsi. Sentì che magari, una via d'uscita c'era. Magari quella via d'uscita era proprio Tom.  

Spazio autore
Scusate se non ho inserito le immagini che ormai ci rappresentano, però avevo pochissimo tempo...domani verifica di greco, voglio morire😫😫

Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Where stories live. Discover now