Cap 39

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Sono passate esattamente 2 settimane, papà e Brandon passano la maggior parte del tempo a casa nostra. Io purtroppo ho solo il weekend per stare con loro, devo tornare all'accademia...
Sono contenta che vivono dall'altra parte della strada. In questo modo è molto più facile vederci. In più i miei possono passare più tempo assieme recuperando quello perduto. Brandon ha fatto di tutto per prendere la casa proprio davanti a noi.
Con Hunter non ci ho più parlato.
Come al solito. L'ho solo ringraziato sul fatto che mi ha salvato la vita. Di quel bacio non ne abbiamo più parlato... stasera verrá a cena da noi. Mamma lo ha invitato. Tutta contenta.
Ancora mi ricordo le prime volte che stavamo assieme inaspettatamente da Melissa che partiva con le amiche per qualche giorno, quelli si che erano bei tempi.
————-flashback———-
I miei tacchi 12cm, risuonavano sul marmo bianco, creando quel senso di potere. Andavo di fretta, io e Hunter dovevamo parlare. E non mi interessa se è sotto copertura. Mi avvicinai alla reseption. «salve come posso aiutarla?»
«salve, sto cercando il signor Mark Grimes, saprebbe dirmi a che piano è il suo ufficio?» chiesi alla signora di 30 anni dietro al bancone. La ragazza  aveva una faccia scocciata, alzando il sopracciglio mi squadrò.
«devo prima sapere i suoi dati e vedere se ha un appuntamento con il signor Grimes.» iniziò a digitare i dati sulla tastiera del computer. «sa com'è non possiamo far entrare chiunque» chiunque è? Non sono chiunque per te.  «posso sapere con chi parlo?» mi guardò, del tipo, "perché non ti togli dalle palle"
« con la socia del signor Enstell dell'azienda Enstell&co.» «mi chiamo Raquelle» la ragazza sbiancò e disse «Agrest» annuii ghignando. La ragazza divenne ancor più pallida.
Effettivamente é vero. Christian ha voluto che accettassi di essere la sua socia d'affari, nonostante il mio 2º lavoro, nonché primo, ovvero l'FBI. Perciò, ho un doppio lavoro in un posto da ricca. Teoricamente questa azienda è anche mia.... è una delle tante sedi di Christian.  Perciò lei sarebbe una mia dipendente.
«p-prego! Al 29º piano...2ª porta a sinistra » 
La ragazza mi accompagnò all'ascensore e finalmente salii. Dei suoi colleghi mi stavano spiegando che lui era in riunione e di doverlo andare a cercare a 10 piani inferiori.
Incontrai Hunter, fingendo di dover parlare con lui di lavoro. Era stupito di vedermi lì.
Entrammo in ascensore per poter andare nel suo ufficio. Già prima di entrarci dentro lui mi stava per saltare a dosso. E sinceramente non mi dispiaceva. «dobbiamo parlare» dissi. «shhh» Mi baciò velocemente nascosti da tutti, poi in ascensore successe ciò che non doveva accadere. Mentre aspettavamo di salire nel suo ufficio, attaccati alla parete dell'ascensore, uno accanto all'altro con lo sguardo rivolto alle porte dell'ascensore, hunter mi alzò la gonna, il giusto per poter toccare la mia intimitá.
Mi toccò in quel modo in cui solo lui sa fare. Cercavo di spostarmi il più possibile da lui ma era impossibile. Avevo altri colleghi che ci circondavano. Fortunatamente tutti ci davano le spalle. Mentre lui continuava a stuzzicare la mia entrata, stavo per gemere, dovetti mordermi il labbro inferiore per evitare di esternare qualsiasi gemito imbarazzante. Che giornata. Lo guardai con uno sguardo misto tra lo scioccato e l'ammaliato. Fu proprio in quel momento che Hunter mise un altro dito in me muovendosi, facendomi perdere la testa. Stavo per venire, mi iniziarono a tremare le gambe presa da un ondata di piacere. L'eccitazione era mista al odore invitante del pericolo, di essere scoperti.  Abbassai la testa, non facendo vedere la mia espressione di goduria.
