Gennaio II

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"sicuramente è qualcosa sul processo, sicuramente vuole solo informarmi di come sta andando, sicuramente. Sicuramente andrà tutto bene, posso farcela."

Bill tirò fuori la mano fredda dalla tasca e suonò il campanello. Il portone si aprì, lasciando che all'esterno si disperdesse un po' di calore. Bill entrò.
-Ehi, sono arrivato, ti aggiorno.
-Ok, bene allora ci vediamo a casa.
Sempre lui, lo stesso segretario delle volte prima lo accolse con un grande sorriso, allora fece cenno a Bill di seguirlo, come al solito, conducendolo fino alla medesima stanza di tutte le altre volte.
Come tutte le altre volte c'era Müller ad attenderlo. Le lunghe dita intersecate tra loro, lo sguardo serio verso quello che sembrava essere un fascicolo. Il fascicolo di Bill. Alzò la testa dalla lettura non appena sentì bussare.

-Oh, prego, entra Bill.
-'Giorno...
Si sedette, era un po' teso, come tutte le volte che si trovava in quella stanza, sempre con un'incognita in mente.
-Buongiorno, come stai? Come stanno andando le vacanze?
-Sto... non lo so, abbastanza bene, credo... Le vacanze... Bene, direi. Io e Tom siamo stati insieme tutto il tempo e lui mi sembra più tranquillo, Georg lo aveva lasciato, temevo stesse male come l'ultima volta, invece... Sì, è stato male, però sta meglio... Credo anche che, non lo so... Poi c'è stata la cosa di Jorge, però no, sta meglio. In parte forse anche... Non lo so, ma credo di averlo aiutato abbastanza... "come lui ha fatto con me in fondo"
Müller interruppe Bill guardandolo perplesso.
-Bill...
-Sì?
-Ti ho chiesto come stai, TU. Non Tom e poi... Chi è Jorge?
-Ah, ehm... Ha ragione. Jorge, beh... No, niente, niente.

Bill abbassò lo sguardo, non glielo avrebbe detto, non gli avrebbe spiegato di come maltrattava Tom. Non avrebbe permesso che venisse denunciato, anche se lo avrebbe desiderato. Non avrebbe tradito la fiducia di Tom.
-Bill.
-Mh... Sì, l'ho detto io... Io sto bene, ultimamente non ho pensato a... Lui, non troppo, Tom mi è stato accanto, ci siamo divertiti, no, sto abbastanza bene...Poi... Tra poco le vacanze finiscono e... Non lo so, temo che... "Temo che tutte le sensazioni mi assalgano nuovamente, temo che lui possa trovarmi, temo che qualcun altro possa farmi del male, temo che passando per quei corridoi tutto riaffiori, temo di non riuscire a rialzarmi, in caso succeda nuovamente. Temo di crollare."

Lo sguardo di Bill si era lentamente perso, Müller lo richiamò.
-Temi che..?
Allora al ragazzo venne in mente il perché si trovasse in quello studio,  sviò la domanda, ponendone un'altra allo psicologo.
-Perché mi ha fatto venire qui?
Müller restò in silenzio per un po', poi, dopo aver fatto un profondo respiro rispose.
-Ecco Bill... Vorrei che adesso mi ascoltassi molto attentamente.
Lui annuì.
-Visti i tuoi precendenti con ehm... Insomma, io e il giudice minorile abbiamo discusso a lungo e siamo entrambi dell'idea che tu debba andare in una... Il termine specifico è comunità riabilitativa per minori. Sai un po'... Di che si tratta?
Bill, che aveva sgranato gli occhi, scosse leggermente la testa. Sapeva di cosa si trattasse, ma non capiva perché ci dovesse andare lui. L'aveva superata, aveva superato il tentato suicidio, aveva superato, o quasi il custode, l'aveva superato... Cosa credevano che avrebbe fatto? Sì, qualche volta gli era passato la testa un istinto ecco... Autolesionista, però l'aveva cacciato, stava meglio lui... Stava meglio non... Non capiva. Le parole di Müller sembravano vane, lontanissime, Bill non lo ascoltava più.
-E avrai la possibilità di seguire le lezioni, noi ci vedre-
-Non ci vado, mi dispiace.
Era determinato, voleva una spiegazione. Non avrebbe lasciato Tom.
-Non ne ho bisogno, non lascerò Tom. No. Non lo lascio.
"Non lo lascio"

"Non lo lascio"

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