Capitolo 70

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Una voce femminile mi costringe ad aprire gli occhi e ci metto un attimo per capire dove sono. Ho un fastidioso e debole dolore al collo e un formicolio al braccio e devo cambiare posizione girandomi su un fianco. Apro gli occhi sbattendo più volte le palpebre mentre il salotto di casa di Zayn mi si apre davanti.

Volto un po' la testa per capire che la voce squillante appartiene ad una giornalista che sta conducendo il telegiornale, la televisione è accesa ma il volume è basso. Sul tavolino di fianco a me ci sono ancora i resti di popcorn e caramelle di ieri sera, la mia lattina vuota e la bottiglia di birra che ne contiene ancora metà. 

Sotto di me, con un broncetto tenero, sta dormendo Zayn e le sue braccia mi avvolgono la vita intrappolandomi. Cerco di divincolarmi dalla sua presa facendo piano per non svegliarlo ma, non appena mi muovo, lui apre gli occhi e le sue labbra si trasformano immediatamente in una smorfia di dolore.

«Buongiorno.» borbotto appena prima di approfittarne ed alzarmi, stiracchiandomi un po' e cercando di far passare l'indolenzimento al braccio.

«Buongiorno.» dice con voce roca per poi mettersi seduto e piegare la testa prima da un lato, poi dall'altro, lasciandomi intendere che anche lui non deve aver dormito comodamente, «Ci siamo addormentati qua?»

«A quanto pare.» sghignazzo io mentre prendo le ciotole dal tavolino riportandole in cucina, poi ritorno in salotto per fare lo stesso con le bibite.

«Colpa di quell'orrendo film!» lo sento gridare mentre getto la lattina nella spazzatura, il suo tono di prima mattina è ancora più sensuale del solito.

«Smettila di offendere uno dei miei film preferiti!» scherzo riapparendo dalla cucina.

«E il mio bacio?» richiede con un sorriso malizioso mentre apre le braccia pronto per accogliermi al loro interno.

Mi sporgo un po' lasciando un tenero e casto bacio sulla sua bocca mentre lui mi tira su di lui facendomi cadere di nuovo sul suo petto e abbracciandomi calorosamente, solleticando la mia schiena con le sue dita. Non potrei chiedere un buongiorno migliore, penso mentre gli regalo un ultimo bacio sulla guancia e mi rialzo.

«Facciamo colazione?» domando prendendo il telecomando per spegnere la televisione.

«Cosa mi prepari?» sorride alzandosi e facendo strani movimenti con le braccia, probabilmente indolenzite.

«Non ti aspetterai che io mi metta a cucinare, vero?» chiedo alzando un sopracciglio divertita, «Non so preparare nemmeno un caffè!»

«Ok ho capito.» alza le mani in alto in segno di resa, «Ci penso io.»

«Allora io ne approfitto per andare a farmi una doccia.» sorrido sbattendo le mie lunghe ciglia e poi gli vado incontro per baciarlo ancora, «Per me una omelette.»

Lo sento sghignazzare alle mie spalle mentre mi dirigo in bagno. Sto camminando sulle nuvole, non riesco neanche a credere a quello che sto vivendo. Mi spoglio ed entro nella doccia, lasciando che l'acqua scorra sul mio corpo, pulendomi e facendomi rilassare, mentre rifletto su tutto ciò che sto vivendo: non mi ero mai sentita così libera, spensierata, felice.

Con un sorriso sulle labbra che non riesco più a togliere, mi asciugo velocemente e tampono i lunghi capelli con una salvietta per poi sistemarli in una treccia umida. Esco dal bagno indossando l'accappatoio di Zayn, già pregustando la buonissima colazione che mi sta preparando.

Non appena arrivo in cucina lui mi lancia un'occhiata contenta e poi ritorna a prestare attenzione alle padelle sul fuoco. Mi siedo su una sedia e appoggio il gomito al tavolo per poi lasciarmi sorreggere il mento dalla mano. Lo osservo ammaliata mentre ha cambiato la sua maglietta con una canotta che rivela le sue spalle possenti e le sue braccia leggermente muscolose e tatuate: è, come sempre, bello da togliere il fiato.

