Cap 19

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«ehm... mi serve un posto dove stare, per un po' di giorni....» gli dissi, ero così in imbarazzo che abbassai gli occhi sulle mie scarpe. «motivo?!....» mi chiese assottigliando gli occhi. Non sapevo che dirgli.
Poi lui aggiunse «no, aspetta, non me lo dire, me lo dirai domani! Avanti vieni.» mi disse sospirando.  Non mi soffermai a guardare la casa, troppa era la stanchezza. Ma di certo avevo notato che era un posto bello, largo e accogliente.
Trascinai il mio bagaglio lungo la casa, mentre lo seguivo in quella che sarebbe stata la mia camera.
«eccoci qua, questa è la tua camera, il bagno è la porta infondo al corridoio, difronte alla tua camera c'è la mia, quindi se hai bisogno di qualcosa dimmelo... sistemati e... insomma... ci vediamo domani, notte!» mi parlò alquanto imbarazzato. Ci fu qualche secondo di silenzio in cui ci limitammo a guardarci negli occhi. Era una situazione scomoda e strana per entrambi...
«grazie... notte Hunter» lo salutai e poi me ne andai in camera a dormire.
——
Quando mi risvegliai, per qualche secondo feci fatica a capire dove mi trovavo, di sicuro non ero a casa mia... poi mi ricordai... Hunter. Rimasi a guardare il soffitto per qualche minuto a bearmi di quel caldo torpore che emanava il piumino. Preso un bel respiro, mi alzai. Dato che non odoravo, visto che prima di andare a dormire mi ero fatta una doccia, uscii dalla mia stanza facendomi una coda alta. Mi guardai velocemente in uno specchio del corridoio e sorprendentemente ero messa bene... nonostante il pigiama, ovvero dei pantaloni della tuta neri e una canottiera grigia.
Nell'aria c'era un buonissimo odore di pancake e di caffè. Non potei fare a meno di seguire il profumo che mi condusse in cucina. «buongiorno!» disse Hunter, girandosi verso di me con un sorrisone sulle labbra. Mi bloccai sui miei stessi passi. Indossava solamente dei pantaloni della tuta grigi, mentre cucinava qualche delizia. Essendo a petto nudo non potei fare a meno di fermarmi e soffermarmi sui suoi muscoli ben in vista, vedere i muscoli che ad ogni piccolo movimento venivano contratti, era molto sexy.

Mado' è così bello, che me lo scoperei qui, in questo istante, su questo tavolo!

Ma ciao coscienza! Non era meglio che rimanevi a dormire ancora un po'?! Perché di prima mattina dici tante cazzate!

Hey, guarda che io sono te! Quindi bada a come parli, e inoltre lo sappiamo entrambi che lo vorresti, su questo tavolo, mentre ti sbatte fino a non riuscire più a camminare!

Smettila e vattene!!!

