Capitolo 3

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Mi rendo conto di non riuscire a staccare gli occhi da quel ragazzo, così freddo ed incurante della mia presenza da sembrarmi addirittura maleducato. Non che sia molto abituata a ricevere attenzioni, non sono proprio quel tipo di ragazza che attira gli sguardi su di sé, ma dato che sarò la sua sorellastra un semplice "ciao" sarebbe bastato.

Vorrei smettere di fissarlo ma semplicemente non ci riesco; il suo fascino misterioso e la sua bellezza mi attirano magneticamente. Nemmeno nelle mie ipotesi migliori, quando avevo immaginato questa situazione, c'era un ragazzo così bello.

Sembro una ragazzina in preda alla sua prima cotta alle scuole medie che cerca in tutti i modi di essere considerata. Prima mi metto a tossire, poi faccio "accidentalmente" sbattere la forchetta contro al piatto ma è tutto inutile, Zayn non sembra assolutamente prestarmi attenzione.

Con lo sguardo basso e la testa china sul suo cellulare ignora tutti noi, forse perché non approva la relazione tra i nostri genitori e sta solo cercando, seppur infantilmente, di ribellarsi. Probabilmente non ce l'ha con me e non è così antipatico come sembra. Deve abituarsi a questa situazione tanto quanto me.

«Potresti presentarti?» gli chiede Josh, interrompendo le mie riflessioni, con l'espressione di chi è furioso ma sta cercando di mantenere la calma in ogni modo.

«Sono Zayn.» sbuffa con aria scocciata e tono arrogante. Almeno ora so che non è muto, penso tra me e me e rimango ipnotizzata dalla sua voce potente, calda e sensuale.

Si toglie la giacca di pelle mostrando una maglietta bianca e aderente e scoprendo un braccio pieno di tatuaggi, poi inizia a mangiare. Ha un atteggiamento sicuro e spavaldo e sembra incurante di me, mia madre e suo padre che lo stiamo osservando.

Smettila di fissarlo, mi ordino distogliendo lo sguardo.

«Chanel!» dice a bassa voce mia madre lanciandomi un'occhiataccia.

«Ah sì, io s-sono Chanel.» balbetto cercando di sembrare il più indifferente possibile e di non posare di nuovo lo sguardo su di lui.

Per un attimo regna un silenzio imbarazzante, finché è proprio lui ad interromperlo sorprendendomi.

«Chanel?» ripete per poi scoppiare in una fragorosa risata, i suoi occhi scuri e intensi si allungano leggermente mentre le sue labbra grandi e carnose si piegano.

«Cosa c'è? Ti fa ridere così tanto il mio nome?» chiedo con tono infastidito lasciandomi andare con la schiena contro allo schienale della sedia.

«No! Assolutamente no!» interviene Josh con un sorriso nervoso, quasi gridando per precedere il ragazzo, sapendo già che non si tratterrà.

«In realtà sì.» lo corregge Zayn, poi si versa un po' d'acqua nel bicchiere, «che nome di merda è Chanel?»

Non mi guarda. Sta parlando con me e non mi guarda nemmeno. Chi non guarda la persona che ha davanti e con cui sta parlando? Che maleducato, mi dico scuotendo leggermente la testa tra me e me.

«Com'è andata la vostra giornata?» interviene mia madre cercando di cambiare argomento ma nessuno le risponde.

«Chanel...» ripete un paio di volte il moro ignorandola completamente, «Ti chiami come un negozio!»

«Educato e maturo, complimenti per tuo figlio Josh!» rivolgo un sorriso sarcastico all'uomo che sta guardando Zayn con espressione furiosa.

«Posso chiamarti Numero Cinque?» continua a schernirmi dopo aver lanciato uno sguardo di sfida a suo padre.

«Smettila, ti prego.» lo supplica, ma sembra quasi essersi arreso.

«Che c'è? Le ho trovato un nomignolo carino, no?» replica per poi ridere di gusto.

«Oh davvero? Non sai quanti nomignoli carini per te mi stanno passando per la mente in questo momento!» sbotto io incrociando le braccia al petto e aggrottando la fronte.

