Cap 20

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Non avrei mai pensato di andare a finire in un Galà eppure, eccomi qui, per via di una faccina troppo dolce per dire di no. Sapete tutti di chi sto parlando, solo LUI poteva convincermi a fare una cosa del genere, facendomi gli occhi da cucciolo indifeso. Scongiurandomi di essere la sua dama, mettendosi anche in ginocchio davanti a me, per chiedermelo. Essendo per il suo lavoro, accettai, dato che inoltre lui mi stava ospitando a casa sua per un tempo indeterminato.    E quindi eccomi, in una grandissima sala rivestita solo di marmo, con un mega lampadario con gocce cristalline al centro della sala, che donava alla spaziosa villa un tocco regale...sembrava la casa di una principessa. Per quella occasione, nel pomeriggio, Hunter mi si era presentato in camera, mentre ero seduta sul letto a leggere un libro, dicendomi che aveva un regalo per me, ero molto confusa. Così posai il libro sul letto e aprii la grande busta blu, dalla quale ne estrassi una scatola argentata,che aveva un fiocco alla sua estremità. Aprii anche essa e ne estrassi un vestito di seta nero senza spalline, lungo fino ai piedi con a lato da metà coscia in giù uno spacco, sul corpetto uno strascico di brillantini argenteii ricoprono lo scollo, unendosi poi dietro al collo, con la schiena completamente scoperta.

