Cap 25

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Sentivo delle voci in lontananza, cercavo di capire di chi erano. Hunter ed Alex?!
Aprii lentamente gli occhi, sbattendoli più volte, la luce mi dava abbastanza fastidio perciò vi misi un po' ad abituarmi. Provai a muovermi, ma un dolore al fianco destro mi pervase. Alzai la testa e vidi un cerotto che era diventato rossastro per via del sangue che era sgorgato un po'. Sempre il solito fianco. Mi sa che ho una maledizione. Colleziono spari al fianco destro!
Mi alzai ignorando il dolore. Ricordavo tutto. Fortunatamente le cicatrici non erano molto grandi perciò, poteva esser scambiato per una ferita di un incidente. I miei piedi scalzi entrarono a contatto con il pavimento freddo, facendomi rabbrividire. Piano piano uscii dalla camera, ed mi diressi in direzione delle voci. Scesi in cucina. Dove trovai Alex, miei amici/quelli di Hunter e quest'ultimo a chiacchierare.
Tutti smisero di parlare appena comparii. Alex subito mi venne ad abbracciare, soffocandomi in un abbraccio, dolce. «Ly, mi sei mancata! Sono felice che tu stia bene. Non temere adesso sei al sicuro.» mi disse accarezzandomi i capelli. «Alex mi sei mancato anche tu!» ammisi stringendolo a me. Saltai in dietro appena mi premette la ferita per sbaglio. «scusa!» disse grattandosi la nuca a disagio. «Ana, l'hanno presa e gli hanno fatto vedere il filmato in cui è Eric a sparare a suo fratello. È molto rammaricata. Ma nonostante ciò è stata spostata in un altra città lontana 12 ore da qui. Adesso puoi stare serena. Nessuno tenterà più di ucciderti.» disse lui. «Alex, ma che dici!» lo ammonii ricordandomi di stare davanti a Daphne, Logan, Mac e Pansy . «sanno tutto, ho dovuto.» disse Hunter. Alex annuii abbassando lo sguardo. «oh...» esclamai.
Dopo un po' mi ritrovai tra le braccia di Hunter. «ho avuto paura di perderti» mi sussurrò. Mi godetti quell'abbraccio seguito subito dopo da un bacio sulla fronte. Subito dopo anche i ragazzi mi abbracciarono. Ci staccammo quando mi lamentai per la ferita. «avanti te la devo cucire!» disse Alex. «non gliel'hai ancora fatto?» disse Hunter. «no, ho solo disinfettato la ferita, fermato l'emorragia e tolto il proiettile». «quanto ho dormito?» chiesi. «due giorni interi» disse Pansy. Sbarrai gli occhi. Avevo dormito così tanto... «andiamo!» disse poi Alex spingendomi delicatamente verso la porta. Tornammo in camera mia e Alex dopo avermi disinfettato la ferita prese a cucirmela. «senza anestesia?» chiese Logan, guardandomi sorpreso. «oh io non faccio mai l'anestesia quando si tratta di un proiettile.» ammisi per poi rivolgergli un sorriso confortante. Come se fosse lui quello a doversi far cucire la ferita. Al contatto con l'ago, trasalì per un secondo poi stringendo i denti, mi tranquillizzai. Mi ricordo ancora quando fu la prima volta in cui dovetti cucirmi la ferita, fu anche lì Alex a cucirmelo.
—Flashback—
Non sapevo dove andare, mia madre era ancora sconvolta per ciò che avevo fatto. Io non riuscivo più a guardare in faccia la mia famiglia, ero terrorizzata e disgustata da me stessa. Ed in più non riuscivo a guardare mia sorella negli occhi, a trattarla dolcemente, come se non fosse mai successo niente. Perciò senza tornare a casa me ne andai. Mia madre, mi coprii con mia sorella, dicendogli che dopo l'incidente stradale e la morte di mio padre, ero sconvolta. Ed in più mi toccava stare un po' di giorni in ospedale. Mia sorella aveva insistito molto a venirmi a trovare, ma mia madre gli aveva detto che non volevo vedere nessuno. Ed era vero... infatti andai dall'unica persona di cui mi fidavo.
