Capitolo 33: Un piccolo rischio - Estate 1975

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Il sole caldo di luglio batteva con forza nella Tenuta dei Potter. James e Sirius avevano abbandonato da tempo l'idea di giocare uno contro uno a Quidditch, lasciando le loro scope da qualche parte insieme alle loro magliette e ai pantaloncini scegliendo invece di farsi una nuotata nel fresco laghetto. Avevano passato la maggior parte del pomeriggio a prendersi a spintoni nell'acqua e a fare a sfidarsi a rimanere in apnea più tempo possibile. Intorno alle 15.00 entrambi uscirono faticosamente dal lago, completamente bagnati e senza fiato; quando furono sull'erba crollarono a terra. Sirius si sedette e scosse i capelli come un cane prima di legarli per poi cadere pesantemente sulla pancia del suo amico.

-Oaf!- James buttò fuori un impressionante quantità di aria dai polmoni spingendo via la testa dell'altro ragazzo. -Devi proprio? Hai una testa enorme!-

-Non è vero.- ridacchiò Sirius mettendosi comodo e rilassando il corpo.

-Invece è vero! La tua testa enorme deve contenere tutto il tuo fottuto ego.-

-Credo che tu mi abbia scambiato per te, amico. Chiedi a chiunque. Chiedi ad Evans!-

James alzò gli occhi al cielo e spinse nuovamente Sirius per farlo cadere. -Fa maledettamente caldo per averti sopra di me.- prese gli occhiali che aveva lasciato sull'erba e se li rimise. -Non puoi parlare di me e di Evans fino a che non avrai detto a Remus quanto tu sia pateticamente innamorato di lui.-

Sirius stava ancora ridendo steso sulla schiena. -Oh, andiamo! Così non è giusto. E comunque almeno Remus non odia la mia esistenza. Evans non riesce a stare nella stessa stanza con te senza lanciarti un incantesimo.-

James sorrise e si strinse nelle spalle. -C'è una linea molto sottile tra l'amore e l'odio, Felpato.-

-Sì, un ordine restrittivo!- scoppiò a ridere Sirius accovacciandosi su se stesso per schivare il pigro pugno di James. Rimasero piacevolmente in silenzio per un po', godendosi la sensazione del caldo sole estivo sulla pelle già abbronzata. Erano entrambi quasi scivolati nel sonno quando la voce della signora Potter fece scattare Sirius in piedi.

-James, Sirius! Remus e Peter sono qui!-

Entrambi i ragazzi balzarono in piedi e corsero di nuovo in casa, consapevoli solo leggermente di essere completamente nudi tranne che per i boxer ancora umidi. Scivolarono sul pavimento di marmo e quasi si schiantarono addosso ai loro amici che li aspettavano sulla soglia con i loro bagagli. I quattro scoppiarono a ridere scambiandosi saluti eccitati, la signora Potter scosse la testa sorridendo con affetto e con la bacchetta pulì le pozzanghere fangose lasciate dai ragazzi.

I Malandrini corsero verso la camera di James per mettere via le loro cose chiacchierando animatamente su come avessero passato le vacanze.

-Come stai, Lunastorta?- chiese James una volta al sicuro nella sua stanza.

Remus scrollò le spalle. -Onestamente sto bene. Voglio dire, non fraintendetemi, rimanere rinchiuso nella cantina non è paragonabile a correre nel bosco con i miei amici. Felpato, non fare quella faccia. Sto bene! È una precauzione necessaria....-

Sirius alzò gli occhi al cielo e sbuffò girandosi a guardare fuori dalla finestra.

-Inoltre,- continuò Remus accennando un raro sorriso con le labbra. -Mio padre sta iniziando ad avere pietà di me. Mi ha dato qualcosa per aiutarmi con il dolore. Mi ha fatto giurare di non dirlo alla mamma o di farmi scoprire da qualcuno a scuola.-

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-Cavolo, stai scherzando?- gli occhi di James erano così spalancati che sembravano più grandi delle lenti dei suoi occhiali. Fissava con la bocca spalancata la bustina di plastica che Remus aveva teso di fronte a loro.

We Were Infinite // Italian Translation Where stories live. Discover now