CAPITOLO 5- A Kendall Piacciono I Soprannomi

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Quando una persona ti chiede una mano, non intende in senso letterale.
Connor Stoll, invece si.

-Passami la mano del manichino, così poi potrò allenarmi.-
-Ma sei negato con la spada-
Gli risposi, afferrando la mano di plastica del manichino dietro di me.-
-Diciamo che non me la cavo perfettamente, ma non direi che sono proprio negato...-
Mentì, infilando la mano nel buco sul braccio del fantoccio per allenarsi.
Afferrò l'arma in bronzo celeste e cercò di colpire il manichino, mancandolo di mezzo metro.
-Si, sei negato.- gli dissi ridendo, e lui ricambió il sorriso.

-Visto che sei tanto brava, provaci tu allora. -
-E va bene. Ma ti avviso che sto facendo progressi con la spada.-
Lui si spostò, come per dire "dimostramelo".
Un po' esitate, mi avvicinai al fantoccio e menati un fendente che gli staccò la testa di netto.

Connor spalancò gli occhi.
-Non essere così sorpreso- lo sgridai, ma compiaciuta.
-E io che pensavo che le figlie di Iride passassero tutto il giorno a dipingere unicorni e nuvole che vomitando arcobaleni.-
-Stereotipi- spiegai -però si, amo anche disegnare e... Beh...  Dipingere unicorni e nuvole che vomitando arcobaleni- sorrisi apertamente e vidi che anche Connor non riusciva a non essere felice.
-Sei brava a rallegrare le persone.-
Mi girai velocemente, colpendo Connor in pieno con una delle due trecce arcobaleno.
-Lo so-
E mi diressi saltellando verso la Casa Grande.

Arrivata davanti all'ingresso, decisi che era giunto il momento di comunicare a Chirone l'intenzione di andarmene, forse perché ormai ero di ottimo umore e sentivo di potercela fare. E, oltretutto, il signor D ormai mi aveva vista.
Lo salutai allegramente con una specie di inchino, e lui mormorò qualcosa come "stupide figlie Arcobaleno", ma ricambió il saluto con un gesto della mano.

Era seduto ad un tavolino, con la camicia leopardata, intento ad aprire una lattina di Diet Coke.
-Signor D, ha visto per caso Chirone?- domandai, cauta.
-Mh... - non sembrava nemmeno che mi stesse ascoltando, tanto era attento ad aprire la lattina.
Dopo un lungo silenzio, Dioniso riuscì finalmente ad aprirla.
-Ah-Ah! Lo sapevo- urlò il dio, soddisfatto.
-SIGNOR D?!- Tentai di nuovo, più forte.
-Eh? Ah si scusa Berell, dicevi?-
-È Bennet, signore. Le ho chiesto se ha visto Chirone.-
-Chi mi cerca?-
Domandò una terza voce.

Un uomo, sui quarant'anni e in sedia a rotelle, si avvicinò a noi. Era Chirone, il centauro, e sapevo benissimo che sotto la sedia a rotelle si nascondeva un fondoschiena da cavallo.
-Chirone- salutai.
-Scarlett- rispose lui.
-Volevo parlarle di una cosa... Mh... In privato-
Osservammo entrambi il signor D, che non ci fece caso.
-Dioniso- lo chiamò Chirone.
Il dio ruotó gli occhi.
-E va bene, me ne vado.- si alzò rumorosamente e si diresse all'interno della Casa Grande.
-Ma mi devi una Diet Coke- sussurrò di spalle.

Chirone rise e mi guardò.
Improvvisamente non mi sentivo più tanto sicura di come lo ero stata pochi secondi fa.
Visto che non aprii bocca, fu Chirone a parlare per primo.
-Cosa ti porta qui Scarlett?-
Lo fissai negli occhi e iniziai a sudare.
-Se è successo qualcosa- continuò Chirone -e hai paura a parlarne, magari potremmo... -
-NO!- Lo interruppi.
Lui mi guardò stupito, e mi resi conto di essere stata troppo brusca.

-Cioè- cercai di rimediare -Non è successo niente, é che... - presi un bel respiro - Voglio andarmene. Dal campo, intendo.-
Sulla faccia del centauro passarono diverse espressioni: sorpresa, dubbio e comprensione.
-Vuoi andartene? E per quale motivo?-
-Il fatto è che... - mi tremó la voce -vivo qui da dieci anni. Ho passato l'intera vita al Campo Mezzosangue, e credo di essere pronta ad andarmene. Vorrei iscrivermi ad un College di Houston, studiare, laurearmi e chissà, magari anche sposarmi. Avere una casa... O una famiglia, é tutto quello in cui speravo. Il campo mi ha aiutato in questo ma... Credo sia arrivato il momento di prendere la mia strada.-
Mi fermai e respirai affannosamente. Avevo detto tutto, finalmente.
La reazione di Chirone mi sorprese: invece di essere triste come pensavo, sorrise dolcemente.
-Capisco perfettamente cosa intendi dire. Quando hai intenzione di partire?-
-...pensavo... Cioè, a Settembre iniziano le lezioni quindi potrei prendermi giusto con un po' di anticipo.-
Chirone annuì.
-Credi di potercela fare là fuori? Con i mostri, voglio dire. Ricordati che, per quanto un semidio possa allontanarsi dal campo, resterà comunque un semidio, e quindi un ottimo spuntino per i mostri.
Divenni improvvisamente seria.
-Certo, ormai so cavarmela da sola. Posso farcela.-
Chirone rimase a guardarmi qualche secondo, dubbioso, ma poi sorrise.
-Allora non posso fare altro che essere felice per te e augurarti buona fortuna, Scarlett.-
Sgranai gli occhi per la felicità, e mi trattenni dal gettargli le braccia al collo. Sul serio, mi sarei aspettata di dovermi allontanare con Chirone triste che insisteva perché rimanessi ancora un po', ma a quanto pare era abituato a vedere semidei partire.

-GRAZIE CHIRONE!- Urlai, forse troppo entusiasta, ma Chirone non ci fece caso e si allontanò facendomi l'occhiolino.
Uscii dal giardino della Casa Grande e urlai come una matta saltellando per il prato.
Ero davvero contentissima.. Cioè, più del solito ecco.
Stavo quasi per mettermi a cantare quando mi interruppe una voce fastidiosa.
-Senti coniglietto, stai andando a distribuire le uova colorate ai tuoi amici prima che arrivi Pasqua?-
Oh no, ancora lui. Ma è possibile!?

-Non ero Miss Arcobaleno, scusa?- dissi sarcastica.
-Beh si, ti si addice anche quello- Kendall mi guardò soddisfatto -Però adesso sembri più che altro la versione più colorata di Cappuccetto Rosso, se proprio vuoi saperlo.-
Giocherelló con una delle mie due trecce, e io gli tirai uno schiaffo sulla mano.
-Ahia, vacci piano.- disse, massaggiandosela.

-Mi stai perseguitando.-
-Affatto.-
-Beh, Cappuccetto Rosso ha da fare ora- gli dissi, saltellandogli appositamente davanti agli occhi per andarmene.
Prima di girarmi, lo vidi sorridere in modo freddo.
-Buona fortuna allora Dorothy, il sentiero dorato è da quella parte- fece, indicando l'entrata del campo.
-Ah ahah, divertente- risposi senza un filo di umorismo nella mia voce.
Lui per tutta risposta alzò le spalle e girò sui tacchi.
-Odioso- sussurrai piano.
-Ti ho sentita!- Urlò lui da dietro.
Ma si poteva essere più stupidi di così?
-Non credo.-

Una ragazza si avvicinò senza dare segni di timidezza.
I suoi occhi erano di un verde smeraldo, e brillavano alla luce del sole. Portava la maglietta del campo dentro a i jeans corti e, anche se era solo di poco più bassa di me, probabilmente era più grande di uno o due anni. Tra le ciocche di capelli castani rossicci si alternavano alcune margherite, cosa che mi aiutò a riconoscere facilmente il suo genitore divino.
-E si, stavi parlando a voce alta.
Non rovinarti il resto della mattinata pensando a lui.-
Ma Kendall si era rivelato proprio quel tipo di persona che era in grado di trasformare l'intera tua giornata da ottima a pessima con una sola battuta.

Non sapendo cosa rispondere, le porsi la mano un po' a disagio.
-Sono.... -
-Scarlett, lo so. Se te lo stai chiedendo, non sono una specie di Stalker professionista che conosce tutti i dettagli della tua vita privata. Ho semplicemente sentito un ragazzo parlare di te. E di sicuro è semplice riconoscerti, se come punto di riferimento si usano i tuoi capelli.-

La ragazza sorrise raggiante e per poco non contagió anche me. C'erano solo altri semidei, oltre ai figli di Iride, che erano in grado di farti provare queste emozioni...
-Sembreresti quasi provenire dalla Cabina di Apollo- dissi, stringendole la mano lentamente. -Ma immagino non sia così, vero?-
La ragazza inarcó un sopracciglio, ma si ricompose subito: -Acuta osservatrice. Cabina di Demetra, in effetti. Sono Katie Gardner.-

-Bel nome.-
Liquidó il discorso con un gesto della mano. -Nulla di così originale. Piuttosto, come fai a sopportarlo? Mi riferisco a Kendall.-
Sbuffai, emettendo un suono che sembrava una mezza risata e allo stesso tempo un sospiro di sollievo.
-Ti pare che ci riesca? Stranamente, quando si trova in compagnia sembra il tipico ragazzo della porta accanto, un po' misterioso ma... -
-... Preso da solo è un grande imbecille. So a cosa ti riferisci.-

Katie alzò le spalle.
-Siamo più simili di quanto credessi.-
Annuii.
-Ci vediamo a pranzo?- chiese nervosamente, aspettando la mia approvazione.
-Ci vediamo a pranzo.-
La salutai e mi allontanai verso la cabina quindici senza saltellare e meno entusiasta, ma decisi di ignorare quello che mi aveva detto poco prima Kendall.
A volte, con i ragazzi, bisogna fare finta che non esitano perché si accorgano di voi.

~spazio autrice~
Saaaalve semidei! Oggi ho deciso di aggiornare prima del solito perché mi andava.🤔

Detto questo, domandina muahahahaha
Con chi shippate Scarlett?
Non è scontato perché per esempio io ora la sto shippando troppo con Connor Stoll😍😂😂😂
~Annabeth 💙

(il disegno sopra l'ho fatto io💕)

A Lie Can Change (1)Where stories live. Discover now