CAPITOLO 28- Kendy Non È Decisamente Figlio Di Atena.

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Il drappo funebre veniva lentamente divorato dalle fiamme, mentre il disegno delle lance sembrava dissolversi nel fuoco.
Era di un rosso vivo, ma ormai stava prendendo una sfumatura color carbone, per via delle bruciature.
Nel silenzio più profondo, qualche semidio singhiozzava, ma non si riuscivano a distinguere che delle semplici sagome nell'oscurità.

Tanya lasció andare definitivamente il lembo del telo, asciugnadosi le lacrime con una mano e aspettando che venisse catturato del tutto dalle fiamme.
Solo il faló illuminava l'anfiteatro, e attorno ad esso si erano disposti a semicerchio tutti i Mezzosangue del campo.
-Basset, è il tuo turno.- Disse il Signor D, rompendo il silenzio.
-Bennet- Lo corressi scoraggiata, capendo di non avere alcuna speranza.
Non avrebbe mai imparato il mio nome.

Salii sulla pedana e osservai gli altri semidei e, dopo un bel respiro, iniziai a parlare:
-Samantha Morgan era.... - "una psicopatica". - La persona più fantastica che abbia mai incontrato. Senza di lei io... Mi sento vuota. Come se mi mancasse qualcosa, un pezzo che mi è stato portato via.- Parlavo senza riflettere veramente su quello che stavo dicendo: il mio discorso non era diretto verso i semidei.
Era solo per Samantha.

-Purtroppo non sono riuscita a conoscerla abbastanza, ma sono grata del tempo che siamo riuscite a passare assieme. Se Sam non avesse impedito al mostro di raggiungerci... Saremmo morti tutti. Il suo non è stato un sacrificio, è stata una scelta. Ha scelto che eravamo più importanti noi, e così ci ha salvato la vita. Samantha Morgan è, è stata, e sarà per sempre, la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto.-

-Non importa quanti giorni, mesi o anni trascorreranno, io mi sveglierò e mi riaddormenteró sempre pensando a lei. Alla sua decisione, che ha portato via una vita ma allo stesso tempo ha permesso di salvarne quattro. Non meritava di morire...lei non meritava quello che le è capitato. Quando chiudo gli occhi io.... Rivedo i suoi, verde smeraldo, che mi fissano. Mi assale il senso di colpa, tanto che in più occasioni vorrei prendere il suo posto. Altre volte, invece, sogno persino... Che lei sia viva. Sam...- Continuai a fissare la legna che bruciava, incantandomi. -Sam.... Mi spiace tanto. Sarei dovuta rimanere con te, ma non l'ho fatto. P-perdonami ti prego, I-io non...- La frase si disperse nel silenzio. Ormai non aveva importanza: mi stavano guardando tutti, aspettando che continuassi il mio discorso.
Ma non ci riuscivo.

-Grazie Scarlett.- Disse Tanya, affiancandomi. -Apprezzo davvero quello che hai fatto.-
Mi limitai a stringerle la mano, per poi scendere dalla pedana e lasciare spazio alla sua voce.
Raggiunsi Kendall e Max, che si trovavano poco distanti dal faló.
-Ho fatto schifo. Sam mi avrebbe ucciso se avesse sentito il mio discorso funebre.-
-Probabile- Convenne Kendall. -Ma non hai fatto così tanto schifo. Diciamo... Solo in parte, ecco.-
-E come fai a saperlo?-
Kendall si limitó ad un'alzata di spalle.
-Perché sei Scarlett Bennet.-
-E questo che significherebbe?- Dissi, non riuscendo a capire quello che Kendall volesse dire.
-Che quando fai schifo, lo fai con un certo stile.-
-Ah-ah-ah, ma che simpatico.-
-Lo so. Ah, cosa faresti senza di me?-
-Non saprei.- Risposi. -Penso che festeggerei.-

-Lo so che nel profondo, oltre quella barriera di cemento armato che circonda il tuo cuore, c'è una parte di te che non mi odia.- Fece qualche passo indietro, per lasciar passare una persona.
-Non ci giurerei, Puffo.-

-Hai più visto Lauren?-
-So solo che in questo momento si trova con le sue sorelle.-
-Altre figlie di Nike?-
-Due gemelle- Specificai. -Holly e Laurel Victor. Costantemente in competizione tra loro.-
-Non sopravviverà un giorno, allora.-
Schioccai la lingua, cercando di sembrare seria:
-Cerca di essere più positivo.-
-Allora sono positivamente sicuro che non sopravviverà un giorno.-

-Preferivo il Kendall Pessimista, a questo punto.-
-Ti piaceva il Kendall Pessimista?- Chiese, avvicinandosi.
-Non esagerare, adesso.- Risposi, puntandogli un dito contro il petto e spingendolo lontano.

