Capitolo 81

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Non vedo l'ora di raggiungere la mia stanza, chiudermici e isolarmi dal mondo. Le lacrime hanno già iniziato a bagnarmi il viso mentre salgo le scale di fretta. Non piango da mesi, non ricordo nemmeno l'ultima volta che l'ho fatto abbracciata al mio morbido cuscino, ma quasi sicuramente era per Zayn.

Mi sento maledettamente in colpa per aver fatto quella stupida ed evitabile scenata rovinando la festa a mia madre perché so perfettamente da quanto sogna ed attende questo momento con impazienza. Però avevo realmente bisogno dell'affetto e della comprensione materni, stasera come tante altre volte.

Giro la maniglia della porta della mia camera, impaziente di poterla chiudere alle mie spalle e di buttarmi sul letto affondando il viso nel cuscino. Purtroppo però, sdraiato sul mio letto, c'è Cameron che penso sia rimasto ad aspettarmi per molto tempo.

«Eccoti finalmente!» esclama lui alzandosi e venendomi incontro con un lieve sorriso che, in altre circostanze, mi farebbe sicuramente sentire meglio.

«Ehi.» ricambio il sorriso cercando di essere il gentile possibile.

«Ero preoccupato.» mi spiega lui abbracciandomi affettuosamente.

«Sto bene.» mi limito a rispondere mentre tolgo gli orecchini di piccoli diamanti per riporli in un piccolo cofanetto sulla scrivania.

«Sicura?» si siede sul letto osservandomi e, da come mi squadra, credo che gli piaccia ciò che vede.

«Sì.» annuisco io cercando di sembrare il più convincente possibile e poi mi avvicino a lui e mi giro di spalle per fargli sganciare la cerniera del lungo abito.

«È solo che...» si blocca senza riuscire a continuare.

«Che?» lo esorto a proseguire io.

«Niente.» scuote la testa e continua a guardarmi, mentre ormai ho lasciato scivolare il mio vestito a terra e sono rimasta in intimo.

«Dimmelo.» lo osservo per un attimo capendo che è estremamente a disagio, poi raccolgo il vestito per sistemarlo nel mio spazioso armadio.

«Niente è che... Mi è sembrata strana la tua reazione.» ammette tutto d'un fiato.

«Non mi aspettavo di vederlo Cameron, non ero pronta.» ammetto io senza prestargli troppa attenzione mentre infilo una vestaglia di seta.

«Sei ancora innamorata di lui?» domanda a bassa voce con cautela, noto paura e dispiacere nel suo tono.

«Perché continuate a chiedermelo?» chiudo la vestaglia velocemente e poi mi volto di spalle per prendere una sigaretta.

«Perché è quello che sembra.» fa spallucce e sono sicura che mia stia guardando mentre mi lascio cadere a peso morto sulla poltrona vicino alla vetrata, rannicchiandomi e girandomi verso una straordinaria Manhattan notturna.

«Non mi va di parlarne.» rispondo senza voltarmi e lo sento sospirare dietro di me, faccio un lungo tiro dalla sigaretta inspirando più che posso e, stranamente, cominciando a calmarmi un po'.

«Quella roba ti fa male Chanel.» mi rimprovera.

«Pensi che non lo sappia?» ribatto acidamente alzando gli occhi al cielo, poi mi volto un attimo per guardarlo.

«Eri bellissima stasera.» sussurra lui non appena il suo sguardo incontra il mio.

«Grazie.» rispondo io abbozzando un lieve sorriso e i muscoli del viso più distesi.

«Ma non c'è da stupirsi, tu sei sempre bellissima.» si complimenta aprendo le braccia per domandarmi di accogliermi tra esse.

Lo osservo. È davvero bellissimo: ha i capelli pettinati all'indietro perfettamente sistemati con il gel, tranne per qualche ciuffo che ormai è in disordine. Gli occhi sembrano quasi color caramello e risaltano sembrando ancora più luminosi e brillanti, proprio come il suo sorriso sincero, dolce, genuino, con quei denti perfetti, le labbra carnose e morbidissime. È dolce, gentile, sensibile e affettuoso, mi riempie di attenzioni e tiene davvero a me.

Però non è Zayn.

Vedere il mio fratellastro mi ha provocato una scossa, una sensazione strana. Forse è quella destabilizzazione che provavo sempre con lui, quelle montagne russe, quel salto nel vuoto che mi spaventava ed eccitava allo stesso tempo, che mi faceva sentire viva, provare adrenalina, che mi faceva stare con il fiato sospeso ogni volta che lo vedevo.

«Vieni.» mi fa segno Cameron sorridendo, ancora con le braccia aperte.

«Cam...» abbasso lo sguardo e scuoto debolmente la testa, «Vorrei stare un po' sola se non ti dispiace.»

«Va bene.» annuisce appena facendo sparire le labbra all'interno della sua bocca, «Buonanotte allora.»

«Buonanotte.» lo congedo.

Aspetto che esca e chiuda la porta, spengo la sigaretta nel portacenere e mi stendo sul letto affondando il viso ancora truccato nel cuscino. 

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