CAPITOLO 33- Vado A Fuoco ( E No, Non Sono Leo Valdez)

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-Se strizzi i capelli perdono la sfumatura arcobaleno?-
Guardai Kendall, facendo una smorfia.
Avevo sorriso abbastanza, anche per essere una figlia di Iride.
-Che razza di domanda è?!-
-Non lo so. Mi è sorta spontanea.-

Scossi la testa, lasciando ondulare i miei bagnatissimi e coloratissimi capelli dietro le spalle.
-Certo che no. È come se tu perdessi la tua tinta blu. Al proposito... Perché....?-
-Lunga storia- Taglió corto Kendall, con una punta di risentimento nella voce.

-C'entra Chione?-
-Il fatto che tu sappia di chi sono figlio- Continuó Grande Puffo, fingendo di sembrare minaccioso, -Non significa che tu possa parlarne come se niente fosse. È un segreto, lo sai bene.-
Scossi la testa, strizzando il vestito, ormai fradicio.
-Io continuo ad essere dell'idea che tu debba dirlo almeno a Chirone.-
-Non sempre gli arcobaleni hanno ragione.- Disse lui, facendomi l'occhiolino.

Poi tornó serio, e mi guardò con i suoi occhi profondi:
-Promettilo, Scarlett. Prometti che non lo racconterai a nessuno.-
Con entrambe le mani mi afferrò i polsi, come se fosse nervoso.
-Io...- Esitai. Anche se non era la cosa giusta da fare, lui si era fidato di me e io dovevo accettarlo.
-Promesso.-
-Grande.-
Molló immediatamente la presa, diventando paonazzo.

-C'è.... C'è una cosa che dovrei dirti anche io.- Mi tremó leggermente la voce, forse per l'imbarazzo.
-Spara. Cioè, in senso figurato, non prenderla letteralmen-
-Me ne vado. Dal campo.-

Kendall sbiancó, sbattendo le palpebre più volte.
-Che...che vuoi dire?-
-Partiró dal campo. È stata la mia casa per anni, e penso sia tempo di cambiare aria.-
Lui sembrava quasi pietrificato, tanto era confuso.
E poi fece una cosa che non mi sarei mai aspettata.
Nemmeno da Kendall Nott.

Si avvicinó, tremando.
E poi mi abbracciò, come se gli avessi dato la notizia più bella del mondo.

Inizialmente rimasi paralizzata, non sapendo come reagire.
Dovevo prenderla bene?
Risposi all'abbraccio in modo goffo, come se non sapessi cosa fosse.
Kendall strinse ancora di più la presa, tanto che iniziò a mancarmi l'ossigeno.
-K-Kendall....- Boccheggiai, tentando inutilmente di scansarmi.

Eravamo entrambi bagnati, eppure non mi dava fastidio: il fatto che non riuscissi più a respirare... Quello, beh, era più fastidioso.
Kendall allentó la presa, ma non si staccó.
Non ne capii il motivo: era così entusiasmante la mia imminente partenza?

-Grazie agli dei....- Sussurró, appoggiando la testa sulla mia spalla.
Con riluttanza, iniziai ad accarezzargli i capelli, come se fosse il mio gatto.
-Emh..... Kendy....-
-Non sai quanto questa notizia mi abbia reso felice.- Disse, senza alzare la testa.
Eppure, non sembrava allegro, più che altro... Sollevato.

-Per quanto questa scena possa sembrare dolce- Iniziai, sforzandomi di essere il più gentile possibile, -È piuttosto... Imbarazzante.-
-Oh- Esclamó, staccandosi con uno scatto. -Si, scusa.... Io...-
-'Fa Niente.- Risposi, guardando le punte dei piedi per evitare il suo sguardo.

-Posso... Sapere come mai ti fa tanto piacere?-
Lui portó le mani in avanti, come se mi volesse fermare.
-Mi hai frainteso. Non sono contento che tu parta, ma mi rende felice la tua  partenza.-
-.......... Eh?-

-Un giorno capirai.... Forse.-
-Saresti così gentile da parlare in una lingua che possa conoscere anche io?-
-Lo parli il portoghese?-
-Kendall!- Sbuffai, ruotando gli occhi.
Ecco come rovinare un Appuntamen-UNA GIORNATA! Una semplice giornata.

-No, sul serio. Sono curioso.-
-Parlo lo Spagnolo, non il Portoghese.-
-C'è differenza?-
-Non è questo il punto, emerito ignorante.-
Kendall si morse un labbro, guardandomi dritto negli occhi.
-Adoro quando mi dai dell'idiota.-
Nonostante la rabbia, sentii le guance scaldarsi.
-Quando partirai?-
-Pensavo... Cioè, ho l'autobus tra quattro giorni.-

A Lie Can Change (1)Where stories live. Discover now