Iniziarono a tremarmi le gambe, tanto che Hunter ad un certo punto, mi strinse per un fianco a se sorreggendomi. Quello stronzo si ritirò, si fermò, proprio quando stavo per venire. Lo guardai malissimo con un espressione mista al dispiacere. Lui aveva un ghigno che la diceva tutta. Era più che contento di quell'effetto.
Quando arrivò il nostro turno di scendere, scendemmo facendo finta di nulla. Andammo nel suo ufficio. Neanche mi aveva chiesto perché ero qui. Era diverso, sembrava nervoso, teso. «Hunt tutto bene? » chiesi. «no... si nota così tanto? » chiese lui andando dall'altra parte della sua scrivania con vista New York. Una visione magnifica, alla quale mi ci sarei dedicata di più solo dopo averlo visto più calmo. Lí in ascensore e in corridoio si era mosso come un animale che acchiappa la sua preda, prima la seduce e poi... Amo questa parte di lui, solo se so che è tranquillo e sereno.
«mi stavi saltando addosso in pubblico.» chiarii .
Lui si voltò piano piano, togliendosi la cravatta e aprendosi i primi bottoni della camicia. «alcuni problemi con il lavoro e familiari... » disse girandosi pian piano verso di me senza guardarmi, irrigidendo i muscoli ma soprattutto la mascella e chiudendo in 2 pugni le mani. Mi avvicinai di qualche passo chiedendogli «vuoi parlarne?». Lo studio era molto bello, era sul grigio scuro con la parete difronte alla porta di vetro per ammirare meglio il paesaggio. La scrivania posta difronte alla parete a vetro era di vetro anche essa, sempre molto elegante e raffinata con qualche decorazione effetto marmo. Alle pareti c'era qualche quadro e c'erano degli scaffali per i libri. Al centro della grande scrivania, un bel MacBook di quelli nuovi, che risalta subito alla vista davanti alla poltrona di pelle, classica degli uffici, nera. «no» rispose avvicinandosi a me. Era così attraente con la camicia leggermente sbottonata, così sexy. Avvicinò il suo volto al mio. E unì le nostre labbra in un bacio supplichevole, «ho solo bisogno di te» disse prima di baciarmi in quel modo. Resistigli. Lo scansai da me cercando di parlargli più volte. «hunt!....h-hunt! Smettila! Dobbiamo parlare!» alzai la voce, scrollandomelo di dosso. Ritornò all'attacco ed io lo allontanai nuovamente«smettila ho detto! È importante Melissa...lei » non finii di parlare, che lui tornò a baciarmi. «Smettila cazzo!» gli urlai.
«non voglio parlare di lei! » mi rispose. Un guizzo gli passò negli occhi a quella risposta autorevole.
Mi sbattè al muro, solo dopo aver chiuso la porta con la card elettronica. Prese a marchiarmi il collo, «H-Hu-hunt....mhmm...f-fer-fermat...mhmm» tra un gemito e l'altro, lasciai perdere la coscienza che mi diceva di fermarmi e mi lasciai andare a questa meraviglia. Mi sbottona la camicietta e mi toglie velocemente la gonna, mentre gli tolgo la camicia, sbottonandogli in seguito i jeans, in poco tempo siamo nudi. Mi solleva da terra e mi sbatte contro il muro freddo del marmo.Quel gelo mi fa' inarcare la schiena; questo è il segnale per penetrarmi. Mi fa ansimare, tanto che Hunter mi mette una mano sulla bocca. Sa che questa camera è insonorizzata ma si potrebbe sentire uguale... ed è meglio non rischiare. Quando la leva tento di tenere gli orgasmi io stessa, mordendomi la lingua. I suoi movimenti ritmati cambiano da quelli lenti a quelli più veloci. Lui non ha affatto intenzione di andarci piano con me. E lo so. Mi baciò come se non ci fosse un domani, gemendo. «dì il mio nome piccola... dì il nome del tuo Daddy...» continuava a blaterare. «io....v-ve-ven-go...» blaterai. «vieni piccola, vieni» mi sussurrò in un orecchio. Sento tutti i muscoli tendersi, in quella tortura e il mio orgasmo farsi strada in me. Vengo in poco tempo, urlando il suo nome, seguita da lui. Neanche un po' di tempo per riprendere fiato che di colpo mi sento stringere i fianchi da dietro e mi ritrovo di colpo con la sua erezione appoggiata sulla mia schiena. Mi schiacciò contro il muro, facendo entrare la sua erezione dentro di me...
