Capitolo 18

8.4K 445 383
                                    


ZAYN'S POV

«Vorrei ringraziare Chanel,» dice indicandola «che essendo bulimica mi ha ispirata facendomi capire quanto siano importanti queste cliniche per le persone come lei, vorrei che le facessimo tutti un grande applauso.» inizia a battere le mani, ma nessuno la imita.

Tutti cominciano a parlare, a bisbigliare tra di loro e tutti osservano Chanel che sembra sul punto di piangere. Non riesco a credere a quello che sta succedendo, è tutto così surreale che riesco solo ad osservare la mia sorellastra che si guarda attorno spaesata.

I nostri sguardi si incrociano per un momento ma io non riesco a guardarla, non so per quale motivo ma abbasso istintivamente lo sguardo. Sono davvero dispiaciuto per lei.

Vorrei andarle incontro, tirarla a me e dirle che non succederà niente di brutto, che lei è bellissima. Ma non posso. Non riesco a muovermi, sono pietrificato da ciò che è appena successo e non riesco a fare qualcosa.

Mi sento in colpa quasi come se fossi stato io a parlare su quelle scale al posto di quella stronza che ora ride e scherza con le sue amiche, mostrandosi fiera di ciò che ha appena fatto.

Sto per andare da Chanel quando vedo che Cameron, vicino a lei, le sta già parlando. La vedo correre su per le scale mentre tutti la stanno fissando, non riesco a vederle il viso ma sono convinto che sia in lacrime.

«Non è Chanel ad avere un problema.» mi sento dire poi, quasi senza realizzarlo, mentre istintivamente raggiungo lo scalino dove prima era posizionata Sarah che ora mi sta osservando come tutti gli altri nella stanza.

«Ma cosa fai?» mi dice tra i denti e, dopo avermi rivolto uno sguardo confuso, scuote la testa come se avesse capito le mie intenzioni e volesse fermarmi.

«Probabilmente Sarah ha visto Chanel che entrava in quella clinica e ha pensato che fosse in cura per un disordine alimentare,» la squadro con una smorfia di disgusto mentre lei sembra sempre più sorpresa, «ma in realtà accompagnava me. Quella clinica mi sta aiutando a disintossicarmi.»

Lo annuncio con così tanta convinzione che la gente comincia a bisbigliare di nuovo, a vociferare cose che non capisco. Non mi interessa del parere delle persone, non me ne è mai importato, sono Zayn Malik e la mia reputazione non potrà mai essere distrutta, che io mi droghi o meno.

Però per Chanel è diverso. Lei tiene talmente tanto al giudizio delle persone da essere diventata bulimica e non posso permettere che una cosa del genere le rovini la vita ancora una volta, come le è già successo in passato.

Non avrei mai pensato di compiere un gesto del genere per una ragazzina che mi irrita costantemente e che non sopporto. In realtà l'ho fatto così naturalmente da accorgermi solo ora di ciò che ho detto e di come l'ho difesa.

«Ma che cazzo fai?» la voce di Sarah mi fa trasalire dai miei pensieri mentre, con lo sguardo più furioso che riesca ad avere, mi giro per osservarla.

«Che cazzo fai tu!?» ribatto nervoso cercando di trattenermi dall'urlarle contro.

«Io? Io ho solo detto una cosa vera. O vuoi negarlo anche a me inventandoti una stupida storia sulla droga?» il suo cinguettio mi innervosisce ancora di più, tanto che ho paura di reagire nel modo sbagliato.

«Non ti devi permettere mai più di fare una cosa del genere, o giuro che te ne pentirai sul serio.» la minaccio serrando i pugni e mantenendo le braccia lungo i fianchi.

«Cosa succede Zayn? Proteggi semplicemente la tua sorellina o è brava a letto?» scoppia in una risatina fastidiosa.

«Ti ho già avvisata la prima volta a scuola Sarah e te lo ridico ora. Stalle lontana. Non costringermi a ripetertelo un'altra volta.» ora la mia voce diventa quasi roca.

«Peggio per me? Zayn parli quasi come un vero criminale. È colpa della droga forse?» chiede ironicamente con un sorriso beffardo.

«Ti ho avvisata.» le dico con tono duro e con lo sguardo serio.

«Non capisco davvero cosa ti stia succedendo. Perché difendi quella ragazzina bulimica come se fosse davvero tua sorella?» ora sembra arrabbiata mentre appoggia le mani sui fianchi e mi squadra.

«Non sono affari tuoi. Ora vai via.» le faccio cenno con la testa verso l'ascensore.

«Oh Zayn,» la sua mano mi sfiora la guancia ed io, con un gesto forse fin troppo violento, gliela scanso immediatamente, «sei così sexy quando ti arrabbi, mi manchi sai?»

«Vattene.» scuoto la testa e la squadro con ribrezzo.

«Eppure un tempo ti piaceva così tanto quando ti dicevo certe cose, magari nuda.» sghignazza lei e poi fa segno alle sue amiche di seguirla mentre si dirige verso l'uscita.

Mi guardo attorno: le persone hanno già ricominciato a bere, a chiacchierare, qualcuno sta anche ballando e non avevo neanche notato che il dj avesse già fatto partire di nuovo la musica.

Sono così nervoso che in questo momento ho solo bisogno di una sigaretta e un bicchiere di vodka, forse una bottiglia.

Chissà come sta Chanel in questo momento, me la immagino abbracciata al cuscino mentre cerca di soffocare i singhiozzi che non riesce a trattenere.

Questa festa è stata sicuramente una pessima idea e, adesso, so che avrei dovuto ascoltare la mia sorellastra.

«Ragazzi!» cerco di attirare un po' l'attenzione, «La festa è finita!» esclamo spegnendo la musica, mentre alcuni mi guardano con disapprovazione, «Tutti fuori, dai!»

Qualcuno mi saluta, altri si limitano ad uscire, qualcun altro deve essere letteralmente spinto fuori. Dopo essermi assicurato che nessuno fosse rimasto in casa, trangugio un cocktail e mi fiondo al piano superiore per sapere come sta Chanel e consolarla.

Purtroppo, quando arrivo, capisco che non ha bisogno di me perché qualcuno mi ha già preceduto. Vorrei entrare comunque ma non posso, non sono il tipo che interrompe una conversazione.

Dalla porta, non completamente chiusa, vedo Cameron che è seduto vicino a lei; le accarezza la mano e le bacia la guancia con delicatezza. Mi sento stupido e, per un attimo, realizzo che vorrei essere al suo posto.

La verità, però, è che è molto meglio così, io non sarei in grado di farla stare meglio come sta facendo lui. Io non la accarezzerei, non le bacerei la guancia, non la abbraccerei, non le direi parole dolci, mi limiterei a balbettare qualcosa di confuso.

Scendo al piano inferiore cercando di togliermi dalla testa Chanel e Cameron e quello che ho appena visto, il modo in cui la consolava e in cui lei sorrideva. Mi limito a riordinare il bancone di marmo e a rimettere le bottiglie nel mobiletto in cucina. Sospiro e Naomi viene ad aiutarmi a sistemare.

«Ha fatto davvero un bel gesto.» mi dice poi mentre butta alcuni bicchieri vuoti che erano sul tavolo, «La signorina Chanel ne sarà davvero contenta.»

«Naomi,» la chiamo riflettendo, «non dire niente a Chanel per favore.»

Lei si limita ad annuire anche se non sembra molto contenta, poi continua a riordinare senza prestarmi attenzione.

PillowtalkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora