CAPITOLO 50- È Solo L'inizio (EPILOGO)

1.2K 125 325
                                    

Tre giorni dopo

-È tutto?-
-Come?- Chiesi sovrappensiero.
-Sono solo queste le valigie?- Si spiegò Percy Jackson, sistemando i bagagli nel retro dell'automobile.
Dopo la battaglia, Chirone aveva informato sia lui che Annabeth ed entrambi erano accorsi il prima possibile, giungendo il pomeriggio stesso e annullando in questo modo i loro piani per un compleanno memorabile.
Annabeth si  era lamentata tirando in ballo gli dei che causano solo problemi e per qualche strano motivo aveva coinvolto Era, così Percy l'aveva zittita con un bacio per evitare altri inconvenienti.

Poco dopo però aveva scoperto di dover partire per Boston, a causa di una strana faccenda che coinvolgeva suo cugino, così Percy si era offerto volontario per portarmi da Long Island fino a New York assieme alla sua ragazza e, una volta lì, avrei preso il primo autobus disponibile per Houston.

-Ci servirà il tuo aiuto, Percy.- Mormorò Annabeth, riprendendo il discorso che aveva lasciato in sospeso. -Lo sai, vero?- Indossava una semplice canotta a righe e dei pantaloncini jeans, mentre portava i capelli ricci sciolti sulle spalle.
-Verrò il prima possibile, Annie. Te lo prometto. Anche se... Insomma, abbiamo già abbastanza problemi con gli Dei Greci, ora ci metti in mezzo anche quelli Norreni?-

Annabeth chiuse il bagagliaio e montó in auto, invitandomi a fare altrettanto. -Vedrai che piacerai a mio cugino.-
-Oh ti prego, si chiama come un gelato.-
-Scherzi?-
-"Magnum"-
-"Magnus", Testa D'alghe.-
-È comunque strano.-

Chiusi la portiera e abbassai il finestrino, guardando un'ultima volta la Collina Mezzosangue che spiccava tra gli alberi alti.
Il sole stava sorgendo e illuminava giusto il cornicione di marmo dietro al quale si intravedevano le sagome della Casa Grande e delle Cabine.
-Sicura di non voler salutare nessuno?- Chiese Annabeth, seduta accanto al posto del conducente.
-Sì. Suonerebbe come un addio, e io non voglio che lo sia.-

-Ma non li vedrai per mesi.-
-Mi affiderò ai messaggi Iride.-
-La prima volta però li hai salutati- Si intromise Percy, mettendo in moto il motore.
Distolsi lo sguardo dal Campo, tirando su il finestrino. - Ho cambiato idea.-
-Davvero non vuoi...?-
-No.-
Nessuno dei due decise di insistere.

Forse pensavano che non ci fosse un motivo preciso per il mio comportamento.
Ma c'era eccome.
E aveva anche un nome.

Negli ultimi tre giorni avevo riflettuto parecchio sulla mia imminente partenza, come non avevo mai fatto prima d'ora: era stata davvero una buona idea?
Ne valeva la pena?
"Certo". Mi risposi, osservando la distesa interminabile di prati verdi che affiancava il lato della strada.  "Dovrai solo abituarti al cambiamento. Dovrai solo...dimenticarlo."

C'era un motivo per cui non l'avevo fatto.
Per cui non l'avevo salutato.
Solo che non riuscivo a trovare la forza di ammetterlo.

Mentre ci allontanavamo da Long Island, il paesaggio mi scorreva velocemente davanti, come se non avesse intenzione di lasciarmi il tempo di metabolizzare che stavo davvero partendo.
Ero preparata da settimane, mesi, eppure sembrava tutto così triste e monotono, come se fosse un vero addio.

A volte è difficile trovare le parole per esprimere cosa si sente in momenti come questi, mentre altre volte semplicemente non ne esistono.
E in questo caso, non ne avevo.

-Hai già trovato il College dove iscriverti?- Domandò Annabeth, per rompere il ghiaccio.
-Non ancora, però una vecchia amica di famiglia abita lì. Mi ospiterà fino a quando non avrò trovato la scuola adatta, o almeno spero.-
-Perché, da quant'è che non la senti?-
-Un anno. O forse due.-
-Immagino che sarà una bella sorpresa.-

A Lie Can Change (1)Where stories live. Discover now