Cap 16

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Buongiornooo ragazzi,
Si, sono tornata, scusatemi davvero per il ritardo, ma ho moltissimi impegni e mi è molto più difficile scrivere, ma non intendo affatto smettere di scrivere! Quindi eccomi quiiiii con il nuovo capitolo! Spero vi piaccia!!
Alla prossima, aggiornerò presto promesso!😄
Un baciooo😘♥️
——

Me ne andai di lì di nascosto senza essere vista da Christian, non potei fare a meno di piangere interrottamente. Avevo preso i file, la missione era andata bene, eppure io mi sentivo sconfitta... rivederlo mi aveva lasciato un magone in gola. Lui mi aveva conosciuto come la piccola, docile e ribelle Raquelle Agreste. Lui non sapeva la mia vera identità, certo che non la poteva sapere, perché io ero stata ingaggiata per scoprire chi era il terrorista che si nascondeva, infiltrato, nella sua azienda. I ricordi di lui che si scopava  quella grande zoccola,mi offuscano la mente...

"oh, avanti Lydia, che fai piangi adesso!?... sono passati mesi oramai!"

Mi ricordò il mio subconscio.

"Hai ragione, devo stare calma e riprendere il controllo di me stessa!"

"Io, ho sempre ragione!"

" Certo certo, adesso sparisci!"

Cavolo adesso parlo pure da sola sto proprio messa male!

Dopo aver ripreso la macchina con la vista ancora un po' sfocata, mi diressi nel bar in cui Sabina mi aveva dato appuntamento, subito dopo avergli detto che la missione era conclusa.
Tornai al baretto della scorsa volta.
Appena entrai nel bar, mi passai le dita sotto gli occhi per assicurarmi che il trucco colato lo avevo tolto, e fortunatamente era così.
Vidi Sabina verso il fondo dell'abitacolo, sorrisi leggermente nel vedere il piccolo Tyler giocare con un pupazzetto sul tavolino accanto alla madre.
Andando verso di loro mi sentii prendere dal braccio con forza per fermarmi e farmi voltare con poca delicatezza. Guardai il tizio che mi aveva afferrato dal braccio, infuriata. Ritrovandomi davanti, Huter. Non so cosa ci facesse li, ma era incredibile, la sua presenza  mi perseguitava ovunque andassi.
«Ma che diavolo..?!» non finii di parlare che lo guardai strabiliata.
«tu che ci fai in questo posto?  Soprattutto, vestita in questo modo!» disse lui, digrignando i denti.
«devo incontrarmi con una persona!» dissi. Non ero tenuta a dargli spiegazioni. Non ero la sua ragazza, e lui non teneva a me.
Prima che lui riaprisse bocca vidi che Sabina e il piccoletto non erano più seduti al tavolo, ma le loro cose erano ancora lì. Distolsi lo sguardo velocemente, riportandolo su Hunter.
«un uomo?!» chiese contraendo la mascella. Sapevo che era stranito, perché ogni volta che lo era faceva quel gesto.
«stavi piangendo?!» chiese subito dopo accorgendosi dei miei occhi ancora lucidi, per poi stringermi la mano intorno al braccio.
«io...ehm... no!» affermai, mentendo, per poi strattonare via la sua presa sul mio braccio.
«ma hai gli occhi lucidi!...con chi devi vederti?!» affermò. Non feci in tempo ad rispondergli che mi sentii chiamare da una voce dolce, innocente di un piccolo bambino. Tyler mi stava richiamando correndo verso di me, finché non mi circondò le gambe con le sue piccole braccia. Quel bimbo di 4 anni, dai capelli biondi gli occhi verdi e le guancettone rosastre mi avevano rubato il cuore. Era adorabile quel bimbo. «Tia lidiaaa!» disse con quella sua adorabile ma errata pronuncia, faceva ancora un po' di fatica nelle pronunce dure come la "Z".
Mi abbassai, abbastanza per abbracciarlo alla sua stessa altezza. Si spostò un pochino da me, il minimo indispensabile per vedermi dritto in faccia. «ciao tesoro di zia! Ma quanto sei diventato bello!» gli dissi porgendogli uno dei miei sorrisi migliori, spettinandogli un po' i capelli.
«tia bella!...» mi disse indicandomi, per poi toccarmi una guancia. Sorrisi a quel gesto, finché lui non disse «pecchè piangi tia?!». Per qualche secondo il sorriso scompari dal mio volto, ma subito dopo ricomparve, per poi aggiungere. «non ti preoccupare piccolo, la zia sta bene, è solo felice di vederti!» dissi dandogli poi un bacino sulla fronte.
Appena vidi Sabina davanti a noi, mi alzai, tenendo comunque la manina a Tyler. «hey, come stai?!» mi chiese lei. «bene bene!» dissi io sorridendogli falsamente.
Niente andava bene!
Mi sentii tirare alla mano, così abbassai lo sguardo verso Tyler che mi guardava incuriosito. «chi è lui?!» disse indicando Hunter.
Mi voltai verso il ragazzo dietro di me, lo fissai. Era rimasto stupito lì fermo, immobile, e mi fissava come per capire i miei pensieri o ciò che avevo dentro.
Si grattò la nuca, in imbarazzo (?), non sapendo che dire. «lui, piccolo, è il mio amico Hunter!» gli dissi sorridendo, per poi lanciare un occhiata a Hunter. «Non sapevo ti fossi fatta un ragazzo!» disse Sabina con un sorriso sornione in volto. «no...no... ehm... lui è il...ragazzo di mia...sorella!» dissi balbettando, sempre più in difficoltà. Possibile che mentre dicevo quelle cose mi sembrava di essere pugnalata al petto da uno stiletto?!
«già... ehm, piacere di conoscerti mi chiamo Hunter!» disse a Sabina, porgendogli la mano. I due se la strinsero, e lei si presentò a lui.
Poi Hunter si voltò verso il piccoletto per chiedergli come si chiamava, la Tyler gli fece una pernacchia e si nascose dietro le mie gambe. Quella scena mi fece ridere...
«mi sa che non gli piaccio!» disse Hunter, facendo accenno ad un sorriso.
«oh non ti preoccupare, lo fa' sempre ahahha» disse Sabina. Poi aggiunse «Tyler si saluta per bene!» lo rimproverò la madre, guardando dietro di me.
Poi si rivolse a me con lo sguardo «com'è andato l'appuntamento?!» chiese lei, riferendosi alla missione. Stava parlando in codice all'incirca, per non esser sospetta.
«oh bene, qualche piccolo imprevisto, ma è andato tutto bene! Christian è stato molto dolce oggi!» dissi. Lei sbarrò gli occhi al suo nome e disse «oh... ma davvero?! Allora dai, andiamo mi devi raccontare tutto!» disse lei sorridente. Annuii fingendo come stava facendo anche lei.
«d'accordo... ehm... allora io vado!» disse Hunter. «ci vediamo!» disse, mi sembrava molto tirato, mi accorsi subito che serrò le mani in due pugni, per poi salutare tutti e andarsene.
Cercai di capire ciò che gli era preso, ma alla fine mi sforzai di non pensare a lui.
Ci dirigemmo al tavolo io e Sabina, gli diedi ciò che voleva, era felicissima, mi ringraziò moltissimo, si scusò con me per l'imprevisto e mi chiese di raccontargli di Christian, mentre Tyler giocava tranquillo con il suo pupazzetto. Così gli raccontai tutto, anche se non potei fare a meno di avere gli occhi lucidi...

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