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Mi andai ad accomodare ai piedi del palco così da poter controllare che tutto fosse veramente al posto giusto.
Nell'insieme, la scelta era veramente suggestiva ma c'era piccoli dettagli che parevano sempre fuori posto.
Richy occupò la sedia accanto sorridendomi tentando di tranquillizzarmi iniziando, nel frattempo, a fare alcuni scatti al contesto.
Io, però, ero irrequieta e ciò era visibile a chiunque mi osservasse con attenzione; il caffè in mano, che ancora non avevo nemmeno sfiorato con la labbra, tremava leggermente e le mie gambe si muovevano irrequiete.
Notai che lo stavo innervosendo e mi scusami; pacato, mi rivolse un sorriso e iniziò a parlare.
- Chiara, mancano diciassette minuti. - Controllò l'orologio per esserne certo poi prosegui. - Vai dai modelli, li controlli uno per uno, dai un bacio a Michele così ti calmi poi vai dalle ragazze. Ti accerti che anche loro siano perfettamente in ordine, indossi l'abito e torni qui.
Rifletterei un attimo sulle sue parole poi, quasi di scatto, mi alzai e mi misi a correre in direzione dei camerini prendendomi una leggera storta che ignari.
Appena raggiunsi quello a sinistra, bussai con delicatezza e a parlare fu una voce che conoscevo bene.
- Scommetto che questa è Chiara. - Disse Martino venendomi ad aprire. - Dicci tutto, capo.
Il mio viso si fece rosso dall'imbarazzo, cosa potevo dire, che ero lì a controllare? Eppure era la verità.
- Falla entrare, Marti.
Sorrisi grata a Nicoló che aveva intuito perché fossi lì, anche lui tendeva ad avere sempre tutto sotto controllo, e mi accertai che tutto andasse per il verso giusto.
Sistemai leggermente le pieghe sugli abiti, tolsi pelucchi quasi indistinguibili ad occhio umano su alcune camicie e ripassai con tutti il programma.
Anche dopo aver terminato, il panico era visibile nei miei occhi tanto che Michele mi prese in disparte.
- Chia, andrà tutto bene.
La mia voce era dominata dalla paura di fallire e dall'ansia che qualcosa andasse storto. - Non può andare tutto bene. Non va mai tutto bene.
Quella frase lo colpi, sapeva bene quanto me quanto fosse vero, ma la smorfia di ribrezzo passò immediatamente e al suo posto comparve un magnifico sorriso che mi tranquillizzò, almeno in parte. - Ti prometto che andrà meglio di quanto ti aspetti.
Mi diede un bacio casto e il mio corpo si rilassò un po'. - È una promessa complicata da mantenere.
Sorrise ancora e la luce che irradiarono i suoi occhi mi mandò in trance; per un instante non pensai a nulla.
- Mi dirai tu se l'ho mantenuta.
Mi diede un altro bacio, questa volta più passionale ma pur sempre veloce, e mi fece uscire dal camerino.
Fu la volta delle ragazze e tutto fu più veloce; erano molto più precise e attente ai dettagli e, finalmente, mi concessi il privilegio di respirare.
Lia ed Elena mi accompagnarono a preparami e, quando le ringraziai pronta per andarmene, notai in loro dell'ilarità che avevo visto poco prima anche negli occhi di Martino e Nicolò ma avevo altri pensieri per la testa per preoccuparmene realmente.
Raggiugni Riccardo, che stava guardando il cellulare, e quando mi vide mi sorrise diverto. - Sei decisamente più tranquilla.
- Finché non inizierà la sfilata e poi saremo di nuovo punto e a capo.
Lui ridacchio, probabilmente divertito da un messaggio, poi parlò ancora. - Sarà merito del bacio miracoloso di Michele.
Lo guardai perplessa ma ancora una volta, questa frase assurda, non entrò ad occupare spazio tra i miei pensieri.
Recuperai il caffè che mi aveva portato prima Martino e, finalmente, mi misi a sorseggiarlo. Riccardo mi guardò stranito poi diede voce ai suoi pensieri. - Lo bevi freddo?
- Finché è caffè non mi importa.
Ridacchiò divertito dal fatto che le mie abitudini non fossero mai cambiate e, da quel momento, calò il silenzio.
Il pubblico, che aveva iniziato ad arrivare, prese posto occupando in poco tempo lo spazio disponibile; inoltre, dietro le transenne, una folla di curiosi si stava accalcando per osservare quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
La tensione svanì ben presto; al contrario delle mie aspettative, la sfilata fu un successone.
Le musiche erano azzeccate, le scelte fatte e i vestiti creavano un'atmosfera a dir poco unica.
Nonostante l'avessi organizzata io, mi consessi il privilegio di gustarmela appieno e dovetti ammettere di essere veramente soddisfatta.
Quando passò Martino, ridacchiai divertita al suo occhiolino; se la sfilata stava andando bene era anche merito suo. Ammiccai anche io e lo tornò indietro insieme ad un altro modello.
Mi resi conto che era giunta al termine solo quando vidi una chioma bionda sbucare, accompagnata da Michele che le fece il baciamano.
