Cap 14

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Per tutto il viaggio in macchina di ritorno, io e Hunter non parlammo. Si sentivano solo i lamenti di Melissa che risvegliatasi dalla sbornia, aveva un fortissimo mal di testa e una forte nausea. Hunter non gli disse nulla, solamente si limitava a tenergli la mano mentre era concentrato sulla strada, e con l'altra mano guidava. Ogni tanto lui mi mandava delle occhiatine guardandomi dallo specchietto retrovisore, ed io troppo orgogliosa facevo finta di guardare fuori attenta al paesaggio, ma in realtà ero completamente immersa nei pensieri e questi pensieri si chiamavano proprio  "Hunter".
Ero stanca, forse era meglio che ieri non mi presentassi alle festa, mi sarei risparmiata il forte senso di colpa che provavo nei confronti di Melissa. Era tutto sbagliato. Io non dovevo farlo. Non dovevo andare a letto con lui. Non con Hunter. Tanto cosa ci avevo guadagnato?! La solita delusione. Lui era di Melissa.
Ma allora perché lui era così ossessionato da me? Da avermi sotto mano, in pugno?!
Queste erano le domande che mi accompagnarono per tutto il tragitto di ritorno. Per non parlare di quando ripensavo alle sue mani sul mio corpo, arrossivo appena ci ripensavo.
Tornati a casa, non rivolsi la parola a nessuno dei due e mi andai a rifugiare velocemente in camera. Mi cambiai con qualcosa di più soft, cambiai la borsa con una più casual e mi velocizzai ad andare a comprare la pillola, nei giorni scorsi, ne avevo rubate alcune da mia sorella, ma adesso non potevo più prenderle da lei, se mi scoprisse sarebbe un disastro, letteralmente. Poi, l'imbarazzo che proverei davanti a lei...sarebbe ancor peggio.
Fu una cosa molto imbarazzante andare in farmacia a chiedere la confezione della pillola. Divenni rossa come un pomodoro quando glielo chiesi alla commessa, ma d'altronde, non c'era altro modo. Quella donna mi guardò con uno sguardo incredulo, del tipo "Perchè tu vai a letto con qualcuno?!", gli ho rivolto uno sorriso mozzafiato del tipo "si io scopo... e anche tanto" e gli ho detto«ha qualche problema?» chiesi alla commessa con una voce fiera. Forse fin troppo.
«ehm...no signorina... ecco a lei ciò che ha richiesto!» disse per poi porgermi la bustina con dentro la scatoletta delle pillole e consegnarmi il resto. Salutai con sorriso finto e me ne andai poi misi velocemente il pacchetto in borsa, subito dopo aver preso la pillola.
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«io...non so se posso farlo realmente» dissi a Sabina, una mia amica/compagna di lavoro.
Eravamo appartate in un bar poco lontano da casa mia. «oh avanti! Ti prego! Devi semplicemente cercare nel computer di quell'uomo queste informazioni.» disse lei disperata.
«si beh ometti di dire che quel uomo è uno dei uomini più ambiti d'America, perciò ha anche numerose guardie del corpo e beh diciamo che odia chi lo intralcia! Quindi direi proprio che è una missione più tosto complicata, sottolineando che è un Dominatore.» conclusi.
«ti prego, nel suo computer ci sono informazioni su di me, sulla mia vita privata, su mio figlio e sul mio lavoro. Nessuno sa che lavoro faccio, se non le persone che amo di più. Lui ha minacciato di spifferare al mondo intero la mia identità e di far del male alla mia famiglia, se non faccio come dice. Ti prego pensa a Tyler. Se gli succedesse qualcosa io non so come farei!» ammise lei con le lacrime agli occhi farneticando velocemente.
«va bene. Ti aiuterò! E Tyler sarà al sicuro.» dissi io non potendola più vedere così. E pensando al piccolo bambino tenerone. Solo dopo che mi ringraziò capii quel che avevo appena detto.
«grazie Lydia sei la migliore! Davvero.» disse lei, prendendomi la mano sopra al tavolino, stringendola nella sua.
In che guaio mi sono cacciata?!
Oddio.
Gli sorrisi di rimando e poi presi un sorso del mio cappuccino.
Rischierò la vita... come sempre d'altronde.

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Eccomi qui peopleee, sono tornata finalmente con il nuovo capitolo, presto arriverà anche il prossimo dove ci sarà un pò di movimento per la nostra protagonista. Spero vivamente che la mia storia vi piaccia.

Un bacio e buone vacanzeee!💋

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