CAPITOLO 42- Tale Madre Tale Figlio

926 105 139
                                    

Quando il vortice freddo finalmente si dissolse, compresi di trovarmi ancora al campo, a giudicare dalle colline verdi e dal rumore della battaglia.
Dinnanzi a me si ergeva il Pino di Talia, in tutto il suo splendo-ah no, stava morendo, quindi era ridotto ad uno stecco con quattro aghi di numero.

Chione era accanto a me e si stava sistemando la veste bianca con noncuranza, come se non ci fosse alcuna guerra in corso.
-C-c... Come ci sei riuscita?!-
Chione rispose seccata: -Sono una dea, posso fare qualunque cosa. Credi che, se ci fossero state ancora le barriere magiche, non sarei entrata nel campo?-
-Allora... perché incaricare tuo figlio?-
-Oh, sei così ingenua, mia cara. Se il mio scopo fosse stato davvero quello di prendere il controllo del Campo Mezzosangue, lo avrei fatto da un pezzo, senza bisogno di un esercito. No, il motivo è sempre quello: eliminare i semidei, farne fuori il più possibile. Altrimenti sarei venuta da sola.-

Eravamo in cima alla collina Mezzosangue, dietro l'Athena Parthenos: la battaglia si stava svolgendo praticamente sotto i nostri piedi.
Guardai dall'alto il nostro esercito: certo, ora nessuna delle due fazioni era in minoranza, ma i nostri iniziavano a perdere colpi: una semidea si accasció a terra, sfinita; il gruppo dei figli di Hermes, che all'inizio sembrava entusiasto, era stato decimato; i figli di Apollo avevano esaurito le frecce e si erano lanciati in una lotta corpo a corpo, con poche speranze di uscirne vittoriosi.
-Non reggeranno ancora a lungo.- Constató Chione.

Volevo aiutare, intervenire.
E invece, ero bloccata con la peggiore delle dee (o quasi).
Guadagnare tempo.
Dovevo in qualche modo farle perdere tempo, giusto per escogitare un piano.
-Sono sorpresa. Come sapevate del nostro arrivo?-
-Ci ha informati tuo figlio.-
Questa volta però Chione non parve stupita.
-Sapevo che non sarebbe mai stato capace di portare il suo lavoro al termine. Lo sospettavo.-

-Ma davvero?- Ora quella stupita ero io.
-Certamente. È sempre stato così simile a suo padre, quindi me lo sarei immaginata.- Sbuffó, scoraggiata. -Non mi ha mai voluto dare retta. Ed è per questo che tu sei qui.-

-Io...-
-Nel caso non avesse abbastanza fegato per schierarsi dalla mia parte.-
-Obbligherai tuo figlio ad affiancati. È così che vuoi sentirti amata?! -
Chione scoppió una in una fragorosa risata.
-Non mi interessa sentirmi amata. Ah, l'amore... L'amore è soltanto un ostacolo. Difficile da superare, ma una volta affrontato... A quello dopo sei già preparato.-
-Non ti interessa sapere che tuo figlio ti odia?!-
-L'odio è reciproco. Non sono quel tipo di madre affettuosa, che si perde in qualcosa come l'affetto.-

-Ma ora basta perdersi in discorsi inutili. Kendall dovrebbe arrivare da un momento all'altro con il Vello d'oro.-
-Ma certo.- La verità era amara. -Lui sa perfettamente dove si trova. Gli hai ordinato di portartelo, e in questo modo non potremo guarire il Pino di Talia.-
Chione parve soddisfatta. -Continua.-
-...e infine, senza il Vello, il nostro esercito verrà decimato, fino a quando non sarà morto anche l'ultimo semidio.-
-Solo allora la mia vendetta sarà completa. Sei intelligente, dopotutto.-

"Potrei attaccarla quando meno se lo aspetta. L'effetto a sorpresa può essere le peggiore delle armi."
Come se mi avesse letto nella mente, la dea scosse la testa.
-Non ci provare, tesoro. Qualunque tentativo fallirebbe. Ma è meglio prevenire che curare, non credi?-
Le bastó un semplice gesto perché due corde, spuntate dal nulla, mi avvolgessero sia le mani che i piedi, impedendomi di gettarmi su di lei.
Il nodo era così stretto che ebbi il terrore di perdere gli arti.

-Non vincerai mai Chione! Se credi che-
La dea si era strappata un lembo del vestito e me lo aveva legato attorno alla bocca, impedendomi di parlare.
-Sei così fastidiosa! Ora va decisamente meglio.-

Il rumore di spade che cozzavano contro l'armatura mi richiamó alla realtà. Anche Chione si voltó, sorridendo in maniera inquietante.
-Ed ecco che arrivano.-
Mi agguantó per un braccio e mi sistemó in ginocchio, impedendomi di vedere oltre l'Athena Parthenos.
Cercai di tirare fuori i peggiori insulti che mi venivano in mente, ma per sfortuna la benda mi impediva di mormorare una sola sillaba.
-Stattene qui dietro buona, intesi?-
-MHMH-MHHH MMMH!!!-
-Lo prendo come un sì.-

A Lie Can Change (1)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin