Capitolo 22

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Non ho questo sorriso da tempo, oserei dire da anni. Sicuramente non l'ho mai avuto per merito di un ragazzo e, invece, ora mi ritrovo qua a sorridere e a sentirmi stupida per questo. Non credo che tra me e Cameron ci possa essere del tenero ma è sicuramente una persona che voglio nella mia vita, forse solo come amico.

Attorno a me c'è silenzio, tranne per qualche rumore di stoviglie che sbattono l'una contro l'altra, dovuto al fatto che è quasi ora di cena e Naomi sta preparando.

Davanti a me, quasi come in un dipinto, c'è una Manhattan illuminata dalle luci artificiali dei grattacieli, delle strade, delle auto e mi si presenta davanti un paesaggio quasi come se fosse immortalato in una fotografia.

Mi butto a peso morto sul divano ripensando al bel pomeriggio passato con Cameron. E poi non riesco a smettere di pensare al fatto che ho finalmente usato la mia macchina fotografica e non l'avevo ancora fatto da quando sono arrivata qua in America. Eppure, nonostante continui a pensare a lui e alla nostra giornata, non riesco ad essere completamente contenta.

È come se qualcosa continuasse a turbarmi e non riesco bene a capire che cos'è.

Poi, improvvisamente, il motivo di questo nervosismo mi si presenta davanti con la sua giacca di pelle firmata e i capelli sistemati con il gel. Ma questa volta non riesco a fissarlo intensamente come faccio sempre o a dirgli qualcosa per smorzare la tensione.

Adesso, quasi incantata, riesco solo a guardare la ragazza vicino a lui, una biondina dai capelli corti e le gambe chilometriche, con un abitino un po' succinto e la voce stridula. Non l'ho mai vista ma evidentemente ha molta confidenza con il mio fratellastro, siccome entra con fare deciso e si siede al bancone della cucina.

Zayn, nel frattempo, mi ha praticamente ignorata facendo il buon padrone di casa. Infatti ha estratto da un mobiletto una bottiglia di vino e due calici passandone uno alla ragazza che gli sorride in modo ammiccante, per poi proporre un brindisi e, nel farlo, sono quasi sicura che mi abbia guardata per un momento.

La risatina civettuola della bionda mi sta innervosendo ma non voglio andarmene facendogli credere che mi importi di lui o di chi porta a casa, perché non è così. Ok, forse un po' mi importa, ma non voglio sembrare gelosa.

«Sei tornata presto.» si rivolge a me dopo aver bevuto e appoggia il bicchiere sul bancone, in questo momento vorrei ricordargli che è lo stesso di tre giorni fa, quando mi ci ha spinta contro per baciarmi.

«Anche tu.» rispondo con aria distaccata.

«Beh certo, sai per certe cose bisogna tornare a casa.» ridacchia lui cercando l'approvazione della biondina che nel frattempo si sta aggiustando la frangia.

«Certo.» rispondo alzando gli occhi al cielo cercando di resistere e di non scappare da questa situazione.

«Non spaventarti Numero Cinque se sentirai rumori o urla!» mi provoca lui con il suo solito sorriso beffardo.

«Wow, complimenti per la classe Zayn.» alzo gli occhi al cielo e mi arrendo alzandomi per andare via.

«Se vuoi unirti a noi sai dove trovarci!» lo sento urlare alle mie spalle mentre salgo le scale piuttosto frettolosamente.

Scuoto la testa con una smorfia, ovviamente senza voltarmi.

Non è lui ad infastidirmi, ormai lo conosco e so che cerca solo di provocarmi con questo modo di fare, è la mia reazione a preoccuparmi, il fatto di odiare istintivamente quella ragazza, di sentirmi gelosa, di non riuscire a stare nella stessa stanza. Perché, di impulso, ho reagito così?

Mi chiudo in camera lanciandomi letteralmente sul letto, continuando a pormi in continuazione le stesse domande, ma le risposte non sembrano arrivare o almeno non sono quelle che vorrei.