-E ORA- Annunció Chirone, prendendo il posto di Tanya -PENSO SIA ARRIVATO IL MOMENTO DEL COPRIFUOCO. TORNATE ALLE VOSTRE CABINE, IN SILENZIO.-
Nessuno protestó, anche se si sentirono dei mormorii. I figli di Ares, in lutto, si allontanarono senza fare il minimo rumore, seguiti a ruota dagli altri semidei.
In pochi secondi la folla si era già dispersa, compresi Max e sua sorella Drew.
-Coraggio- Mi incitó Butch, gentilmente. -Andiamo a dormire.-
-Ti raggiungo subito.- Dissi, aspettando che fosse distante di qualche metro.

Fatta eccezione per un paio di ragazzi, ormai nell'Anfiteatro eravamo rimasti solo io e Kendall.
-Senti- Iniziai, senza guardarlo in volto.
-Siamo nel bel mezzo di una dichiarazione d'amore?- Scherzó lui, incrociando le braccia. -Dopo un funerale? Questo sì che si chiama karma. -
-Puoi rimanere serio per una volta?!-
-Okay, scusa. -

Sospirai, scuotendo la testa. -Questa mattina Annabeth, la figlia di Atena, mi ha detto che è stato ritrovato il libro che tempi prima... Qualcuno aveva rubato.-
-Quindi?- Chise Kendall, con una punta di nervosismo.
-... Quindi, ti sono grata per averlo riportato indietro, Qualcuno.-
-Non capisco a cosa tu ti stia riferendo.- Mentì Kendall, oscillando le braccia in avanti.

-Invece penso proprio che tu lo sappia.- Dissi, tenendo il tono di voce basso -Ma posso sapere a cosa ti serviva?-
-Non è nulla di importante.-
-Quindi ammetti di essere stato tu!-
-No io... Emh... -
-Non sei decisamente figlio di Atena.- Scherzai.
Anche al buio riuscivo ad immaginare la sua espressione.
-Fin qui ci ero arrivato anche io.-

-Kendall.- Ripresi, questa volta seria. -A me puoi dirlo. Prometto che non ti giudicheró.-
Kendall rise, ma non sembrava divertito.
-Tu non capisci...-
-Allora permettimi di aiutarti!-
-NO.- La sua risposta fu tagliente. -No. Già è difficile per me accettarlo, se poi ti intrometti anche tu io...-
-Ti prego.- Insistei. -Ti prego Kendall, cosa stai nascondendo?-

Silenzio.
Per qualche minuto, non volò una mosca.
-Quello che importa è che ora il libro si trova al suo posto.-
Fece per andarsene, ma lo trattenni, tirandolo per un braccio.
Lui sussultó, ma non si mosse.

-Che sta succedendo? Da quando sei arrivato al campo... Ti comporti in modo strano. So benissimo che sei stato tu a far ammalare Kate, come so benissimo che hai rubato tu il libro dalla cabina di Atena. Ma quello che non riesco a capire è... -
-.... Perché? Perché l'ho fatto?-
Annuii, lasciando andare la presa.
Kendall abbassó la testa, per poi voltarsi.
-Perché non ho avuto scelta.-
E si allontanó nel buio della notte, lasciandomi da sola nell'anfiteatro.

-TI SEMBRA UNA RISPOSTA COMPLETA?!- Gli gridai dietro, pestando i piedi per terra.
Non ricevendo altre risposte tornai alla cabina di Iride sbuffando e correndo, per paura di trasformarmi nella cena di qualche arpia.

~spazio autrice~
Sorry se questo capitolo è un po' corto, ma non sapevo che altro aggiungere.
Per Natale ne pubblico uno bello lungo, promesso😂❤️❤️❤️

Al propoooosito di Natale... Alzi la mano chi ha chiesto qualche regalo fandom.
🙋‍♀️🙋‍♀️🙋‍♀️🙋‍♀️🙋‍♀️

Tornado a noi... Quanto è bello il disegno (in alto) modificato da Lance_Kelly
????? È BELLISSIMOOO😍
Allour, vi sta piacendo la storia? Lo spero tantoooomaaaaa, sono assolutamente pronta a commenti negativi, quindunque sfogatevi lure❤️❤️❤️❤️😉
~Annabeth 💙

A Lie Can Change (1)Where stories live. Discover now