Dicembre XXII

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-Tom? Da...quanto tempo...
Noah esordì queste parole quasi beffardo, forse curioso della chiamata inaspettata. Il quindicenne era il figliastro di Jorge, suo padre, membro più piccolo della famiglia, la nuova famiglia, che si era costruito. Per qualche mese i due ragazzi si erano frequentati, ma poi a causa del padre, che non faceva altro che allontanare Tom, avevano smesso di sentirsi.
-Mi serve una mano...
-Che ti serve?
-Posso venire a dormire da te?
-Da me? Lo sai cosa ne pensa papà Tom, non ti lascerà entrare...
-Sì...non dirglielo.

Tom si rendeva conto che probabilmente stava per fare la cazzata più grande che potesse fare, probabilmente si sarebbe rovinato da solo, ma in quel momento non gli importava.

-Ok...allora fra quanto arrivi?
-Ehm... sono per strada, credo che tra mezz'ora sarò da voi.
-Bene, allora a tra poco, ti avverto se papà torna prima.
-...Sì.

Un messaggio da Bill, una chiamata persa, due, tre, quattro.

Il ragazzo era tornato a casa poco dopo Tom, lentamente, tentando di sbollire tutta la rabbia, per non ferire ulteriormente il fratello. Aveva fatto appena qualche passo, quando iniziò a rendersi conto di quello che gli aveva detto, di come lo aveva trattato. Era stato sincero, sì, ma non del tutto e... e sentiva questo strano senso di colpa, non tanto per avergli urlato contro quanto perché... perché sapeva che anche Tom stava male, ma non lo aveva aiutato. Con il suo silenzio, i suoi sguardi, tutte le attenzioni rivolte su di lui, e come lo aveva ringraziato? Inveendogli contro. 

Per la prima volta, Bill sapeva cosa fare, perciò una volta entrato in casa, si diresse verso la camera di Tom, spalancò la porta e... e Tom non c'era. Allora lo cercò per tutta la casa, gli scrisse, lo attese. Poi trovò il biglietto. Lo lesse velocemente, più e più volte, immaginandosi il fratello, solo. "Tom, tu non sei cattivo, non mi hai spezzato..." 

Bill strinse il foglietto tra le mani, salì le scale e si rifugiò in camera sua. Prima chiamò Louise, la sorella di Georg, Tom non era da loro. Gustav, nemmeno lì. Non voleva chiamare Tom, essendo sicuro che non gli rispondesse, alla fine però, fu l'unica soluzione.

Una chiamata persa, due, tre, quattro. 
Tom, arrivato di fronte alla casa del padre, prese il telefono, per avvertire Noah del suo arrivo, distrattamente lo accese, per rendesi conto solo dopo, che Bill, insistente, lo aveva chiamato.
Inizialmente non seppe che fare, restò fuori da quel portone, al freddo, mantenendo lo sguardo sul cellulare, al contatto di Bill, in balia delle sue indecisioni. 

A riscuoterlo da quella specie di trance fu una voce, che lo chiamava alle spalle. 
-Bill..! Come va figliolo? 
Allora Tom si girò, trovandosi davanti quell'imponente figura che tanto aveva temuto, che tanto lo terrorizzava, che gli faceva cedere le gambe, che in un solo istante gli avrebbe potuto rovinare la vita...con un solo sguardo.
-Sono...T-tom in realtà...
Jorge si portò una mano alla testa, sospirando.
-Sì, certo, Tom, giusto... Vuoi entrare? Noah mi ha detto di tornare in fretta, non so se ha bisogno di aiuto, non mi ha voluto dare spiegazioni...

"infame..."
Tom sorrise timoroso, indeciso se entrare o meno. Guardò la strada, coperta dalla neve, poi si voltò verso l'interno del palazzo, che sembrava essere un ambiente caldo e accogliente.
Scrutò per un breve momento gli occhi del padre, grigi e freddi, una luce lattiginosa li avvolgeva dandogli un aspetto pacato eppure furbo.
"Magari è cambiato, magari..."
-Sì...e-entro. 

Intanto Bill continuava a chiamare il fratello, che però era ormai entrato in casa, lasciando il cellulare in silenzioso, nella stanza del fratellastro. Bill iniziava a preoccuparsi sempre di più, girando per casa con il telefono in mano. Si sdraiò sul letto, esausto, troppo preoccupato per piangere, solo stanco. Stanco e arrabbiato.
"Tom! Tom! Tom!" 
Una leggera vibrazione fece scattare Bill, che subito controllò lo schermo, ritrovandosi un messaggio di Tom.

"Tom! Tom! Tom!" Una leggera vibrazione fece scattare Bill, che subito controllò lo schermo, ritrovandosi un messaggio di Tom

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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora