CAPITOLO 18- Rapisco Una Bambina

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Tutti si giravano a guardare me.
Mi domando come mai.

Certo, forse non passavo inosservata vestita in quella maniera ma hey, sono figlia di Iride.
È giustificabile.

Il vestito era ingombrante ed essendo Agosto iniziavano a sudarmi parti del corpo che non sapevo potessero sudare.
Non avevo la più pallida idea di dove finisse l'abito e dove iniziasse la pelle.

La Villa Hall non era grande: era enorme. A quanto pare il vecchio paparino Delbert era ricco sfondato per permettersi una casa del genere: il muretto circondava un giardino grande quanto l'arena da combattimento al campo Mezzosangue e l'erba che lo ricopriva era tagliata con cura. Più avanzavamo e più la villa, di un bianco sporco, appariva ancora più grande: da davanti sembrava una semplicissima abitazione, ma cambiando leggermente la visuale si capiva che la grandezza era almeno il triplo di quella della Casa Grande. Una piccola gradinata portava all'ingresso principale (e probabilmente l'unico) mentre una serie di finestre grandi quanto il cancello si susseguivano attorno alla villa, illuminando l'interno dell'abitazione. Il tetto era a spiovente e prima di raggiungere la gradinata si trovava una piscina della grandezza della cabina quindici. Era rettangolare, leggermente curva agli angoli, illuminata all'interno da alcune luci che rendevano il fondale più scuro. Un gruppo di invitati si stava godendo la serata chiacchierando attorno ad essa, ma nessuno sembrava avesse voglia di fare un tuffo. Essendo una festa elegante, forse, fare il bagno non sarebbe stato proprio adatto.

In totale saranno stati una decina, e la maggior parte di loro teneva in mano un bicchiere con quello che sembrava punch. Ridevano e scherzavano, avvicinandosi ogni tanto alla lunga tavolata bianca dove erano disposti in fila una serie di vassoi con ogni tipo di snack possibile e immaginabile, accompagnati dal punch.
Gli invitati tra cui ci eravamo confusi si sparpagliarono per il giardino, raggiungendo altri ospiti e abbracciandosi come se si conoscessero da tanto tempo, lasciando noi tre da soli.
Guardai Max, tentando di capire se lui aveva una minima idea su cosa fare, ma sembrava preoccupato.
Kendall invece era il più tranquillo del trio, e si avvicinó al buffet come se niente fosse.

-Kendall!- urlai infuriata, tirandolo per un braccio prima che riuscisse ad afferrare una pizzetta.
Per tutta risposta lui si agitó sconsolato mentre lo trascinavo via.
-Santo Godric, così ci farai scoprire!-
Kendall continuó a fissare il tavolo degli snack con uno sguardo da cane bastonato.
-Se non ci hanno già scoperto adesso, visto che sembriamo pronti per una qualche tipo di parata con i carri, beh, allora sono tutti dei perfetti idioti- commentó -E comunque, tanto per la cronaca, io preferisco Salazar.-

E si allontanó verso la villa, senza badare agli sguardi interrogativi degli invitati. Una donna con il vestito bordeaux ci indicó e scambió qualche parola con un uomo della sua stessa età.
Stavano sospettando di qualcosa.
Come dargli torto.

-Che facciamo? - chiesi, senza alcuna emozione nel tono della voce.
-Troviamo la ragazzina. È una festa per adulti e questa è casa sua, non sarà difficile scoprire dove si nasconde.-
-Peccato che questa assomigli alla reggia di Versailles. Trovarla sarà davvero un'impresa.-
Max alzó le spalle, camminando verso la villa e porgendomi il braccio.
-Siamo qui per questo no?-
Mi sforzai di sorridere e afferrai il braccio di Max, seguendolo.

Si accedeva alla Villa tramite un vecchio portone in mogano e si raggiungeva così il primo piano, con la grande cucina sulla sinistra arredata in stile "Siamo ricchi e ce ne vantiamo"

Sulla destra, invece, si trovava un curatissimo grande salone con tanto di caminetto, pianoforte e TV al plasma da qualcosa come 80 pollici.
Pff, tenendo conto di tutto quel lusso che avevamo visto finora, avevo calcolato che non potevo permettermi nemmeno il tappeto del bagno.

A Lie Can Change (1)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