CAPITOLO 34- Gli Sbalzi D'umore, Quelli Belli.

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I quattro giorni trascorsero più velocemente di quanto mi aspettassi.

In men che non si dica, mi ritrovai costretta a preparare le valige, visto che nel giro di quarantott'ore sarei stata sfrattata dal Campo: ma, quando una persona è decisa a partire, solitamente preferisce passare le ultime giornate rimaste a rilassarsi, piuttosto che organizzare una festa a cui partecipa praticamente tutto il campo.
Bene.
Diciamo che non ho avuto molta scelta.

-Passo.-
-Non puoi passare.-
-Passo comunque.-
-Avanti Scar- Sbuffó Max, abbassando l'arco. -Ti piacerà.-
Chiusi un occhio, per prendere meglio la mira.
Per scoccare una freccia bisogna essere davvero concentrati, evitando pensieri stressanti come "Festa in onore della tua partenza".
Già, diciamo che non aiuta.

Tesi la corda e, un momento dopo, la freccia aveva centrato in pieno il bersaglio sull'albero.
Un figlio di Apollo fischió, stupito.
-Accidenti!- Commentò, prendendo la mira con il suo arco.
-Solo per un'oretta.- Inistette Max, recuperando la freccia che aveva scoccato.
-Le feste non durano "un'oretta" -
-Questa si. Te lo prometto. -
Ruotai gli occhi al cielo.
Era un gesto davvero gentile, da parte sua, ma non mi andava proprio di festeggiare.
-Max.... -
E poi lui entrò nella modalità occhi-da-cucciolo-bastonato, e non riuscii a opporre resistenza.

-E va bene, hai vinto. Ti concedo un'ora al massimo.-
-Ti divertirai!- Urló lui, lasciando cadere l'arco a terra e correndo verso il padiglione della mensa.
Staccai la freccia dalla corteccia dell'albero e ritornai sui miei passi.
Se quella doveva essere l'ultima volta che mi sarei esercitata al campo, allora dovevo dare il massimo.
-Tieni la corda più tesa.- Mi suggerì il semidio di prima, lasciando andare la sua freccia.
Quest'ultima si conficcó perfettamente al centro del bersaglio, vibrano appena.

Seguii il suo consiglio, respirando profondamente.
Uno...
Due...
Tre...
E....
KENDALL!
...
...
Un momento...

-Kendall!- Dissi, abbassando immediatamente l'arco. -Che ci fai qui?! -
Il ragazzo sembrava... Distrutto.
Aveva le occhiaie attorno agli occhi talmente evidenti che, per un secondo, pensai di essere tornata nuovamente alla modalità "Vampiro del campo Mezzosangue."

Lo sguardo era perso, quasi sembrava non essersi accorto della mia presenza.
-QUANDO PARTI?!- Gridó, girandosi di scatto nella mia direzione.
Spalancai la bocca, sconvolta.
-Kendall, ma cosa...-
-QUANDO PARTI?!- Ripeté, stringendomi il polso destro talmente forte da farmi diventare le nocche bianche.
-Dopodomani, all'alba!- Cercai di liberarmi dalla sua presa, impaurita. -Parto dopodomani....-
Lui si allontanó, passando i capelli tra le dita.
-Non va bene... Non va affatto bene....-

Controllai il polso, per assicurarmi che il sangue avesse ripreso a circolare.
-Che vuoi dire?! Kendall...-
-No! Era tutto perfetto!- Mormoró, afferrando la testa tra le mani.
-Amico, tutto bene?!- Intervenne il figlio di Apollo, cercando di raggiungerlo.
Nel frattempo, però, il figlio di Chione si era già lanciato su per la collina, in una fuga disperata.
Continuai a fissarlo sgomenta, fino a quando non scomparve tra i campi di fragole.
-Che gli è preso?- Chiese il ragazzo.
-Magari lo sapessi...- Risposi, recuperando l'arco da terra.

Nel pomeriggio, passai a recuperare il biglietto per Houston, cercando una qualche traccia che lasciasse intuire la presenza di Kendall: Niente. Sembrava scomparso dalla faccia della terra.

La Casa Grande sembrava un'autentica perla, essendo una palazzina vittoriana di ben quattro piani.
Percorsi l'intero portico, salutando Kate e un paio di semidei che si erano dati ad un torneo di pinnacolo.
Si era fatta sera ormai, e ancora non sapevo l'orario del bus che mi avrebbe condotto a Houston.
Mi accorsi solo dopo essermi avvicinata che, tra i ragazzi che giocavano a carte, stava seduto anche il Tizio del Vino.

A Lie Can Change (1)Where stories live. Discover now