Dicembre XVIII

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-Tranquillo.
Müller continuava a guardare rassicurante Tom, che però ancora non sapeva quale fosse la cosa giusta da fare.
-Certo non posso importi di dirmelo, ma lo hai detto tu. Starà meglio. O sbaglio?
-Sì però... Però... E se poi...
-Tom. Calmati.
Restarono in silenzio per un po', poi Tom fece un sospiro, Stefan lo guardò negli occhi.
-Stai meglio?
Lui annuì.
-Mi... Mi assicura che Bill starà meglio?
-Sì Tom, starà meglio.
Altro silenzio, altri sospiri di Tom.
-Klaus Anghel. Il custode della scuola.
Stefan chiuse per un momento gli occhi, cercando di contenere il suo dispiacere, la sua angoscia.
-Bravo Tom. Adesso dovrei sapere da Bill il... resto ecco. Pensi che riuscirai a convincerlo a parlarmene?
-Io... "non credevo dovesse parlarne" ci proverò. Grazie.

Tom uscì dal grande appartamento nel quale si trovava lo studio, poi si diresse a scuola, poi a casa. Ad aspettarlo c'era Bill, intento a leggere, sul divano. Il fratello andò da lui, interrompendo la lettura.
-Ehi.
-Ehi..? Com'è andata a scuola? Con Georg...
Tom si riscosse dai suoi pensieri.
-Ah ehm... Bene.
Bill lo guardò perplesso, percependo esserci qualcosa sotto.
-Sicuro? È successo qualcosa?
Stavolta, più concentrato, Tom rispose in modo convincente.
-Sì, tutto bene. Tu? Come stai?
Bill stette in silenzio per un po', anche lui immerso nei suoi pensieri.
-Come... come sempre... Senti, adesso preparo il pranzo. Cosa vorresti?
Bill si stava avviando verso la cucina quando il fratello lo fermò.
-Aspetta... Volevo dirti che... Che...
Tom catturò l'attenzione del gemello che adesso lo guardava curioso.
-Che?
Alzò lo sguardo, vide gli occhi di Bill, un po' meno vuoti del giorno prima. Lo avrebbe ferito, dicendoglielo. Fece un sospiro, perse le speranze.
-Niente...

Non poteva dirglielo, dirgli che aveva tradito la sua fiducia. Non poteva nominare quell'evento, rovinargli la giornata. Non poteva spingerlo a parlare di una cosa del genere. Non poteva.
-Mh, ok... Allora cosa vuoi che cucini?
La voce di Tom si era tramutata, il che portò in Bill ancora più dubbi si ciò che poteva essere successo, quella mattina, magari in presenza di Georg. Che lo avesse ferito nuovamente?
Nella testa di Tom, però, non c'era spazio per pensare a Georg. Sì poneva sempre la stessa domanda. "Avrò fatto la cosa giusta?", "Avrò fatto la cosa giusta?" "Avrò fatto la cosa giusta?". E ancora. "Starà davvero bene?" "Si fiderà ancora di me?

Nel pomeriggio i gemelli erano nelle rispettive camere, quando Bill andò dal fratello. Sì affacciò alla porta, aspettando che Tom si rendesse conto della sua presenza. Stringeva il telefono in una mano, l'altra la teneva appoggiata al muro.
Dopo una lunga attesa, durante la quale Tom non si era accorto di nulla, Bill tentò di catturare la sua attenzione, enrò nella camera e si sedette sul letto. Allora il fratello si girò, i due si guardarono intensamente.
-Tutto ok?
Esordì Tom, non spiegandosi il comportamento del gemello, il quale resto in silenzio per un po',prima di porgergli il telefono.
-Mi ha scritto Müller.
Il cuore di Tom si bloccò per un attimo. Glielo aveva detto. Guardò il fratello.
-Ehm... Che dice?
Si aspettava una risposta del tipo "lo sai già" oppure un "perché glielo hai detto?". Niente di tutto ciò.
-Vuole... Vuole che vada da lui...
-Ah, ok... E tu non vuoi, immagino...
-Sicuramente vorrà che gli parli, che gli spieghi, che gli dia un nome... Io però non... Non posso...

Bill era teso, spaventato.
-Non posso...

Noi due contro il mondo (Twins Kaulitz)Where stories live. Discover now