Certo che però non mi dispiacerebbe! Ma che diavolo penso?!
Mi risveglio dai miei pensieri! E scuotendo un po' la testa, come se quello che stavo pensando lo scacciassi, ritorno in me.
«ehm... buongiorno» dissi con la voce un po' impastata dal sonno. Lui prese un piatto e ci versò all'interno dei pancake, mettendoci poi un po' di panna sopra con le fragoline e i mirtilli.
«siediti avanti!... lo vuoi il caffè?!» mi chiese lui. Annuii sorridendogli leggermente. Ero... non so, felice... serena...
Mi andai a sedere come richiesto.
Mi porse una tazza fumante di caffè. Poi se ne prese una anche lui e si sedette accanto a me. Iniziai a bere il caffè, e nel mentre tenevo ancora la tazza in mano, vidi Hunter fissarmi, tamburellando le dita sulla sua tazza. Era soprappensiero? Avevo fatto qualcosa di male?!
Così per togliermi quei dubbi, abbassai la tazza poggiandola sul ripiano. E mentre tagliavo il mio pancake, gli chiesi. «C'è qualcosa che non va?» con voce tranquilla. Vidi con la coda dell'occhio che lui prese a scuotere la testa, per poi abbassarla sul suo piatto e iniziare a mangiare. Solo dopo qualche istante di silenzio mi parlò.«hai dormito bene?» mi chiese con voce pacata. Annuii e poi mi voltai verso di lui «si, grazie mille! Mi dispiace molto averti disturbato ieri sera. Non volevo svegliarti e per di più, non volevo crearti impiccio.» ammisi. «tranquilla!... però...» non lo lasciai continuare.
«però, vorresti sapere perché! Perché mi sono spinta a venire qui di sera tarda! Quando potevo andare a casa mia!?» dissi sospirando. Mangiai un pezzo della pancake e dovetti ammettere che era molto buona. Glielo dissi e gli feci anche i complimenti. Poi ripresi il discorso principale.  Tanto lui oramai lo sa che sono del FBI, quindi posso dirglielo. «beh... ieri sera ero ad una festa, quando mi hanno sparato, fortunatamente non mi è capitato nulla, però il mio capo, pensando che mi vogliono uccidere mi ha detto di andarmene, possibilmente senza dirlo a nessuno della mia squadra, per paura che uno di loro mi voglia uccidere. Quindi ho fatto le valigie. Sono andata a casa ma non ci ho trovato nessuno perciò ho chiamato mia sorella e mi ha detto di venire qui a stare!» gli raccontai. «se non mi vuoi avere qui per due settimane, per non rischiare anche  la vita, lo capisco me ne andrò!» dissi abbassando gli occhi, triste. «puoi rimanere! Nessun disturbo e poi, non ho paura nel rischiare la vita, qui non ti troverà nessuno.» mi disse subito dopo aver sospirato, per poi rivolgermi un sorriso.
Ero così felice, tant'è che non mi resi conto del fatto che mi fossi alzata e fossi andata da lui, per poi abbracciando. Solo dopo mi accorsi del fatto che nell'abbraccio, il suo viso era proprio sulle mie tette, e che la cosa non gli dispiaceva affatto. Infatti mi strinse a se. Mi staccai impacciata ed in imbarazzo. Tornai al mio posto e ripresi a finire la mia colazione, poi sentendomi osservata, mi resi conto che lui mi stava guardando con un sorriso malizioso. «è inutile che ti imbarazzi! Perché abbiamo fatto anche di peggio ti ricordo!». Andai letteralmente a fuoco. Così abbassai lo sguardo nella tazza del caffè oramai vuota, stringendola. «oppure ti sei scordata ciò che abbiamo più volte fatto?!» disse avvicinandosi di più a me, con voce seducente e sexy. Al che mi alzo velocemente come per difesa. «no» gli rispondo cercando di non far tremare la voce. Con scarsi risultati. Lui si alza venendomi in contro, mi è ad un passo di distanza quando, mi attira a se per un fianco con la mano, facendo scontrare i nostri bacini. Ci fissiamo negli occhi, non riesco a muovermi, sono come bloccata inchiodata a terra, ed il contatto della sua mano sulla mia pelle, mi causa i brividi.
Lui si avvicina a me con l'intenzione di baciarmi. Mi sfiora le labbra con le sue e proprio in quel momento prende a suonare il telefono di casa. Sospirando, aggiunge «salvata dal telefono!» per poi lasciarmi lì come un ebete mentre va a rispondere al telefono.
Non so se ringraziare o meno chi ha lo ha chiamato.
Cazzo ma in cosa mi sto cacciando?!

——
Ecco qui il nuovo capitolo. Riuscirà Lidia a sopportare Hunter e a resistere al suo fascino?!
Se vi piace commentate e votate. Byeeee!!

Buon Annooo!!🎊🍾🥂 (Anche se leggermente in ritardo😅)

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