Cap 28

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Per quanto lo avessi tenuto lontano da me, per quanto io cercassi di allontanarmi da lui... non ci riuscivo e cedevo alle sue avance.
Domani sarei tornata alla sede dell'F.B.I. per svolgere le mie mansioni ed andare in missione. Poi il giorno dopo, sarei entrata nella Cia e avrei intrapreso una nuova missione. Sarei partita per tre settimane, per Las Vegas nell'intento di fermare un gruppo clandestino che spacciava droga, gareggiava clandestinamente e metterli in manette. Da una parte ne ero contenta... ma dall'altra, preferivo assumermi un altro incarico, più vicino a casa possibilmente. Vicino ad Hunter. Vicino alla mia famiglia. Ma la CIA mi permetteva di far fare poco e niente. Perciò, non avevo molta scelta.
«allora... te ne vai!?» mi chiese.
Annuii senza guardarlo, riprendendo a fare i miei ultimi bagagli. «ritornerò all'FBI» Gli risposi. «Sarai al sicuro?»mi chiese. Stetti per qualche secondo in silenzio. Perché gli interessava?
«dipende cosa intendi per "sicuro"... ma si, lo sarò... so' cavarmela» gli risposi con voce pacata.
«cosa ti hanno assegnato?» mi chiese lui. «sventrare i gruppi clandestini, gareggiare a qualche gara e mettere in manette il capo e la sua banda» dissi tranquilla. Insomma... per me era alla normalità del giorno.
«gare clandestine? Scherzi?!» mi chiese alzando la voce. «stai tranquillo, per me è normale e poi ho sempre avuto un debole per le corse in auto.» ammisi. Già! Avevo sempre desiderato gareggiare... certo, preferivo con delle persone per bene in una gara legale e magari con un pubblico che ti acclamasse,
non con dei criminali in mezzo alla strada e sempre pronti a scappare dalla polizia (per non svelare la mia identità e farmi scoprire), ma, mi sono dovuta accontentare....
Sempre meglio di niente.
Un lato positivo è che potevo gareggiare con qualsiasi auto che volevo... una Ferrari, una BMW M3, una Jaguar f TYPE... con tutto.
Ed io ne andavo matta, letteralmente.
«uhm... non ti ci facevo!» disse lui, avvicinandosi.
«lo so... sono una ragazza piena di sorprese!» dissi vantandomi. Cercando di reprimere il disagio che provavo. Stavo infrangendo le mie stesse regole.
Hunter mi si avvicinò ed io mi allontanai da lui. Non potevo rischiare di perdere la testa. Di nuovo. E sarebbe bastato davvero poco per perderla.
«uhm... devo andare a prendere il bucato» dissi come scusa per scappare dalle sue grinfie. Mi diressi velocemente in bagno seguita da lui. «già l'ho ritirati io, i panni!» disse lui. Mi bloccai e voltandosi verso di lui dissi «allora vado a preparare il pranzo!» dissi sorridendogli.
«l'ho preparato io, già! » disse lui.
Cavolo ed ora?! Inventati qualcosa. «allora... devo fare qualcosa... io» iniziai a parlare a vanvera. Ero in ansia.
Mi incamminai, verso un punto impreciso della casa. Ma venni afferrata per un braccio per poi esser sbattuta al muro. Bloccata da lui. Le sue braccia erano a lato della mia testa. «che fai piccola? Mi ignori?» mi canzonò, stirando un ghigno malizioso sul suo fantastico viso.
Non gli risposi, mi limitai a cercar di scansarlo da me, senza successo...
in compenso mi si avvicinò, di più. Il suo sguardo penetrante, mi stava spogliando, mi stava leggendo dentro, facendo cadere tutte le mie barriere. Le gambe stavano diventando molli e tremanti, dovetti posargli una mano sulla spalla, per evitare di cadere. «stai tremando... non pensavo ti facessi questo effetto!» Disse divertito, alzando un sopracciglio e ghignando.
«levati!» dissi. «sicura di volerlo?» mi chiese, soffiandomi sulle labbra, per poi iniziare a baciarmi il collo, lasciando dei soffici baci su di esso, e strofinandosi sopra il naso.
Rabbrividii. «allora?» mi richiese, mentre riprendeva a torturarmi.
«s-spo-spostat-i» gli risposi con voce tremante. Ingannata da me stessa. Stavo godendo troppo in quel momento...
«non mi sembri molto convinta piccola Lydia!». Mi rispose lui, divertito. Staccandosi dal mio collo, per poi tornare a guardarmi in viso. «non è vero, io sta...» non riuscii a finire di parlare che mi ritrovai, con le sue labbra poggiate sulle mie. Non mi staccai. Ci baciammo con trasporto, unendo le nostre lingue in una danza. Gli allacciai le braccia al collo, mentre le sue mani vagavano lungo il mio corpo. E non potei fare a meno di lasciarmi trasportare dalla passione, e fare l'amore con lui prima di partire...
