CAPITOLO 35- Flipper Il Criceto

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Pensavo che l'ultimo giorno trascorso al campo sarebbe stato memorabile.
Ma non fu così.

Mi svegliai tardi, feci colazione come tutte le mattine e poi passai il resto della giornata a guardare gli altri allenarsi e spassarsela, come nella norma.
Pranzai assieme a mio fratello, trascorsi il pomeriggio in compagnia di Max, Lauren, altri ragazzi e chi più ne ha più ne metta, ma niente di più.
Kendall non si fece vivo, per cui preferii fare una breve passeggiata assieme a Connor Stoll nel bosco, sperando di non incontrare qualche mostro.
Sarebbe stato davvero imbarazzante morire il giorno prima della partenza.
E ragazzi, ci avrei rimesso 10€ di biglietto.

-Così... Passerai a Natale?-
-Dipende...- Serrai la mascella.
-Ma...non puoi perderti il Natale del campo Mezzosangue!- Fece Connor, piazzandosi di fronte a me.
-Vuoi dirmi che ti perderai il famoso polpettone di Austin Lake?!-
Sorrisi, scuotendo la testa.
-Vedo se riesco a fare un salto. E, francamente, il suo polpettone non è poi una meraviglia.-
-Sempre meglio dell'anno in cui ha provato a farlo Annabeth.-
-Oddei. Il mio stomaco deve ancora riprendersi.-
Connor rise, prendendomi per le spalle.
-Tutto sommato non bisogna escludere la possibilità che mi mancherai, almeno un po'.-

Nulla di entusiasmante, insomma.
Una giornata come le altre.
E fu qui che mi sbagliai.

La sera giunse in fretta e, dopo aver ricevuto una decina di pacche sulla schena e saluti da semidei di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza, mi costrinsi ad andare a dormire.
Sapevo che alcuni di loro di sarebbero svegliati la mattina presto, giusto per venire a salutarmi un'ultima volta.

Avevano trasformato la mia partenza in un addio: Okay, forse un anno è un periodo di tempo davvero lungo, ma li avrei rivisti l'estate prossima.
Fatta eccezione per quelli che si sarebbero fatti uccidere durante l'inverno, ovviamente.

-Buona notte, Scar-
-'Notte Butch.-
Allungai una mano per cliccare l'interruttore della luce e, dopo un click, regnó il silenzio.

~
Buio.
Il mio sogno inizió così: semplicemente, con nulla.
Ero cosciente di essere addormentata, cosa alquanto difficile, visto che se una persona si rende conto di non trovarsi nella realtà, tende a svegliarsi;
Eppure, quella volta, per qualche strano motivo, non riuscivo a riprendermi: vagavo nell'oscurità, senza una meta precisa.
Ad un tratto, nel..... Beh.... Nel nulla, comparve come una nebbia densa, foschia. Con un po' di timore, cercai di toccarla, ma la mia mano oltrepassó la nebbia, come se si trattasse di un ologramma.
Sembrava iuminarsi, nonostante non riuscissi a scorgere da dove provenisse la luce: e poi, ecco che al suo posto comparve una figura.
Non ci volle molto per capire ciò che stava accadendo: quello che mi era comparso davanti era un Messaggio Iride, evocato dal niente.
E proprio al centro del messaggio, comparve una donna.

Una donna.
Quella che camminava per la strada era chiaramente una donna di mezza età, i capelli scuri che le coprivano le spalle e il lungo cappotto beige che le arrivava alle ginocchia.
Non riuscii a riconoscerla, visto che si trovava di schiena, così aspettai che svoltasse l'angolo per cercare di identificarla.
E appena lo fece, mi tappai la bocca per non urlare: nonostante non l'avessi mai vista di persona, la riconobbi immediatamente.
I suoi occhi, taglienti come il ghiaccio, erano gli stessi di suo figlio.
Era Chione.

La dea cambiò direzione, rallentando il passo. Aveva un portamento sicuro, ma allo stesso tempo elegante, così capii cosa ci trovasse Kendall di tanto spaventoso in lei.
Chione si bloccó, bussando ad una porta. Accanto a lei, i passanti parevano infreddoliti, tanto erano coperti, ma a lei sembrava che l'inverno non facesse... Né caldo né freddo.
Vi prego, capitela.

A Lie Can Change (1)Where stories live. Discover now