Dicembre XXVIII

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Dopo tempo interminabile, agli occhi di Bill, Tom finalmente era tornato. Si ricordava ancora, di quello che gli aveva detto, ma ormai non importava più. Sapeva che avrebbe potuto trattenere quella rabbia ancora un po', avrebbe potuto evitare che il fratello andasse dal padre, avrebbe potuto evitagli ulteriori sofferenze ma... no. Non importava più. Non importava a Tom, che perdonava chiunque, perciò non importava nemmeno a Bill. E poi, se si fosse scusato, avrebbero riaperto il discorso e non era il caso. Adesso Bill si sarebbe concentrato solo su Tom e... sul processo.
"respira, andrà tutto bene" Sarebbe andato bene, sicuramente, ormai aveva il fratello al suo fianco, sarebbe andato tutto bene, di sicuro...

Tom era tronato da poche ore, e Bill non lo aveva lasciato solo nemmeno un momento

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Tom era tronato da poche ore, e Bill non lo aveva lasciato solo nemmeno un momento. Avevano parlato, erano restati in silenzio, a fare le loro cose, ma sempre insieme. Ogni tanto Bill lanciava qualche sguardo al fratello, osservava il suo viso, le sue braccia ancora scoperte. Ogni volta che lo guardava il suo volto si rincupiva, almeno un poco, si chiedeva perché non volesse farsi aiutare, perché non volesse denunciarlo, ma... chi era lui per parlare in fondo? La stessa persona oppostasi alla denuncia di un altro individuo, che non era altro che feccia a parer di Tom. Però almeno non lo aveva perdonato, lo aveva fatto per paura, Tom invece... lui sì che aveva perdonato il padre, lo perdonava sempre e probabilmente sempre avrebbe fatto.

Eccolo, era tornato anche Gordon. Un giorno da sobrio e poi... era ricaduto in quel buco nero che era l'alcool. Sbatté la porta e poi, senza curarsi della presenza dei figli, si sbracò sul divano. I gemelli, entrambi in quella stanza, posarono lo sguardo su Gordon, che dopo poco si girò verso Tom.
-Ma ciao eh! Sei tornato allora...
Gordon si alzò e, barcollante si diresse verso il figlio maggiore.
-Mi hai fatto spaventare, sai? Vieni qui, non puoi fare così..! Te ne vai da quello stronzo di tuo padre, senza nemmeno avvertirci. Allora, quando pensavi di dircelo?! Potevi esser morto!
Gordon iniziò ad alzare la voce, sotto gli occhi spaventati, e in parte stupiti di Tom, che più il patrigno gli si avvicinava, più lui si allontanava. Fino a che non raggiunse il muro.

-Allora, cos'hai da dire in tua discolpa??
-I-io...
-Ecco, proprio come pensavo.
Gordon grugnì e poi diede uno schiaffo in pieno volto al figlio, come se non ne avesse prese già abbastanza dal padre biologico. Allora Bill si alzò di scatto, andò verso Tom e si mise davanti a lui, guardando negli occhi il patrigno.
-Non toccarlo...
Bill continuò a mantenere il contatto con Gordon, che però non disse nulla. Il suo sguardo, anzi, cambiò drasticamente, si allontanò di qualche passo e poi si mise le mani in volto.

-Che cosa sto facendo

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-Che cosa sto facendo..? Cosa... io...
Tolse le mani dal viso e le protese verso Tom, che però era ancora protetto dal fratello.
-Scusami figliolo, davvero, scusami...
Gli tremava la voce, si capiva essere sincero, ma... no, non c'era da fidarsi, almeno secondo Bill. Bill non si fidava spesso, no?
-S-sì... ti scuso...
-No.
-B-bill, per favore... guardalo...
Il ragazzo sbuffò, prima di spostarsi lasciando che Gordon strinse Tom tra le sue braccia.
-Mi dispiace Tom... scusa...
-Lo so Gordon, fa niente.

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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Where stories live. Discover now