Era davvero bellissimo

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Era davvero bellissimo. Non facevo altro che guardare il vestito e poi Hunter. Ero rimasta davvero scioccata... non sapevo che dirgli.
«n-non lo posso accettare! Ti sarà costato tantissimo!...io... no davvero!» ero così incerta sul da farsi. «tranquilla, non sono un problema per me i soldi, quindi... mi farebbe molto piacere se tu lo accettassi! E lo indossassi questa sera » mi aveva detto quello stesso pomeriggio. «e poi... se non lo prendi mi offendo!»aveva aggiunto, alzando lo sguardo su di me, facendomi un sorriso "strappa mutande" seguito da un'occhiolino. Era da ieri, da quando c'era stata tra di noi quella cosa, quel quasi bacio, che non era successo ancora niente. Ed ciò un po' mi aveva stranita ma anche tranquillizzata, avevo fatto la cosa giusta, avevo fatto bene a venire qui, forse mi preoccupavo per un non nulla. Alla fine, avevo accettato il suo regalo, insomma, come potevo non farlo?! Mi aveva messo alle strette. Perciò lo avevo indossato, mettendoci delle decoltè argentate in abbinamento, un trucco basato su: un po' di ombretto, un rossetto rosso opaco, il mascara e l'eyeliner. Devo ammettere che quel vestito era la mia vita, ero semplicemente bellissima.
Quindi eccomi qui, accanto ad un Hunter in giacca e cravatta, impegnato a parlare di affari...
In questa serata, mi sono ritrovata a parlare con diverse donne, fingendomi una donna d'affari impegnatissima nel lavoro, ma al momento in vacanza, qui presente solo per il proprio compagno. Che da circa 20 minuti non vedevo. E non sapevo dove si era andato a cacciare. Per tanto, sapendo perfettamente che loro non conoscevano Hunter intimamente non potevano neanche sapere che lui è il ragazzo di mia sorella ed io la sua futura "cognata".
Alla fine, della serata, mi ero divertita, ero stata molto bene, anche se avevo dovuto ballare... non amavo ballare, però modestamente parlando ballo molto bene...
Quella sera ballai con lui. Non pensavo fosse così bravo.
—-Flashback—
Stavo finendo il mio drink, quando, Hunter si mise davanti a me e con un sorriso malizioso, mi tolse il bicchierino dalle mani, posandolo sul tavolino dietro di lui, per poi girarsi nella mia direzione e chiedermi «mi concederesti l'onore, madame!?» facendomi un piccolo inchino con il bacia mano. «ma certo mon cher!» dissi sorridendogli divertita. Sempre tenendomi per la mano mi accompagnò in centro pista, poi si portò le mie braccia intorno al suo collo, poggiando in seguito le sue mani sui miei fianchi. Iniziando così a ballare un lento, data la musica. «dove ti eri cacciato?» gli chiesi avvicinandomi a lui, guardandolo negli occhi. In quei occhi che facevo fatica a non rimanere a fissarli per ore.
«ero con il signor Calbern a parlare di lavoro!» mi disse ghignandomi. «che c'è ragazzina, ti sono mancato?!» mi punzecchiò. «pff ma fammi il piacere...» mentii distogliendo lo sguardo dal suo, facendo una smorfia. «è solo che la signora Clark non la smetteva più di parlare!» dissi. Lui prese a ridacchiare e mi disse «mi dispiace, non esser potuto venire da te a salvarti da quell'agonia!» scherzò.Alzai gli occhi al cielo. Il silenzio tra di noi calò, mi volevo godere questo momento di pace... così strinsi ancor di più la presa dietro al suo collo.  «sei davvero bellissima!» mi disse avvicinando il suo volto al mio orecchio, sussurrandomi. Fortunatamente lui non mi stava guardando altrimenti avrebbe visto il mio rossore più che evidente. Esatto ero arrossita per due paroline. Eppure quella era la sensazione che mi faceva provare la sua vicinanza. Mi faceva perdere il controllo, inebriare la mente...
Per non parlare del suo profumo. Menta e tabacco una combinazione perfetta.
«g-gr-grazie...anche tu stai davvero bene!» gli dissi balbettando. Da quando in poi io balbetto?! O arrossisco?
«sei arrossita?!»mi colse con le mani nel sacco. Avvampai ancor di più. Sono sicura di esser un peperone. «n-no!» balbettai come un ebete. «oh ma avanti, ma se sei tutta rossa!» continuò sfottendomi con un ghigno. Gli diedi un buffetto sul petto per poi dirgli uno «smettila!» che lo fece ridere. Dio quanto è bello il suono della sua risata.  Tornai a stringere la presa intorno al suo collo. Iniziando anch'io a ridere, contagiata da lui.
—-Fine Flashback—-
Dopo quattro lunghe ma divertenti ore, passate con Hunter e i suoi uomini d'affari. Tornammo a casa. Hunter era andato in camera sua, per parlare al telefono con qualcuno.Presumo il suo capo, o comunque qualche collega di lavoro, dato il tono formale che aveva assunto. Vista la situazione, io ero andata in camera mia. Ma avevo sentito Hunter alzare la voce, perciò andai da lui. Aprii la porta con cautela, piano, giusto in tempo di sentirlo attaccare la telefonata. Ero in certa se entrare o meno, forse era meglio che io me ne andassi. Ma quando sentii un forte botto provenire dalla sua camera non ci pensai due volte. Aprii la porta e mi rivolsi a lui con voce pacata «hey... tutto bene?!». Entrando vidi che tutte le cose sulla sua scrivania erano cadute, fogli, matite...compresi svariati libri belli alti, probabilmente loro la causa di quel rumore/ botto. Hunter aveva buttato a terra tutto quel che c'era al di sopra di essa, preso da un attacco di ira. Lo trovai di spalle,  senza maglia, vedevo i sui muscoli tesi, contratti mentre teneva le mani strette in due pugni. Il cellulare lo aveva scagliato lontano, sul letto. La sua camera era davvero molto spaziosa. Un letto matrimoniale costeggiava la porta di legno chiaro, un armadio a muro rivestiva interamente la parete di lato al letto. Un televisore da 40 pollici era attaccato al muro di fronte al letto. Ed di fronte alla porta era presente una grande scrivania, al di sopra di quest'ultima, c'erano delle mensole con sopra delle foto. Nello spazio in mezzo alla scrivania e la TV, una finestra.