Riccardo, senza mai staccare gli occhi dalla macchina fotografica, sorrise. Era innamorato come il primo giorno.
Come da copione, non appena arrivarono alla fine del palco, passai una rosa al mio ragazzo che lui, dopo essersi inginocchiato, pose a Elena; questo gesto colse alla sprovvista il fotografo che parlò confuso e divertito allo stesso tempo.
- Devo aver paura che mi rubi la ragazza?
Scrollai le spalle divertita in attesa dell'ingresso dell'ultima coppia.
Nicolò la raggiunse, fece il baciamano e insieme proseguirono lungo la passerella; mi soffermai a osservare l'abito bianco di Lia (forse una scelta per convincerli a sbrigarsi con le loro nozze?), una mia creazione, dopo che Nicolò e Michele avevano insistito aggiungessi un abito totalmente disegnato da me.
La sfilata si concluse con tutti i modelli che sfilarono insieme; constatato che il pubblico aveva apprezzato, e anche parecchio, tirai finalmente un sospiro di sollievo.
Attesi che Michele e Nicolò rientrassero per il discorso finale dopodiché mi accomodai sulla sedia e gli feci cenno che i microfoni erano accessi.
- Grazie a tutti per essere qui. So che la sfilata è stata molto diversa dal solito ma, a nome di tutta la MN, spero vi sia piaciuta. - Il pubblico era in estasi e Nicolò riprese parola solamente quando smisero di applaudire, parecchi minuti dopo. - Tutto questo è opera di una mia grande amica che vorrei chiamare sul palco. Michy ci pensi tu?
Ancora quella risata fin troppo ilare; fu solo allora che compresi che avevano architettato qualcosa.
Immobilizzata dalla sorpresa e al contempo terrorizzata per quella inaspettata attenzione, fu
Michele a trascinarmi sulla passerella e a continuare il discorso. - Questa fantastica ragazza è riuscita ad organizzare tutta la sfilata in quattro giorni.
- E contro ogni tua aspettativa. - Rispose sarcastico Nicolò. Il pubblico scoppiò a ridere. Erano nati per essere famosi ed era sempre stato così.
- Inoltre, volevo ringraziare la mia ragazza, - Lo guardai storto e loro due soffocarono le risate. - e si, sottolineo il fatto che sia la ragazza, tanto da qualche parte l'avrete letto comunque, che mi ha aiutato a disegnare la collezione.
Guardai male i due ragazzi, che erano in attesa che dicessi qualcosa, e mi decidi a parlare. - Vi eravate messi d'accordo per farmi morire di imbarazzo sul palco, ammettetelo.
- Che fai, adesso ti vergogni di me?
Il pubblico si sbellico ma di più Nicolò che, non appena fu recuperata la calma, riprese il filo del discorso.
- Alcuni abiti sono stati realizzati col suo aiuto e l'ultimo è totalmente opera sua.
Michele mi mise una mano sulla spalla e mi strinse a se, proseguendo il discorso. - Se la MN esiste è merito suo.
Lo guardai confusa e lui, dopo avermi sorriso proseguì. - All'inizio, c'erano così poche informazioni sull'azienda su di noi per una ragione ben specifica.
Notai che Martino prese il posto di Riccardo e fu allora che vidi che non solo lui ci raggiunse ma anche Lia ed Ele; continuai comunque a seguire il discorso del mio ragazzo, cercando di capire cosa stessero combinando.
- Noi siamo una piccola famiglia ed è grazie a Martino, - lo indicò e i due si scambiarono un'occhiolino - parte fondamentale anche lui, se siamo qui oggi.
- Diciamo le cose come stanno; se fosse stato per Michele, a quest'ora non avremmo neanche un abito pronto. - Mentre il pubblico rideva, io e Nicolò ci scambiammo uno sguardo riflettendo sulla veridicità dei fatti. - Ed é per questo che abbiamo deciso che era ora di cambiare alcune cose.
Calò un silenzio drastico e i due proprietari parlarono insieme. - Signori e signore, ecco a voi il nuovo direttore creativo della MN: Chiara Bianchi.
Quell'informazione arrivò a me con ritardo, solo quando mi accorsi di essere tra le braccia delle mie amiche che erano entusiaste.
Michele, quando vide che mi ero resa conto, mi sorrise e sillabò con il labiale.
- Avevo finito i tuoi bozzetti. - Alludendo al furto dei disegni di qualche anno prima.
Rivolsi un'ora guardo grato a Nicolò, quando riprese a parlare, contenta di aver scongiurato un discorso in pubblico ma la sua occhiata non mi piacque affatto.
- La scelta del nome della sfilata non è stato casuale. La nostra Chiara ha voluto portare un messaggio molto forte, love is love, ma dobbiamo ammettere che la nostra idea è partita da un altro presupposto.
Adesso ero curiosa di sentire la spiegazione ad un nome che, a me, era parso tanto banale.
Nicolò rivolse uno sguardo a Michele che a sua volta guardò Martino; lui gli fece un cenno con la testa e il mio ragazzo fece un respiro profondo.
- Come già detto, io e Chiara stiamo insieme.