«A me piaceva molto il nome Chanel e-» si intromette mia madre, forse per smorzare la tensione.

«Oh sì ok, non mi interessa la storia della vostra vita.» la interrompe lui rivolgendole un'occhiata dura, poi riprende a mangiare.

«Beh dovrebbe,» lo rimprovera suo padre con tono severo, «dato che ora fanno parte della famiglia e ti dovrai abituare alla loro presenza qua a casa.»

«Posso abituarmi alla sua,» sorride maliziosamente indicandomi, «se gira in perizoma.»

Lo guardo sgranando gli occhi, totalmente incredula e sento le guance andare a fuoco e i palmi delle mani cominciare a sudare. Lo ha detto davvero davanti a suo padre e a mia madre? Questo ragazzo non ha un minimo di pudore.

«Zayn!» lo rimprovera Josh dopo aver tossito un paio di volte, «Scusati immediatamente!»

«E per cosa?» lui alza le spalle incurante dell'espressione furibonda di suo padre.

«Sto iniziando a perdere la pazienza. Ti ho detto di scusarti!» ripete alzando la voce, è la prima volta che lo vedo così arrabbiato.

«Non ce n'è bisogno.» intervengo io alzando le mani in segno di resa, cercando in tutti i modi di far calmare la situazione, soprattutto per mia madre che si guarda attorno nervosa.

«Ce n'è eccome!» esclama l'uomo ancora con tono severo.

«Numero Cinque ha detto che non serve.» replica sfacciato Zayn, poi mi sorride facendomi l'occhiolino. È la prima volta che mi guarda probabilmente, almeno ora sa come sono fatta e non si stupirà di vedermi in giro per casa in futuro.

«Zayn so che è difficile-» cerca di farlo ragionare mia madre dopo aver preso un grande respiro.

«Oh davvero? Lo sai?» la interrompe con aria dura e sarcastica, «Quindi sai anche come devo chiamarti? Vuoi che ti chiami mamma o mammina, quale preferisci? E per caso verrai a raccontarmi la favola della buonanotte anche? O mi darai consigli materni sulle ragazze o sulla scuola?»

Lei non sa cosa dire e rimane pietrificata per un attimo. So che queste parole l'hanno distrutta, mi basta guardarla per rendermene conto.

Mia madre guarda Josh per un attimo, come per scusarsi, e poi si alza. Faccio per seguirla ma scuote la testa per bloccarmi e sale le scale in fretta, con i tacchi che risuonano sul marmo mentre il suo fidanzato la rincorre.

Non è mai successa una situazione del genere, forse perché gli altri uomini non avevano figli ad eccezione di uno che aveva una figlia piccola ed innocua.

«Dovevi proprio farlo, vero?» chiedo con tono acido al ragazzo che non si scompone neanche un po' e non sembra pentito del suo comportamento.

«Fare cosa?» si rivolge a me con calma e pacatezza come se non sapesse davvero di cosa sto parlando, continua a non guardarmi.

«Non avevi nessun diritto di parlarle in questo modo!» sbotto quasi gridando lasciando cadere rumorosamente la forchetta sul piatto.

«E tu che diritto hai di dirmi quello che devo fare?» urla in risposta con tono presuntuoso.

«Ho il diritto di difendere mia madre da uno stupido bambino capriccioso.» mi sento inveire contro di lui aspettandomi una reazione che, però, non arriva.

«Senti Numero Cinque,» enfatizza con un ghigno senza scomporsi, sembra addirittura divertito dalla situazione, «non comportarti da sorellina. Non sei mia sorella e tu e tua madre non siete la mia famiglia e mai lo sarete.» scandisce bene le ultime parole, ora è serio, non ride più e, finalmente, il suo sguardo è fisso su di me.

«Oh credimi né io, né mia madre vogliamo avere qualcosa a che fare con una testa di cazzo come te.» ribatto con convinzione, rabbia e nervosismo appena prima di pulirmi la bocca con il tovagliolo e lanciarlo sul tavolo.

Mi alzo e ritorno in camera mia.

PillowtalkWhere stories live. Discover now