«Caffè e omelette in arrivo per la principessa!» mi prende in giro con un sorrisetto divertito mentre appoggia la tazza e un piatto davanti a me.

«Grazie, sembrano buonissimi.» mi complimento io e lui annuisce soddisfatto per poi prendere anche la sua colazione e sedersi di fronte a me.

«Ti piace?» domanda guardandomi mangiare e poi addenta un pezzo del suo panino.

«Uhm, non male.» rispondo e le sue labbra si piegano in un broncetto, «Scherzo, è davvero buona, sicuro che tu non voglia rubare il lavoro a Naomi?» ironizzo mandandogli un bacio.

«Certo, pensi che i nostri genitori mi lascerebbero rimettere piede in casa?» alza gli occhi al cielo ridacchiando.

«No, non credo.» scuoto la testa sghignazzando, «Ma se assaggiassero questa omelette forse potrebbero prendere in considerazione di farti tornare.»

Ridiamo di gusto ma, dopo poco, ritorniamo seri e continuiamo a fare colazione in silenzio, entrambi con gli occhi abbassati e con aria pensierosa. So che stiamo pensando alla stessa cosa: prima o poi tutto questo finirà. Quando mia madre mi obbligherà a tornare non ci sveglieremo più sul divano dopo esserci addormentati mentre guardavamo un film insieme. Non mi preparerà più la colazione mentre sono sotto la doccia e io non potrò più ringraziarlo con tutti i baci che voglio.

Vorrei che non finisse mai, penso con un sospiro e mi sembra già di sentire la sua mancanza.

«Le assomigli tanto...» è Zayn che interrompe il silenzio e, quando rialzo lo sguardo, posso notare che mi sta fissando ed entrami abbiamo finito la nostra colazione.

«Cosa?» domando aggrottando la fronte in un'espressione confusa.

«Le assomigli.» annuisce lui con aria sognante e mi rendo conto che sta riflettendo ad alta voce, non sono nemmeno sicura che stia parlando con me.

«A chi assomiglio?» insisto, non lo guardo e faccio girare il cucchiaino nella tazza per raccogliere lo zucchero che si è depositato sul fondo.

«A mia madre.» risponde con un filo di voce, obbligandomi ad alzare il mio sguardo su di lui con stupore, «Sei bella come lei.»

«Com'era?» chiedo fissando i suoi occhi e appoggio il cucchiaino per dedicarmi completamente a lui e a ciò che sta per dirmi.

«Bella.» abbassa un attimo lo sguardo con un sorriso debole, riesco a percepire che la sta visualizzando nella sua mente, «Bella da togliere il fiato. Aveva i capelli ricci e mori e raramente li teneva sciolti, diceva che le davano fastidio.»

«Come si chiamava?»

«Meghan.» risponde secco mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

«Aveva gli occhi scuri come i tuoi?» domando mentre allungo il braccio per lasciare che la mia mano incontri la sua e la stringa con forza.

«Sì. Erano leggermente allungati, scuri, magnetici e mio padre mi ripete sempre che si è innamorato dei suoi occhi ancora prima di innamorarsi di lei.» annuisce lui e lascia scivolare le sue dita tra le mie.

Non riesco a dire niente, mi limito a fissare la sua espressione triste e malinconica, vorrei dire qualcosa per farlo stare meglio ma so che, adesso, nulla ci riuscirebbe. Gli accarezzo il dorso della mano con il pollice per fargli sentire la mia vicinanza e lui mi sorride con gratitudine.

Sembra che cerchi qualcosa in tasca e, infatti, estrae il suo cellulare e poco dopo mi mostra una fotografia: una giovane e bellissima donna con in braccio un bambino. Capisco subito che è sua madre e mordo l'interno della mia guancia costringendomi a non piangere. Sento un nodo alla gola mentre noto il sorriso felice e spensierato di Zayn da piccolo.

«Hai visto?» dice con voce spezzata mentre anche lui osserva la foto, «Ha le labbra belle e carnose come le tue. Usava sempre un rossetto rosso, non usciva mai senza.»

«Era bellissima.» ammetto sincera in un sussurro, gli stringo ancora la mano.

«Era bellissima, dentro e fuori.» concorda lui con un sospiro, «Proprio come te.» 

PillowtalkWhere stories live. Discover now