~~~~~~
Era passata quasi una settimana, stavo gareggiando contro Blade, sfrecciando per le strade della California a 190km/h. Era un uomo sulla 30ina, occhi spenti grigi, capelli di un nero intenso. Abbastanza alto, muscoloso ed un essere effimero. Quello stronzo mi stava attaccato al di dietro, per cercare di superarmi, così dovetti alzare un po' la marcia. Zigzagava per la strada nel tentativo di superarmi, con scarsi risultati, dato il fatto che mi paravo davanti a lui. Misi la marcia e schiacciai ancor di più sull'acceleratore. Superando così il traguardo. Fermammo le auto in un piazzale abbandonato. Dove erano riuniti tutti quelli della combriccola, più qualcuno che si impegnava a cercar di arrivare ai posti alti...
Era da quasi un'anno che mi occupavo di metterli in manette... perciò avevo fatto esperienza ed in più ero diventata davvero brava.
Blade scese dalla macchina incazzato nero. Mentre tutti applaudivano e mi fischiavano.
Eh già! Si era appena giocato la macchina. E sinceramente non mi dispiaceva affatto!
Scesi dalla macchina, guardando prima il mio riflesso nello specchietto. Ero uno splendore. Così scesi, dalla mia BMW M3.
E con un sorrisetto vittorioso andai da Blade.
«che dicevi?!» gli chiesi sorniona, sbattendogli in faccia il fatto che lui mi avesse preso in giro, sul fatto che sono solo una ragazza e che non avevo alcuna speranza.
«va bene... hai vinto! Prenditi la tua nuova auto e vattene via!» mi ringhiò incazzato.
Mi lanciò le chiavi della sua BMW M2, che presi al volo.
Mi diressi verso la mia macchina subito dopo aver salutato Ector. Un ragazzo dolcissimo, che aveva dovuto entrare a far parte delle corse per via di alcuni problemi creati dalla sua stessa famiglia... perciò era stato obbligato. Ha due anni in più di me, è un ragazzo davvero molto bello, ma anche con un gran cuore! Mi tratta come una sorellina minore e beh per me lui è come un fratello.
Mi sono ripromessa che lo avrei aiutato e sarà così.
Prima di rientrare in auto, mi voltai urlando «Blade!». Lui si girò guardandomi confuso e arrabbiato. Presi e gli lanciai le sue chiavi. Lui le prese al volo guardandomi sorpreso. «la prossima volta, non sfidarmi!» gli dissi. Gli sorrisi e con una movenza seducente, mi infilai in auto, subito dopo aver accennato un saluto con la testa.
Accesi il motore feci retromarcia e partii, prendendo una stradina sterrata.
—-
Dopo la gara, mi sono ritrovata a bermi un drink, in un piccolo pub.
Mi ero fermata in un piccolo locale, abbastanza frequentato. Per stare un po' da sola e riflettere...
Mentre bevevo, persa nei miei pensieri, una voce maschile mi richiamò. «Lydia?!».
Sgranai gli occhi, quella voce, era lui...
Mi girai molto piano e appena lo vidi, iniziai a piangere.
Oddio... quanto mi era mancato!
L'uomo della mia vita era proprio lì davanti a me. In meno di un secondo mi scaraventai tra le sue braccia. «BRANDON!... oh mio Dio!» immersi il viso nell'incavo del suo collo, assaporandone il suo odore. Mi era mancato.
Mi erano mancati i suoi capelli rosci, i suoi occhi color ghiaccio, la sua voce... mi era mancato tutto di lui. E non vedevo l'ora di poterlo riportare a casa.
«shhh... non piangere! Sono anch'io felice di vederti!» ammise lui ridendo. La sua risata era il suono più bello che potesse mai esserci.
Sapevo che si stava commuovendo... lo sapevo eccome.
«cosa ci fai qui?» chiesi a lui.
«oh beh, sono venuto qui a trovare un vecchio amico, e tu?»
Mi chiese lui stringendomi ancora a se. «lavoro!» dissi solo.
Lo vidi annuire. Ci staccammo leggermente, ed dopo esserci guardati a lungo, scoppiammo a ridere. Per poi riabbracciarci subito dopo.

——-
Eccomi qui. Scusatemi il ritardo, ma ho avuto qualche imprevisto. Allora, vi piace il nuovo capitolo? Chi è Brandon? Lydia cosa ci nasconde ancora? Avete qualche ipotesi?!
Spero vi sia piaciuto.
Un bacioneee❤️

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