Tornai a rivolgere lo sguardo su Hunter, che intanto aveva voltato la testa verso di me. Era così arrabbiato, che i suoi occhi erano diventati più scuri, offuscati da quello stesso sentimento.
Mi avvicinai a lui, che quando si girò del tutto verso di me, gli dissi.«no... è ovvio che non stai bene, perché in somma se stavi urlando prima!...che domande faccio?!...posso fare qualcosa per t...» stavo parlando a vanvera, lo ammetto. Non so perché ma con lui mi sentivo nervosa. Non finii di parlare che lui posò le sue labbra sulle mie. La sua mano destra era sul mio fianco mentre l'altra mano mi teneva ben salda per il braccio. Non pensai. Non volevo. Non potevo. Sapevo solo una cosa "volevo lui". Ricambiai quel bacio carico di desideroso, di passione. Le nostre lingue danzavano insieme, perlustrando la bocca ed il palato dell'altro. Iniziò a slacciarmi con cautela il vestito, che poi ripose su una sedia, lasciandomi in intimo di pizzo, tornando poi da me e riprendendo come se niente fosse. Presi dal desiderio, Hunter mi alzò da terra, facendomi mettere automaticamente le gambe intorno al suo bacino, mentre le mie mani che erano dietro al suo collo, giocavano con i suoi capelli. Non smettevamo di baciarci, non avevamo entrambi fiato eppure non ci staccavamo l'uno dall'altro, come se entrambi avessero bisogno dell'altro come l'aria, l'ossigeno. In batter d'occhio, Hunter mi aveva poggiata sopra la scrivania, con lui tra le gambe divaricate. Ridacchiando chiesi «sulla scrivania?!» e lui rivolgendomi un ghigno malizioso mi rispose «perché no?! È eccitante non trovi?!». Annuii iniziando a baciargli il collo, a mordicchiargli la mascella e a lasciargli tanti piccoli bacetti sul viso mentre le mani non facevano altro che toccargli il petto, l'addome, scendendo fino al nodo dei pantaloni. Velocemente glieli abbassai, lui li cacciò in un angolo della stanza, lasciandolo così solo in boxer mentre ansimava sotto al mio tocco. Una mano si infilò prepotentemente sotto al reggiseno, che mi venne tolto dall'altra sua mano libera, per poi prendermi un seno fra le mani iniziando a toccarmi il capezzolo. Gemetti appena lui lo prese in bocca, succhiandomi un seno e toccandomi l'altro. Non so come ma in pochi istanti ci ritrovammo entrambi nudi, con lui che si posizionava meglio tra le mie gambe divaricate per poi, con il mio consenso, mettersi il preservativo e penetrarmi velocemente con una mossa di fianchi facendomi gemere rumorosamente . Grugnendo mi disse «era da tanto che ti volevo». Quelle parole mi arrivarono ovattate, mi piacquero così tanto.
Però non dissi niente. Iniziò a muoversi dentro di me con un ritmo crescente. Nella stanza si sentivano solo i nostri gemiti, repressi ogni tanto da qualche bacio. Sentivo un calore nel basso ventre farsi sempre più forte, stavo per arrivare al culmine. «sto per v-ve-venire» gli dissi, un secondo prima di esplodere in un orgasmo. Gli graffiai la schiena, conficcandogli le unghie nella pelle. Rallentando il ritmo, Hunter mi diede ancora qualche botta d'anca penetrando in me in modo netto, finendo poi per venire anche lui. Eravamo entrambi velati dal sudore, senza fiato, eppure, non mi ero mai sentita così viva.
Le braccia che in quei due minuti mi avevano abbracciata, riprendendosi da ciò che era appena successo, mi lasciarono, lui uscì da me, poi guardandomi mi ordinò «scendi». Ubbidii seppur non capendo. Lui mi prese e mi sbatté al muro, dove prese a baciarmi il collo, mordicchiarmi il lobo, baciarmi. Mentre una delle sue mani stuzzicava la mia intimità. Eccitante, molto. Tra un bacio e l'altro mi disse «ti fidi?» annuii certa. Mi stavo abbandonando a lui. «allora girati, appoggia le mani sulla scrivania e divarica le gambe». Fece come mi aveva detto. Poi lo sentii posizionarsi dietro di me mentre mi dava delle sculacciate sul fondoschiena. Faceva male, ma era eccitante. Sono malata! Sto fuori di testa!
Poi mi penetrò da dietro. Non so come ma godetti un sacco, sentendo arrivare il suo cazzo (non posso credere di averlo scritto) più in profondità. Hunter nel mentre con una mano mi teneva salda per un fianco, con l'altra mi tirava dolcemente i capelli in dietro, cercando di non farmi male. Sentivo di nuovo di stare per arrivare al culmine, sentendolo anche Hunter, per via dei miei muscoli che si indurivano e si contraevano, aumentò la velocità. Gemetti davvero fortemente, e proprio quando Hunter affondò in me in modo brusco venni insieme a lui, urlando il suo nome. Uscì da me piano, lasciandomi i capelli. Per tutto il tempo non avevo potuto far a meno di aggrapparmi alla scrivania con tutta la mia forza, e avevo fatto bene, perchè le mie gambe adesso erano come la gelatina, non riuscivo neanche a stare in piedi, tant'è che mi stavano per cedere, ma Hunter ancora con l'affanno, subito dopo essersi tolto il preservativo e averlo buttato nel cestino sotto alla scrivania, vedendomi traballante mi afferrò al volo, stringendomi da dietro a se. Mi lasciai cullare da quelle braccia possenti, mentre lui mi lasciava un bacio tra i capelli. Chiusi gli occhi beandomi di quella sensazione e li riaprii, quando mi sentii sollevare da terra... In poco tempo mi ritrovai a chiudere gli occhi e a lasciarmi andare nelle braccia di Morfeo cullata da due forti braccia.

——
Eh eh! Hunter e Lydia non possono resistersi, non c'è dubbio! Nonostante siano legati entrambi a una persona a cui vogliono entrambi bene, non riescono a stare lontani. Cosa succederà? Lydia scapperà nuovamente? Oppure Hunter avrà la meglio?!
Se vi è piaciuto commentate e votate, ci vediamo al prossimo capitolo! Un bacione ciaooo!!

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