Dicembre VI

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"Doc. Stefan Müller"
Bill restò per un po' a fissare quella lucida targhetta davanti alla porta, non intenzionato a bussare. Ascoltar parlare una persona quasi sconosciuta, rispondere delle sue domande, un'ora, chiuso in una stanza. Fermo. Non sarebbe servito a nulla, in realtà non c'era niente che gli altri potessero fare, o dire, per "tirarlo su". Niente.


E se anche Müller fosse stato come... lui? E se una volta entrato in quella stanza, a porte chiuse, fosse ricominciato tutto daccapo? Un brivido gli percorse la schiena, si immobilizzò. Gli occhi iniziarono a diventare lucidi. Bill si voltò, intento a tornare a casa, quando la porta si aprì. -Bill Kaulitz, giusto?Una donna bionda lo accolse. Lo portò in una piccola stanza, facendolo accomodare su un divanetto di velluto.-Lo sai che potevi bussare, vero? Ora il dottor Müller è ancora in seduta, attendi un pochino.


Bill annuì lentamente, si guardò intorno, non era cambiato nulla. Appese al muro c'erano le stesse fotografie, gli stessi dipinti, gli stessi attestati dei mesi prima. Gli tornarono alla memoria quei giorni, giorni di sofferenza, giorni per i quali, in quel momento, stava provando una certa nostalgia. Si sfiorò con due dita la cicatrice, chiuse gli occhi e ne scese una lacrima. Attese per ancora, e ancora. Ogni minuto altri ricordi lo assalivano, altra sofferenza.


-Bill?

Müller era affacciato alla porta della sala d'attesa, guardandolo, aspettando che entrasse. Bill alzò lo sguardo verso di lui, che a sua volta lo esortò ad alzarsi e spostarsi nell'ufficio. Timoroso, si alzò, per poi risedersi poco dopo in una larga poltrona. 

-Quindi... so che sei stato ritrovato a scuola, ed eri scosso. Mi... mi vorresti dire cosa ti è capitato? Vuoi condividere con me i tuoi sentimenti? Oppure, se vuoi, puoi parlare d'altro, puoi dirmi cos'è successo in tutto questo tempo...Bill guardava in basso, non parlava, non si muoveva, era come paralizzato.


-Per caso qualcuno ti ha fatto qualcosa?Gli si bloccò il respiro, restò in silenzio. Ecco che ancora, tutte quelle sensazioni tornarono, sempre più forti, sempre più dolorose, più vicine.-Magari ti hanno picchiato? Minacciato?

"Magari..." avrebbe preferito qualunque altra cosa, essere pestato a sangue? Ok, perfetto, ma no! Ovviamente, gli era toccata la sorte peggiore. Ovviamente si sarebbe portato per tutta la vita, scavato nel suo cuore un profondo terrore.
"Magari..." 

La seduta finì, Bill non parlò. Come previsto non era cambiato nulla. 

 

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Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Where stories live. Discover now