«non si risponde così al tuo daddy! Piccola!»
Ansimo, inondata dal piacere. «f...fa-i...fai...p...più...p..pi...piano» ansimai. Le gambe non mi tenevano e i miei tacchi vertiginosi non aiutano affatto.
«sei così stretta...mhmm...»
Ansimò. «sei così sexy!» disse « così nuda con questi tacchi nero lucido, le gote arrossate e le labbra rese carnose dai baci... con questo corpo...sei bellissima!»
Disse, ansimando.
Quando iniziò a stuzzicarmi il seno, venii e lui mi seguì a ruota.
Il miglior sesso di sempre... fare l'amore in questo modo è bellissimo.
————
Hunter si rivestì, poi mi fece sedere sulla scrivania, mi rivestì, mentre appoggiava la sua fronte alla mia. Aveva insistito a rivestirmi ed io lo avevo lasciato fare, come sempre d'altronde. «stai meglio?» chiesi. Lui annuì e disse «ti ho fatto male?» chiese lui, staccandosi da me e irrigidendosi. Scossi la testa. Non mi aveva fatto male, un pochino si, ma niente di che. «un pochino eh?» disse lui, girando il viso. «guardami!» esclamai. Non volevo che si incolpasse di cose inutili. Mi piace quando facciamo l'amore, sempre. «guardami!» ripetei, afferrandogli il viso tra le mani. Lo voltai verso di me. «non mi hai fatto male Hunt.» dissi. «sicura?» chiese guardandomi con due occhioni da cucciolo bastonato. Annuii e ci baciammo molto lentamente.
«sei l'unica che mi sa guarire, piccola. L'unica.» disse lui.
Mi sciolsi a quelle parole. Era un amore questo ragazzo.
Ma subito la mia mente mi ricordò... l'unica inoltre a Melissa.

Mentre ci stavamo baciando un piccolo click arrivò a le nostre orecchie, seguito subito dopo da una voce maschile che disse «Mark! È da ore che ti stavo aspettando! Ma che stavi facend...oh». Sia io che hunter ci staccammo e ci voltammo verso la porta. «scusate io.... non volevo... ehm ho interrotto qualcosa?» chiese imbarazzato il ragazzo. Aveva la stessa etá di Hunter, era alto e magrolino.
«Lucas...ehm no» disse Hunter incerto su cosa dire. Non ci eravamo mai fatti vedere mentre ci baciavamo. «tranquillo non hai interrotto nulla!Stavo giusto per andarmene. Mark ti aspetto a casa!» dissi per poi lasciargli un bacio sulla guancia.
Il collega di Hunter scioccato a quel l'affermazione si limitò a stare in silenzio.  Presi la mia porchette e uscii da quella stanza. Sistemandomi ad uno specchio, ogni volta ero un'altra persona dopo. Sembravo più bella, diversa. Quando Melissa partiva, Hunter mi chiedeva di venire a casa sua a stare per qualche giorno. E stavamo assieme come una di quelle coppiette.
A casa lo avrei aspettato, pronta per un bel bagno rilassante. E perché no? Magari con lui.
————fine flashback———-
A proposito di bagni rilassanti è meglio che entro in vasca. Ho solo 1 ora per prepararmi a stasera...

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