Riesco solo ad invidiare quella ragazza che probabilmente in questo momento ha il corpo scolpito e tatuato di Zayn addosso, magari nudo, mentre le sue morbidissime labbra le sfiorano il collo, le grandi mani le accarezzano il corpo, i capelli, la stringono a lui.

Smettila Chanel, mi ordino, ma nel frattempo non riesco ad accantonare il pensiero della sua barba ruvida che le sfiora la pelle, i suoi capelli morbidi in cui può infilare le dita, il profumo che le impregna la pelle e poi quegli occhi, quello sguardo penetrante e maledettamente sensuale, in grado di far incantare chiunque.

Provo a svagarmi con uno dei miei libri preferiti, con la televisione, addirittura con la musica ed infine entro nella vasca per cercare di rilassarmi: non c'è niente da fare, anche il pensiero di Cameron e della nostra giornata non riesce a sovrastare quello di Zayn.

Mi arrendo al fatto di dover avere costantemente lui nella mia mente e, ancora in accappatoio, decido di scendere in cucina per bere qualcosa.

Per fortuna trovo il mio succo d'arancia preferito e Vogue. Così, seduta con i gomiti appoggiati al bancone, posso sfogliare una rivista e cercare di svagarmi. Dopo pochi minuti e qualche pagina vedo comparire Zayn dalle scale, ovviamente a torso nudo con solo un asciugamano attorno alla vita.

Il perfetto fisico leggermente muscoloso, ben proporzionato e coperto da tatuaggi è ora davanti ai miei occhi increduli, mentre con una mano si scompiglia i capelli. Provo in tutti i modi a far finta di niente ma è come se avesse il potere di attirare il mio sguardo, proprio come la calamita attira il ferro.

«Già qua?» domando fingendomi totalmente disinteressata mentre continuo a voltare le pagine.

«Sì,» annuisce lui con un ghigno e continua a sistemarsi i capelli, «è piuttosto brava.»

«Oh, mi fa piacere per te!» alzo gli occhi al cielo senza farglielo notare e cerco in tutti i modi di mantenere un'aria fredda e sicura.

«Noto un po' di gelosia nel tuo tono?» alza un angolo della bocca mentre prende una bottiglietta d'acqua dal frigorifero. Mi basta guardare il suo sorrisino, il modo in cui si aggira per casa e si tocca il ciuffo mosso per capire che sta solo cercando di infastidirmi.

«Gelosia?» scoppio a ridere, forse più forte del necessario, obbligata ad alzare lo sguardo e ad osservare la sua espressione di sfida. Vorrei non doverlo fare ma sono costretta ad ammettere a me stessa di essere terribilmente gelosa nel saperlo con un'altra.

«Sì.» annuisce lui convinto, poi si siede di fronte a me sullo sgabello mentre io alzo gli occhi al cielo, «E il tuo pomeriggio com'è andato?»

«Benissimo!» esclamo trionfante mentre lo fisso per vedere la sua reazione.

«Ti accontenti di poco.» alza le spalle, sempre con quella smorfia che odio.

«Non è che sei tu quello geloso?» ipotizzo ritornando a prestare attenzione alla mia rivista.

«Io geloso? Io non ho bisogno di essere geloso piccola.» enfatizza il nomignolo e, non so perché, mi provoca un brivido lungo la schiena, «Io mi prendo sempre ciò che voglio.» conclude con il suo tono arrogante e sfacciato che lo rende maledettamente sexy.

«E per caso vuoi una maglia? Te la compro se ne hai bisogno.» ridacchio indicandogli il petto nudo senza cedere a posarci lo sguardo.

«So che ti piace vedermi così, è inutile che fingi.» apre le braccia come se volesse mostrarsi meglio, poi mi fa l'occhiolino.

«Sì, ti piacerebbe.» fingo di essere annoiata e mi alzo per dirigermi verso le scale con fare deciso, cercando di imitare il suo modo di fare spavaldo poi continuo, «Non hai una donna da soddisfare di sopra? È meglio che tu vada da lei.»

Lo sento ridacchiare alle mie spalle e mi chiedo perché non sia in camera da letto con la biondina.

PillowtalkWhere stories live. Discover now