Capitolo 78

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Mi fa uno strano effetto pensare che, solo pochi mesi fa, in una situazione del genere mi sarei sentita inadatta, brutta, goffa e mi sarebbero tremate le gambe alla sola idea di scendere le scale davanti a tutti gli ospiti elegantissimi e posati.
Invece oggi mi sento bella, sensuale e adatta, particolarmente adatta a questo ambiente.

Sì, non sono più la Chanel timida ed impacciata, che si vergogna, che ha problemi con il cibo o che ha bisogno dell'approvazione di qualcuno per sentirsi bene con se stessaIo sto bene con me stessa ora, perché mi piaccio e mi apprezzo per quello che sono, sorrido a me stessa mentre mi avvio per raggiungere il salotto.

Tengo un po' sollevato il preziosissimo abito firmato per non inciampare sulla lunghissima e leggera gonna rosa. Mentre scendo, gradino dopo gradino, comincio a vedere sempre più volti, alcuni più noti, altri sconosciuti ma che mi osservano tutti ammaliati, a bocca aperta, sorridendo o mostrando il loro apprezzamento; so che sono realmente estasiati dalla mia bellezza, dal mio magnifico abito di alta sartoria, dalla mia abbronzatura, dalle ciocche dei miei boccoli che sembrano ricadere sulle mie spalle come leggerissime piume, dal mio trucco impeccabile o dal mio modo di camminare sinuoso ed elegante.

Ondeggio lateralmente la gonna dell'abito con leggerezza non appena arrivo alla fine delle scale ed i miei sandali, rigorosamente Louboutin, toccano il pavimento della sala decorata a festa.

Clair, che era un po' più indietro rispetto a me, rimane al mio fianco ora passando attraverso i tantissimi invitati che sono venuti a dare il loro sostegno a mia madre o, forse, solo a bere champagne e mangiare stuzzichini gratuitamente.

Qualcuno mi fa un cenno con la testa, altri agitano la mano, i meno affettuosi si limitano ad un sorriso, ma a me sembra di non conoscere praticamente nessuno. Ricambio i saluti e, finalmente, posso fermarmi in un angolo da dove vedrò scendere mia madre.

«Chi sono tutte queste persone?» mi chiede Clair che si è già servita con un calice di vino che ora sta reggendo in mano.

«Non lo chiedere a me, non credevo nemmeno che ci entrassero tutti nel salotto!» esclamo ridendo.

«Questo champagne è ottimo!» annuisce in segno di apprezzamento la mia amica, dopo averne sorseggiato un po'.

«Mia madre ha assaggiato vino per mesi prima di trovare quello giusto.» la informo alzando gli occhi al cielo.

«Hai visto chi c'è?» indica dietro di me dopo aver sghignazzato, io mi volto e non riesco a credere ai miei occhi.

«Che faccia tosta! Ha pure il coraggio di farsi rivedere qua?» esclamo io e lei annuisce mentre entrambe ci mettiamo ad osservare la moretta dai lunghi capelli lisci, con un abito a balze di un bel color corallo.

Non vedo Sarah da parecchio tempo, anche se qualche volta ci siamo incrociate nei corridoi di scuola.

«Ragazze, siete bellissime.» ci saluta con un sorriso subito dopo essersi avvicinata e non posso fare a meno di squadrarla con espressione disgustata.

Non faccio in tempo a risponderle con acidità perché tutti gli invitati si voltano verso la scala, con un urletto di sorpresa, quindi capisco che mia madre sta per scendere la scala e non vedo l'ora di vederla.

Faccio un lungo respiro e mi volto anche io, pronta per applaudire la futura sposa in tutta la sua bellezza e raffinatezza.

Spalanco gli occhi e apro la bocca, portandoci una mano davanti, così stupita e meravigliata da non riuscire a parlare, a pensare, quasi neanche a respirare. Poi, guardo Clair che, dal suo sguardo, sembra più preoccupata di me.

«Chanel...» prova a dire, ma sicuramente non ottiene l'effetto sperato.

Il mondo attorno a me si è fermato, le persone hanno smesso di ridacchiare, mormorare, sorridere e salutare, la musica leggera in sottofondo si è spenta e non riesco più neanche a sentire quell'odioso odore di rose mischiato a profumo da donna e champagne.

E poi, non noto più neanche Clair e la sua mano che mi accarezza delicatamente il braccio per cercare di tranquillizzarmi e non attendo più ansiosamente mia madre.

È come se un peso si fosse appoggiato sullo stomaco e lo premesse così forte da farlo scoppiare e migliaia di aghi mi avessero appena perforato il collo raggiungendo la mia gola e non permettendomi neanche di deglutire.

Il mio sguardo, in questo momento, sembra catturato solo da quegli occhi scuri e tenebrosi, particolarmente belli, terribilmente ipnotici.

Non riesco più a guardare altro, a pensare ad altro, non riesco più a capire nemmeno dove mi trovo o cosa sto facendo. Ho solo paura di una reazione sbagliata, di quello che succederà dopo. Sento la terra sprofondare sotto i piedi e ho bisogno di stringere la mano di Clair fino a farle male. 

Dopo otto lunghissimi mesi me lo ritrovo davanti senza un minimo di preavviso.

Ad un certo punto, improvvisamente, il suo volto si gira come se sapesse dove trovarmi e i suoi grandi occhi scuri incontrano i miei, fissandoli dall'alto della scala.

Ci stiamo guardando per la prima volta dopo la mia partenza dal Canada e mi sembra così surreale da non riuscire a rendermene conto.

Non so cosa stia succedendo, ma sento le mie gambe che si muovono, i miei piedi che, uno davanti all'altro, camminano e avanzano.

Le mi braccia si fanno spazio tra gli invitati e mi rendo conto di non curarmi nemmeno di fare attenzione a non spingere qualcuno.

Ormai sono davanti a lui e sento Clair che è dietro di me e, spostando appena lo sguardo, noto Cameron che è qualche scalino dietro a lui. Cameron e Zayn insieme?

Accantono questa domanda per concentrarmi sul fatto che, tra il silenzio degli invitati, io e il mio fratellastro siamo ormai uno di fronte all'altra, vicini, troppo vicini, pericolosamente vicini, come non dovremmo essere. 

PillowtalkWhere stories live. Discover now