Suonai al campanello. Alex mi venne ad aprire, raggiante. «ciao tesoro» disse finché non si accorse della mia situazione. Probabilmente avevo una faccia orribile, pallida come un lenzuolo, i capelli scompigliati, le occhiaie dovute ai sensi di colpa... insomma ero un disastro.
«c-ciao» mormorai difficilmente. Tenevo la mano sopra alla mia ferita, da arma da fuoco, faceva così male. Cercai di fare un passo avanti ma con scarsi risultati dato che cadetti, ritrovandomi tra le braccia muscolose del mio migliore amico, che mi aveva preso al volo con uno scatto felino. Le forze mi stavano abbandonando. «cosa ci fai qui? Dobbiamo andare in ospedale!» disse lui preoccupato per le mie condizioni. Si tolte la maglia e me la premette sulla ferita per fermare il sangue. «no!» gli urlai, per quanto potessi. Catturando la sua attenzione e la sua curiosità.
« no... ti prego, ne sono appena scappata. Mi hanno tolto il proiettile ma non mi hanno fatto in tempo a cucire bene la ferita... si è riaperta mentre venivo qui.» dissi. «d'accordo ti aiuterò io.» disse per poi prendermi in braccio, stile sposa, chiudere la porta e portarmi nella camera degli ospiti (più mia che di altri). Mi fece sdraiare sul letto, mi tolse la maglia velocemente, poi corse in bagno dove aveva un armadietto pieno di farmaci, e tutto l'occorrente per chiudermi la ferita. Alex tornò con l'occorrente, ma qualcosa non andava lo vedevo dalla sua faccia. «che c'è?» chiesi. «ho finito l'anestetico... l'ho usato già... ed ora?» mi chiese titubante. «fai senza.» dissi io, subito dopo un momento di esitazione. Probabilmente Dio mi stava punendo per ciò che avevo fatto. Perché se no, non si spiegava tutta quella sfiga che mi aveva travolto tutta in una volta. «cosa?» chiese Alex sbigottito avvicinandosi a me. «mi hai sentito... è un ordine» dissi a denti stretti. Pregandolo con gli occhi.  «d'accordo... poi però mi racconterai  ciò che è successo!» disse per poi sbrigarsi a sterilizzare l'ago, aggiungere il filo ed avvicinarsi a me. Mi guardò per sapere se ero certa di ciò che stava per farmi, così annuii dandogliene conferma. «fallo» dissi, affondando lo sguardo nel suo. «scusami» disse subito prima di perforare la mia pelle con l'ago ancora caldo. Iniziando a cucire. Un piccolo urlo mi scappò dalle labbra ma subito dopo per trattenere il dolore strinsi la coperta tra le mani e strinsi i denti.
——Fine Flashback——

Dopo ciò che avevo fatto... quel giorno se soffrivo un po' non era di certo un male. Me lo meritavo. E poi mi fidavo di Alex, sapevo avrebbe fatto un buon lavoro dato che ne era pratico, alla base dell'FBI (anche lui infiltrato nella CIA) si dava da fare anche nel campo medico, ed a volte si ritrovava a dover sostituire dei medici della base. Insomma non era la prima volta che lo faceva.
Da lì in poi non volli più usare l'anestetico per i colpi da sparo (quelli sul fianco destro). Per ricordare ciò che avevo fatto. Un dolore che non potrò mai cancellare né da me né dalla mia famiglia. Essendo un fatto indelebile.

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Salve gente!
Sono tornata con un tassello importante del puzzle (libro) . Presto si scoprirà il segreto di Lydia! E non intendo il fatto che lavori per i servizi segreti, ma il motivo del suo dolore represso.
Rimanete aggiornati.
Spero vi stia piacendo la storia. Votate e commentate.
Un bacione!💋

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