Cap 17

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Durante tutta la settimana non avevo potuto far a meno di pensare a Christian, ma non perché sono innamorata di lui o perché mi interessi ancora... solo che la sua vicinanza aveva risvegliato in me ricordi dolorosi, di ferite già aperte in passato.
Alex, il mio migliore amico mi aveva osservata, e sapeva bene che avevo qualcosa che non andava, perché ero la maggior parte delle volte molto distratta.
Così alla fine mi sgridò, io sbottai e gli raccontai tutto, finimmo abbracciati l'un l'altro. E quello fu il momento migliore, perché i suoi abbracci e le sue rassicurazioni, mi tranquillizzarono moltissimo rendendomi per un po' di tempo la testa più leggera da tutti quei pensieri.
«Avanti corra Perales! Muova quelle gambe!» mi urlò contro Onwell per poi aggiungere «E si concentri, che ha la testa per aria da un po' di giorni!» lo guardai male, ma cercai lo stesso di concentrarmi, l'allenamento non era finito ed io mi potevo davvero far male. L'allenamento di oggi?
Due squadre avversarie l'una all'altra, un obbiettivo in comune riuscire a trovare la bandiera fluo in un grattacielo abbandonato. E per finire come armi una specie di fucile, cui i proiettili finti simulano un colpo da arma da fuoco. E fidatevi, fanno malissimo anche se il dolore dura solo per mezz'ora. «Cecille, tu coprimi le spalle, io cercherò di arrivare a quella porta lì! Secondo le istruzioni di Winn la bandiera dovrebbe essere in quell'ufficio!» dissi io, riferendomi alla mia amica/collega. «e Brandon?! Dove si è cacciato?!» mi chiese lei. «non lo so, ma adesso pensiamo alla bandiera, prima la prendiamo e prima finirá tutto...» dissi. Lei mi guardò non tanto convinta. «okay andiamo!» si mise in posizione, per proteggermi le spalle, mentre io sgattaiolai fuori dal mio nascondiglio, per poi correre verso l'entrata dell'ufficio. Qualcuno provò a spararmi ma il tentativo fu invano. Arrivai nell'ufficio,perlustrai la zona, ma la bandiera non c'era, finché non vidi un qualcosa muoversi da fuori la finestra. Velocemente, apri la finestra, e dopo esser certa che quella era la bandiera, decisi di andarla a prendere. Sentendo una sparatoria provenire dall'altra stanza in cui si trovava anche Cecille, iniziai a muovermi velocemente. Il sangue mi ribolliva nelle vene, mi stavo arrampicando su un cornicione di un grattacelo, avevo paura di cadere e finire spiaccicata a terra, stecchita. Ma nonostante la paura mi imbattei la sopra.... la bandiera era posta molto in alto alche, mi dovetti mettere in punta di piedi per raggiungerla. Proprio nel mentre afferrai la bandiera qualcuno mi prese per la caviglia. Rischiando di farmi cadere. In qualche modo riuscii a rientrare dentro la struttura, alche mi ritrovai un Jacob molto agguerrito. Ci scontrammo, riuscii a schivare alcuni sui colpi ma altri li presi in pieno. A quanto pare aveva un bel po' da sfogarsi. Jacob mi aveva fatta cascare a terra, a seguito di un pugno che mi aveva fatta barcollare all'indietro e perdere l'equilibrio, lui si stava per appropriare della bandiera che avevo preso in precedenza. Così se pur dolorante mi avvicinai alla pistola (finta) e gli sparai alla spalla. Il dolore del proiettile finto lo fece urlare dal dolore e poi indietreggiare all'indietro, affinché io potessi riappropriarmi della bandiera. La prova finì nel momento stesso in cui sventolai la bandiera per aria fuori dalla finestra, sparando poi in aria uno schioppo, un segnale  per dire a tutti che l'avevamo trovata e che la prova era conclusa.
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Quella stessa sera, Onwell ci fece organizzare una piccola festa in centro nella quale, avremmo brindato alla vittoria di quella stessa mattina.
C'erano tantissime persone che bevevano, si ubriacavano, ballavano , pomiciavano... senza preoccuparsi del resto.
Vidi attraverso una finestra, Onwell uscire dal locale e poggiarsi ad un muretto che si affacciava sul paesaggio mozzafiato della città di notte , così, lo seguii. Fuori faceva davvero freddo, il mio corpo era percosso da numerosi brividi ma non gli diedi molta importanza, avevo altro di cui pensare. «È incantevole, vero?» chiesi non guardandolo in faccia, ma perdendomi in quella magnificenza, poggiando i gomiti sul davanzale del muretto di marmo bianco. Sento il suo sguardo a dosso, ma non dice nulla. «avvolte, guardando tutte quelle lucine accese, provo ad immaginare cosa stanno facendo tutti... mi rilassa» ammisi. Lui annuì al mio piccolo discorso, per poi drizzare un po' le spalle e dire «oggi poteva rischiare di cascare da quel grattacielo, eppure ha mantenuto sangue freddo ed è riuscita a finire la missione, è stata brava lo ammetto...» si voltò verso di me, sorridendomi. «grazie» dissi. Passammo qualche minuto in silenzio, poi gli dissi. « perché non mi ha chiesto niente?! Si insomma su ciò che ha scoperto!?» chiesi aggrottando le ciglia. «che le dovrei chiedere? "Perché mente a sua sorella? Perché mente a sua madre? Perché non le dice com'è andata davvero quella sera? Perché non dice che suo fratello è vivo?" Me lo dovrebbe dire lei, non glielo devo chiedere io!?» aveva scoperto tutto, ed era abbastanza preoccupante come cosa. La mia storia è molto complicata anche se non si nota.
Proprio nel momento in cui stavo per aprire bocca, sentii il rumore di uno sparo, Alex che era uscito dal locale aveva urlato il mio nome, il rumore provocato dallo sparo si propagò rimbombandomi nelle orecchie. L'adrenalina si faceva spazio in me insieme alla paura. Con la coda dell'occhio vidi Alex lanciarsi su di me. Poi un colpo netto, il proiettile aveva colpito un qualcosa.... il bruciore della pelle nella caduta mi fece digrignare i denti...
Tutto successe così in fretta.....

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Ecco il nuovo capitoloooo....
Che segreto nasconde Lydia?! E perché lo tiene nascosto alla sua famiglia?!
Cosa succederà?!
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!!!
Bye peopleeee, buona lettura.
Grazieeee +7 mila letture❤️

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