Capitolo 23

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ZAYN'S POV

Non sono per niente una persona mattiniera e, soprattutto quando non ho scuola, amo dormire e oziare nel letto fino a mezzogiorno. Oggi più del solito, siccome Chanel pensa che sia con la ragazza che ha visto ieri. Ricordo ancora la faccia delusa di Suzanne quando le ho detto che non saremmo finiti a letto insieme e che doveva andarsene dopo quel bicchiere di vino; cerca di portarmi a letto da mesi, forse anni, e ieri sera credeva che ci sarebbe riuscita.

Balzo in piedi per fare una doccia veloce, poi indosso dei pantaloni grigi della tuta ed una polo bianca. Scendo le scale a passo svelto, ordinando un po' gli scompigliati capelli con la mano e resto senza fiato non appena vedo Chanel seduta in sala, con una vestaglia molto corta e scollata.

È sdraiata sul divano in una posizione estremamente sensuale e sembra non vedermi nemmeno mentre digita qualcosa sul suo cellulare. Ovviamente passo oltre fingendo di ignorarla totalmente.

«Per caso la biondina ti ha staccato la lingua ieri notte?» le sento dire con tono ironico e con un pizzico di acidità.

«Ci ha provato.» rispondo con lo stesso atteggiamento, mi volto per guardarla e noto che ha ancora lo sguardo fisso sul telefono, «La lingua e molto altro.»

«Una professionista insomma.» alza gli occhi al cielo in quel modo odioso e si mette in piedi.

Ora posso osservarla ancora meglio: il suo fisico esile e slanciato sembra ancora più abbronzato, mentre una splendida Manhattan vista dall'alto, con tutti quei palazzi e le strade affollate, le fa da sfondo. I lunghi capelli biondi le ricadono sulle spalle morbidamente e le incorniciano perfettamente il viso dai tratti forti e decisi marcati dal trucco, questa mattina non particolarmente visibile.

Con una mossa estremamente sensuale sposta i capelli da una spalla all'altra mentre io vengo incantato dalle sue labbra rosee e carnose che, prima o poi, mi faranno impazzire.

Distolgo immediatamente lo sguardo sperando che non se ne sia accorta, lei mi supera e si dirige velocemente verso il tavolo. La guardo muovere sinuosamente le natiche, coperte appena da un sottilissimo strato di stoffa rosa dal quale partono le atletiche cosce.

La seguo sedendomi al mio posto abituale, poi verso un po' di caffè nella tazza e stendo della marmellata sulla fetta biscottata.

«Naomi!» la chiama Chanel mentre si riempie il bicchiere di succo.

«Sì?» arriva lei con il suo caratteristico sorriso dolce.

«Per caso ha chiamato mia madre?» domanda e sembra quasi imbarazzata nel chiederlo siccome abbassa subito lo sguardo.

«No signorina Chanel, né sua madre, né il suo patrigno hanno chiamato.»

«Ok.» risponde lei forse un po' delusa, «Grazie mille.»

Ritorna ad usare il cellulare e io fingo di non prestarle attenzione. Sta sicuramente scrivendo a Cameron e la verità è che non l'ho mai vista sorridere come in questo momento, o come sorrideva ieri sera appena tornata.

«Puoi invitare Cameron a fare colazione.» la sto osservando, le mie parole trasudano acidità.

«E la tua biondina dov'è? Sta ancora dormendo?» domanda e alza lo sguardo per un attimo, fissandomi con i suoi intensi occhi color nocciola.

«Se ne è andata questa mattina.» mi limito a dire in modo secco.

«Ah.» annuisce lei comprensiva, «Effettivamente mi sembrava strano che l'avessi sfiancata così tanto.» sorride sarcasticamente.

«Ho ancora forza per te se vuoi.» le rivolgo una smorfia ammiccante, sicuro che l'avrei innervosita.

«Magari dopo.» risponde a tono per poi alzarsi e tornare a sedersi sul divano.

