Capitolo 75

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«Mi ha detto che è completamente innamorato di me, ti rendi conto?» scuoto la testa osservando la mia amica che alza le spalle, mentre gira il cucchiaino per far sciogliere lo zucchero nel suo caffè.

«E non ti fa piacere?» risponde lei mentre la guardo come se fosse pazza.

«Clair, sai che non mi fa piacere per niente, non voglio nulla di serio con Cameron!» le ricordo mentre faccio scorrere la cerniera della mia nuovissima Prada, per poi frugarci dentro in cerca del pacchetto di Marlboro rosse.

«Vi frequentate da tre mesi Chanel, questo momento sarebbe arrivato prima o poi.» mi osserva, subito dopo aver messo in bocca il cucchiaino.

«Non sarebbe dovuto arrivare!» rispondo con un pizzico di acidità mentre porto la sigaretta tra le labbra e la accendo, facendo un lungo tiro.

«Io proprio non ti capisco.» fa una smorfia dopo aver sorseggiato un po' del suo caffè.

«Perché?» chiedo io, anche se so perfettamente il motivo delle sue parole, dato che me le ripete da mesi ininterrottamente.

«Perché non riconosco più la Chanel romantica e dolce che ho conosciuto.» spiega lei per l'ennesima volta, ma come se fosse la prima.

«La Chanel stupida intendi dire?» ironizzo io.

«No! La Chanel sempre gentile, che si preoccupava prima degli altri e poi di se stessa, che faceva foto per immortalare i momenti che viveva.» spiega lei.

«Quella Chanel era solo un'illusa, lo sai anche tu.» la interrompo io, con il tono serio e lo sguardo quasi arrabbiato, per farle capire che non ho voglia di parlarne ancora.

«Dico solo che magari ti stai precludendo la possibilità di innamorarti di nuovo.» alza le spalle per giustificarsi.

«Senti Clair, lo so che è tuo fratello e stai cercando di convincermi a rendere la nostra relazione più seria, ma ho sempre messo in chiaro che non ci sarebbe stato più di semplice sesso tra di noi, gran sesso,» specifico ridendo, «ma solo quello.»

«Ok ok, evitami i particolari!» esclama con una smorfia di disgusto per poi scoppiare a ridere insieme a me.

Mi alzo raccogliendo la mia borsa e la giacca di pelle e faccio segno a Clair di seguirmi. Guardo l'orologio al polso che segna le dieci e mezza, quindi inizio a camminare a passo svelto nonostante i sottili tacchi delle mie Louboutin di un lucido nero, siccome non voglio arrivare in ritardo alla prova dell'abito di mia madre.

Mi sporgo un po' dal marciapiede per far segno ad un taxi di fermarsi e salgo immediatamente insieme a Clair, dando indicazioni al tassista, un uomo di mezz'età calvo che ci osserva dallo specchietto con un sorriso amichevole.

Attorno a noi e al taxi in corsa c'è una New York piena di vita, tra persone indaffarate e di fretta, probabilmente dirette nei loro uffici al cinquantesimo piano di qualche famoso grattacielo, altre più calme che magari hanno un po' di tempo per fermarsi nei costosi negozi per fare un po' di shopping oppure per fotografare la meravigliosa Manhattan durante la loro visita turistica.

Osservo anche Clair per un momento, con i capelli mossi, leggermente domati grazie ad una bandana e i grandi cerchi ai lobi delle orecchie. Anche lei sta ammirando la città dal suo finestrino e sembra avere la stessa aria ammaliata che avevo io poco fa.

Finalmente, dopo dieci minuti di immersione nel traffico newyorchese, arriviamo all'atelier che mia madre ha scelto per l'abito da sposa e delle damigelle e non vedo l'ora di vedere che cosa ha fatto preparare per me.

Entriamo nell'enorme palazzo con le imponenti porte di vetro e, subito, una ragazza giovane e di bell'aspetto ci accoglie, chiedendoci se abbiamo un appuntamento; mi basta fare il nome di mia madre per essere accompagnata in una sala elegantissima, con arrendi bianchi e un'immensa moquette dello stesso colore, divanetti e specchi tutto attorno.

«Buongiorno.» ci accoglie un'altra ragazza, meno giovane e sicuramente meno bella di quella di prima, ma con un sorriso dolce e l'aria simpatica.

«Salve!» la salutiamo in coro io e Clair.

«Seguitemi pure.» ci invita fino ad un camerino, dove mia madre sta attendendo il suo vestito che non vedo l'ora di vedere.

«Finalmente, siete in ritardo!» saluta prima me con due baci ma senza toccarmi per non rovinare il trucco, poi anche Clair nello stesso modo.

«C'era traffico.» alzo gli occhi al cielo.

«Chanel andate a provare i vostri abiti.» ci ordina e io non me lo faccio ripetere.

Entro nel camerino e la stessa ragazza ha portato il lungo abito talmente luccicante che potrebbe accecare qualcuno. È lungo fino a terra, di colore argento e con perline e strass che lo rendono davvero brillante ad ogni movimento, riflettendo la luce.

«Sembrerò una palla da discoteca!» esclamo io, adesso terribilmente nervosa, mentre Clair scoppia a ridere dopo aver già preso in mano il suo abitino corto dello stesso colore, ma molto meno appariscente.

«Non essere sciocca, starai benissimo!» cerca di tranquillizzarmi, ma non ottiene l'effetto sperato.

«Prima devi provarlo, vedrai che indossato avrà tutt'altro effetto.» mi spiega la commessa con gentilezza mentre Clair annuisce dandole ragione.

Effettivamente, osservandomi allo specchio non mi trovo poi così male, una volta che l'abito mi fascia completamente il busto e le cosce. Non è particolarmente comodo ed è sicuramente troppo vistoso e pacchiano per i miei gusti ma devo ammettere che essendo molto aderente, è piuttosto sensuale.

Ciò che è sicuro, è che non riesco a staccare gli occhi dallo specchio e continuo a girarmi per osservare la scollatura sulla schiena e lo spacco dietro.

«Non è male.» ammetto annuendo dopo essermi scrutata per un po'.

«Non è male? Ma se sei bellissima!» esclama la mia amica con enfasi mentre mi fa segno di fare un giro su me stessa.

Rido e faccio come dice mentre lei applaude divertita.

«Faremo un figurone!» esulto ridendo e lei annuisce convinta.

«Pronte per vedere la sposa?» ci chiede la moretta dopo pochi minuti, aprendo la porta del camerino.

«Certo!» rispondo, ma la verità è che non sarò mai pronta a vedere mia madre con l'abito da sposa e il velo, pronta per percorrere la navata e sposare Josh. Sono contenta che finalmente abbia trovato un uomo che la ama e la rispetta, ma non ho mai realmente pensato che si sarebbero sposati e sapere che ora sta per succedere, mi destabilizza un po'.

Adoro Josh e credo che sia davvero l'uomo giusto per lei e anche per me, siccome è stato in grado di farmi da padre più di quanto qualsiasi uomo sia mai riuscito a fare, dandomi consigli e dritte, consolandomi e standomi vicino come il mio padre biologico avrebbe dovuto fare.

Mi dirigo verso la sala di poco fa, sedendomi su uno dei divanetti e notando che il vestito che indosso è ancora più fastidioso di quello che credevo, i lustrini ed i piccoli Swarowski non fanno altro che appesantirlo e creare quasi prurito.

Scorgo mia madre che sta per raggiungerci, mentre un'altra commessa le sostiene il lungo strascico. Appena la vedo, con il suo lunghissimo abito di un candido bianco con ricami, pizzi, perline e con un ancora più lungo velo, non riesco più a trattenere l'emozione che provo.

Sento gli occhi gonfiarsi e riempirsi di lacrime, questa volta esclusivamente di gioia. Nonostante gli alti e bassi che ho affrontato nell'ultimo anno con lei, sono davvero contenta che abbia trovato un uomo meraviglioso come merita, che non si senta più sola e che riesca a realizzare il suo sogno di sposarsi ed avere una famiglia perfetta.

Mi sorride, evidentemente commossa.

«Sei bellissima.» mi dice mentre sale sulla pedana rialzata per potersi ammirare meglio.

«Tu sei bellissima.» rispondo con la voce tremante dall'emozione e non posso fare a meno di alzarmi per andarle incontro, mettermi vicino a lei e tenerle la mano.

Voglio toccare il suo abito e ripetermi che è tutto vero, che mia madre si è tolta il peso di non aver raggiunto questo traguardo che tanto desiderava, che sarà felice finalmente e che avrà l'uomo dei suoi sogni accanto, speriamo, per tutta la vita.

PillowtalkWhere stories live. Discover now