Gli rivolsi uno sguardo indagatore ma ricevetti solo un sorriso.
- Molto di voi lo sapranno già o, meglio, sapranno già tanti dettagli della nostra vita grazie ad un nostro ex compagno di scuola, Davide Abate.
Tra la folla ci fu un assenso con il capo e io guardai impurità Eicfardo che, sorridendo, distolse lo sguardo tornando a dare il cambio a Martino che ci raggiunse sul palco e prese parola.
- Michele e io gliene abbiamo combinate davvero di tutti i colori.
- Confermo. - Aggiunse Nicolò a sua volta.
Perché stavano cercando di farmi morire di imbarazzo?
Il rosso continuò. - Io ero il ragazzo del suo migliore amico, solo che non accettano di fare coming out e non lo trattai troppo bene. Michele mi seguì a ruota ma solo perché era geloso del rapporto tra loro due.
La voce calda di Amelia prosegui. - Vi posso garantire che l'hanno fatta impazzire.
La cosa divertente fu - Sentire Elena mi fece alzare gli occhi al cielo impaurita. - che lei fu l'ultima ad accorgessi dei sentimenti di Michele.
- Dovete sapere che le loro famiglie si trasferirono nella stessa casa. - A quel ricordo Nicolò sorrise e, con lui, tutto il pubblico. - Vi lascio solo immaginare la situazione.
I miei amici si spostarono dietro di noi e io gli rivolsi uno sguardo indagatore ma ricevetti indietro solo altra ilarità. In quel memorano, fui raggiunta da Michele che riprese parola.
- Ammetto che ho fatto di tutto per ottenere la sua attenzione, le ho persino rubato il suo primo bacio con una scommessa.
Lo guardai ancora confusa ma lui continuava a sorridere.
- Abbiamo vissuto insieme cinque anni e siamo diventati amici, confidenti e, solo alla fine, una coppia.
L'aria si fcee leggermente più rarefatta e continuai a guardarlo interrogativo.
- Ne ha passate davvero tante. Ha perso il suo migliore amico molto giovane, ha sopportato le molte angherie di sua sorella, ciao Rebecca,
- Ciao Reby - Replicai ironica e lui soffocò una risata.
- è stato infastidita da un giovane giornalista in erba, che vi raccomando di tenere a mente, che era convinto fosse stato lasciato dalla ragazza per colpa sua e poi ha accettato di sposarmi.
Il pubblico sussultò esterrefatto a quella rivelazione ma Michele, sempre sorridendomi, prosegui.
- Sono fuggito il giorno del nostro matrimonio e nonostante ciò lei è ancora qui con me.
Una risata da parte delle mie amiche mi fece voltare ma loro mi ignorarono.
- Arrivata a Parigi, la situazione non è migliorata. Se possibile gliene ho fatte passare anche di peggiore ma questo già lo sapete grazie al giornalista in erba di prima.
- Grazie Davide. - Dissi beffarda poi lo lasciai proseguire.
- Nonostante tutto quello che le ho combinato, lei è ancora qui e io la amo ancora esattamente come quel giorno, a scuola, quando la vidi entrare per la prima volta in palestra per aspettare che il suo migliore amico finisse l'allenamento.
Dove stava andando a parare? Mi voltai verso Martino confusa, convinta che fosse uno dei suoi "metodi" per migliorare il nostro rapporto ma lui mi fece cenno di voltarmi.
Il mio cuore ebbe un sussulto e sentii tutto il sangue contentarsi sulle mie guance che si fecero rosse.
Michele era lì, letteralmente davanti a mezza Parigi, in ginocchio con un anello in mano.
- La prima volta che ti ho fatto la proposta eravamo al secondo piano di questa stessa torre. - Disse indicando la dama di ferro che troneggiava sopra le nostre teste. - Stavolta ho deciso di rimanere coi piedi per terra.
In preda ad un misto di emozioni, scoppiai a ridere e allo stesso tempo le lacrime scesero copiose.
- So che i presupposti non sono buoni...
- Puoi star tranquilla che questa volta non mi scappa. - Urlò Niccoló divertito dopo un cenno da parte di Michele.
- ...ma ho capito che l'errore non è stato il chiederti di sposarmi ma il fuggire.
Non sapevo come reagire; sentivo i muscoli tesi e allo stesso tempo formicolati.
- Chiara Bianchi, vuoi sposarmi con la promessa che questa volta sarò ad attenderti su quell'altare, fosse l'ultima cosa che faccio?
Non mi accorsi neanche che la mia testa stava annuendo; mi sembra tutto troppo irrealizzabile.
Era come se quella sorta di infelicita che aveva sempre aleggiato sulla mia testa se ne fosse andata per sempre.
Con la mano tremante, mi mise l'anello poi si alzò e mi diede un bacio.
Non appena si allontanò, notai le lacrime che stava versando ed era una cosa veramente rara che piangesse di felicità.
Mi strinse a se e lo udii sussurrami all'orecchio.
- Ho mantenuto la promessa?
Non risposi, mi avvinghiai con ancora più forza e i nostri amici si aggiunsero in enorme abbraccio.

(Un)happier than everWhere stories live. Discover now