«Non mangi?» le chiedo, vorrei girarmi a guardarla ma me lo impedisco, però sono sicuro che si sia voltata per prestarmi attenzione.

«Non ho fame ora.» si limita a dire, sembra scocciata.

«Chanel,» ora i nostri sguardi si incontrano, «devi mangiare.»

«Mangerò più tardi, ok?» incrocia le braccia al petto e sul suo viso si forma un broncio tenero.

«Marmellata di fragole o ciliegie?» le chiedo serio mentre tengo in mano una fetta biscottata.

«Fragole.» si arrende alzando gli occhi al cielo e, in realtà, mi sembra di aver visto un mezzo sorriso.

Mi ringrazia con un po' di imbarazzo quando viene a prendere la sua colazione per poi ritornare sul divano e ogni suo movimento mi manda fuori di testa, sono quasi convinto che lo stia facendo apposta.

Solo quando mi alzo per salire in camera noto che ha steso le gambe sul divano bianco ed è quasi sdraiata, in una posizione talmente sensuale che mi basterebbe per saltarle addosso e che mi convince a rimanere in salotto ancora per un po'. Mi ci vuole tutta la forza per limitarmi a sedermi sulla poltrona e prendere un giornale.

Faccio finta di leggerlo mentre tutta la mia attenzione è rapita dalle sue gambe lunghe e dai suoi morbidi capelli lisci.

«Zayn,» si rivolge a me e per un attimo si volta per guardarmi mentre io distolgo lo sguardo dal suo corpo, «per caso hai sentito tuo padre?»

«No.» scuoto la testa e non posso fare a meno di notare che con la luce naturale il suo profilo è ancora più delineato e più bello.

«Ok.» annuisce appena rigirandosi.

«Perché?» chiedo istintivamente.

«No niente...» fa un lungo respiro e mi chiedo a che cosa stia pensando ma, dopo qualche minuto di silenzio, è lei che continua a parlare, «Mi chiedo come stia mia madre, se va tutto bene.» dice a bassa voce, quasi come se non volesse essere sentita.

Mi si stringe il cuore appena sento quelle parole. Nonostante il modo in cui si è comportata sua madre con lei, senza interessarsi, scusarsi e senza nemmeno salutarla, lei si sta preoccupando. Ho capito da subito che è una ragazza dolce ma non credevo che lo fosse fino a questo punto.

«Come vuoi che stia?» dico in tono anche un po' scocciato.

«Non lo so, e se le fosse successo qualcosa?»

«Oh certo, magari si è scottata sotto il sole.» sogghigno io e penso di strapparle un sorriso ma non è così.

Essendo girata non riesco a vederla in volto ma sono sicuro che abbia guardato in alto in quel modo che mi innervosisce tanto. Sospira rumorosamente e poi prende di nuovo in mano il telefono smettendo di dare attenzione a me.

«Secondo me tua madre sta bene, probabilmente è in un hotel a cinque stelle a bere Martini in una vasca idromassaggio.» cerco di tranquillizzarla a modo mio.

«Dici?» si volta mentre io annuisco sincero.

«Sì, ma se può tranquillizzarti chiamerò mio padre e lo chiederò direttamente a lui.» rispondo con uno strano tono comprensivo, quasi dolce.

«Lo faresti?» sembra sorpresa, chiaramente non è abituata alla mia gentilezza.

«Certo!» alzo le spalle incurante.

«Grazie.» sorride lei guardandomi.

Ha un sorriso così genuino, così bello, così sincero che mi ricorda quello che aveva mia madre. Anche lei aveva le labbra carnose, sempre pitturate da un rossetto di colore rosso molto acceso, che portava sempre con lei. Teneva i capelli mori raccolti con una spilla grande e dorata, mentre alcune ciocche ricce le ricadevano sulle spalle.

Faccio un lungo sospiro quando l'immagine di mia madre si fa sempre più sfocata nella mia mente.

«Figurati.» mi alzo e salgo in camera mia rimanendo solo con i miei dolorosi pensieri.

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