Capitolo 59: Cose che non insegnano a scuola - Sesto Anno

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Erano passate tre settimane da quella che tutti chiamavano "La Brutta Luna". Nessuno di loro pensava che, dopo aver superato i problemi dello scherzo di Sirius l'anno precedente, potesse esistere un'altra cosa che riuscisse a sconvolgere ancora di più le dinamiche del gruppo, ma a quanto pare tutti pensavano male.

Era come se Remus scomparisse completamente durante la notte. Escludendo le lezioni, dove il ragazzo si sedeva strategicamente al lato opposto rispetto a dove sedevano i suoi amici, con gli occhi costantemente puntati sul libro o sulla pergamena di fronte a lui, durante tutti gli altri momenti della giornata non si sapeva dove fosse. Non si presentava più durante i pasti e non dormiva neanche più nel dormitorio.

Questo stava rendendo folle Sirius.

Mangiava appena e, se riusciva a dormire, era perché durante la notte si trasformava in cane, accucciandosi sul letto di Remus, (anche se per due volte James si era svegliato nella notte trovandosi un'enorme testa pelosa sul cuscino).

Se non era sul tetto a fumare una sigaretta dopo l'altra, era per i corridoi sperando di imbattersi in Remus. Non riuscendo mai a trovarlo, finiva per sfogare la sua frustrazione su tutti quelli che per sbaglio lo guardavano leggermente male. Inutile dire che era tornato alla sua vecchia routine di detenzioni.

James aveva deliberatamente deciso di sequestrare la mappa a Sirius.

"Chiaramente non vuole essere trovato, Felpato. Dagli spazio".

"Questo è fottutamente ridicolo!" ringhiò Sirius, tirando fuori dalla tasca della sua giacca di pelle il pacchetto di sigarette e l'accendino. "Gli ho dato spazio! Sono passate settimane e non gli ho rivolto nemmeno una parola! Non che avessi potuto, considerando che si è praticamente trasferito altrove." prese a calci il suo baule che si richiuse bruscamente. "Voglio dire, se non vuole stare più con me, va bene, cazzo! Ma deve anche isolarsi ed abbandonare il gruppo? Dovremmo essere una famiglia, tutti e quattro noi, no? Non era questa la promessa che ci siamo fatti? Non è più valida?" fece un respiro profondo e tremante, e si passò una mano tra i capelli.

"Probabilmente sta cercando di rendere il cambiamento più facile per te, amico." suggerì Peter delicatamente.

"Sì," lo assecondò James. "Non sarà così semplice per voi tornare ad essere amici dopo-"

"No. Cazzo, no!" scattò Sirius, attraversando la stanza per aprire la finestra e lasciare che l'aria fredda di dicembre entrasse.

"Non dobbiamo ritornare ad essere nulla, perché questo è fottutamente stupido e presto finirà!" si arrampicò sul davanzale della finestra e girò le gambe oltre il bordo. Rimase seduto lì per qualche secondo, poi sospirò. "Abbiamo solo bisogno di capire cosa sta succedendo, così possiamo risolvere il problema, no?"

James e Peter si scambiarono uno sguardo veloce. Volevano credere anche loro che questo fosse vero. Volevano che Sirius continuasse a sperarlo. Ma avevano anche bisogno di essere realistici. Non c'era molto sui lupi mannari nella biblioteca di Hogwarts, neanche nella sezione proibita, e le poche cose che avevano letto, non potevano essere paragonate al comportamento di Remus.

"Non ti preoccupare, Sirius." disse James alla fine "Riusciremo a risolvere questa cosa, amico. Lo facciamo sempre."

Sirius rimase seduto per un altro secondo senza dire una parola, poi scivolò giù dal davanzale, atterrando sul tetto sotto la finestra.

James si sedette pesantemente sul letto, strofinandosi le tempie. Odiava vedere Sirius così sconvolto, soprattutto ricordandosi di come lo avesse spinto verso il basso la spirale dell'anno precedente. E l'assenza di Remus stava pesando a tutti loro.

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