Capitolo 6

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Ciò che non ti uccide ti fortifica, mi sono detta mentre varcavo l'ingresso di Yves Saint Laurent insieme a mia madre ma devo ammettere che, dopo aver riempito almeno cinque buste e aver svuotato la carta di credito che Josh ha dato a mia madre, ho rivalutato lo shopping. Ho odiato provare tutti quei vestiti, stare nel camerino mezza nuda mentre una biondina mi portava centinaia di abiti per farmeli indossare, ma tutto sommato ho un nuovo guardaroba e d'ora in poi potrò sfilare per i corridoi della scuola o per le strade di New York in gran stile.

E poi ho anche fatto contenta mia madre scegliendo un abito per il suo evento di sabato sera. Continua a ripetermi che sarà la serata più importante perché faremo il nostro "ingresso in società". Evidentemente non sono l'unica che si preoccupa della prima impressione.

Guardo dal riflesso nello specchio della mia camera le mie labbra che si piegano in un sorriso soddisfatto mentre mi squadro dalla testa ai piedi. Nonostante questo vestito metta troppo in evidenza i miei fianchi, non pensavo che sarei mai stata contenta del mio aspetto. Sono pronta per la mia prima festa, pronta per capire finalmente cosa significa avere degli amici e far parte di un gruppo.

Prendo la mia pochette e mi avvio verso il piano inferiore dovendo fare molta attenzione a non cadere con i tacchi a spillo delle lucidissime Louboutin nuove che slanciano le mie gambe, scoperte da un vestito nero che mi fascia completamente il corpo terminando con un sottile strato di pizzo.

«Wow Chanel!» esclama Josh non appena mi vede arrivare nel salotto, dov'è seduto sul divano insieme a mia madre, sulla poltrona a fianco c'è Zayn.

«Ma guardati! Non avrei mai pensato che un bel vestito, una riga di eye-liner e un rossetto rosso potessero fare tutto questo.» si complimenta a modo suo mia madre con un veloce applauso.

Ovviamente il ragazzo misterioso non reagisce al mio arrivo ma continua a guardare impassibile il cellulare. Io però osservo lui che è, come sempre, terribilmente bello. Indossa un paio di jeans scuri ed una giacca formale di colore blu, con le maniche un po' arrotolate in modo da scoprire i tatuaggi sulle braccia. Infine i capelli, leggermente scompigliati, gli incorniciano il bellissimo viso dai tratti orientali, mentre con gli occhi che guardano in basso le ciglia sembrano ancora più lunghe.

Wow, sospiro tra me e me, senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso.

«Divertitevi.» mi abbraccia velocemente mia madre, cerco di baciarle la guancia ma si sposta per non essere sporcata di rossetto.

«Non tornate troppo tardi e cercate di non uccidervi.» si raccomanda Josh salutandoci con una risatina.

«Questo non posso promettertelo.» fa spallucce Zayn e lo seguo quando si dirige verso l'ascensore.

Il suo profumo inebriante mi entra nelle narici appena saliamo sulla limousine e, voltandomi un attimo, non riesco a non soffermarmi su quel fascino inspiegabile per me. Il suo collo possente, quasi muscoloso, le sue spalle larghe ancor più accentuate dalla giacca, il suo sguardo serio che sembra concentrato, le labbra serrate che gli danno un'aria severa: è tutto così sexy da lasciare senza fiato qualunque ragazza.

«Numero Cinque, adesso potresti anche smetterla di fissarmi.» interrompe i miei pensieri con la sua arroganza, sembrando divertito e scocciato allo stesso tempo.

«Ma cosa ti inventi? Non ti sto fissando!» mi difendo spostando un lungo boccolo biondo dietro all'orecchio ornato da un piccolo diamante.

«Mi fissavi eccome!» insiste lui con espressione di sfida e un lato delle labbra alzato in un ghigno.

«Assolutamente no!» continuo a mentire.

«Mi salteresti addosso in questo momento, ammettilo.» è serio, le sue labbra rosee sono socchiuse e i suoi bellissimi occhi si sono stretti e allungati leggermente.

«Ti piacerebbe.» alzo gli occhi al cielo scuotendo la testa.

«Beh, se devo essere sincero, con quel vestito un pensierino ce lo farei.» strofina la mano contro la sua barba curata indicandomi con il mento.

Sgrano gli occhi con la bocca spalancata dallo stupore, fingendomi quasi offesa dalla sua affermazione nonostante non lo sia affatto. Anzi, per la prima volta forse, ammetto a me stessa che le sue parole non mi lasciano indifferente, nonostante continui a cercare di ricordarmi che è solo un insolente e un maleducato.

«Cosa c'è? Lo so che non riesci a resistermi.» sembra leggermi nel pensiero mentre sorride ammiccante quando la limousine si ferma e la portiera si apre, senza darmi la possibilità di controbattere.

Scendo e rimango sbigottita dalla grandezza del palazzo in cui vive Sarah.

Mi aspettavo una festa intima, con poche persone, proprio come mi aveva assicurato lei. Ho pensato che sarebbe stata la classica festa da liceali con birra, vodka, pizza e patatine, giochi immaturi e musica a volume assordante, come si vede nelle serie tv americane. Invece tutte le mie aspettative sono state rimpiazzate da calici di champagne, almeno una cinquantina di persone che chiacchierano amabilmente in abiti eleganti e cibo da catering.

Per fortuna mi sono vestita bene, mi dico mentre mi faccio spazio tra la folla in cerca di qualche viso familiare e un paio di persone che non ho mai visto mi salutano chiamandomi per nome.

«Chanel! Che piacere vederti, sono contenta che tu sia venuta!» esclama Sarah venendomi incontro con un meraviglioso abito di color rosso fuoco.

«Ciao Sarah. Grazie per l'invito.» le sorrido con gratitudine dopo un veloce abbraccio.

«E Zayn stai proprio bene!» lo saluta con un bacio sulla guancia mentre lui ricambia cortesemente anche se non sembra troppo contento di vederla, «Andiamo Chanel, vieni.» mi prende sotto braccio tirandomi dietro di lei, mentre sento alcune delle sue amiche che vociferano qualcosa sul mio fratellastro.

Pochi minuti dopo mi ritrovo circondata dalle ragazze più popolari del liceo mentre mi domandano di Parigi, della mia vecchia vita e della nuova. La cosa più sorprendente è che sembrano davvero interessate e continuano a farmi complimenti sul mio vestito, sul trucco, sui capelli, come se mi stessero davvero ammirando.

Per la prima volta mi sento appartenente ad un gruppo e non è un gruppo qualsiasi. È il gruppo.

Mi guardo un attimo attorno: sono in un enorme e lussuosissimo attico di una importantissima stilista, invitata da sua figlia, indosso un abito e delle scarpe firmati e sto sorseggiando costoso champagne.

«Tesoro, brindiamo alla tua presenza!» propone Sarah passandomi un altro calice di vino.

«Alla fantastica Chanel!» urlano le altre quattro ragazze provocandomi un sorriso.

Le ragazze più popolari di tutta New York hanno appena alzato i bicchieri per me, proprio per me, Chanel Ross, continuo a ripetermi mentre iniziamo a parlare di scarpe e borse. Non riesco proprio a credere che la Chanel di Parigi che subiva prese in giro e che era completamente invisibile, ora sia "la fantastica Chanel".

Che cosa potrebbe rovinare una serata così perfetta?

PillowtalkWhere stories live. Discover now