I

339 27 5
                                    

Faccio parte di un progetto alquanto strano, di un esperimento, a mio parere, piuttosto ben riuscito: la scuola americana in Italia.
Incarniamo perfettamente tutti gli stereotipi che appaiono nelle più famose pellicole americane sui liceali nel grande continente, con tanto di reginette, sportivi montati e risse tra "fazioni", 
Ovviamente non tutto é perfetto; alcune cose sono rimaste esattamente come le classiche scuole statali italiane e nello specifico le due seguenti caratteristiche: la formazione delle classi e il cibo della mensa.
A differenza delle High School americane, non possiamo sceglierci le materie e non cambiamo aula in base al corso, anche perché dobbiamo seguire il programma didattico dato dal ministero dell'istruzione.
Inoltre, come in qualsiasi altra scuola, il cibo della mensa é talmente terrificante che, un giorno, potrebbe benissimo essere in grado di alzarsi dal piatto e camminare in giro per le aule. Per non parlare di tutte le volte che abbiamo trovato capelli, peli e insetti al suo interno.
Onestamente trovo il tutto un po' assurdo in quando possediamo una delle migliori cucine al mondo ma i nostri cuochi si impegnano proprio nel preparare dei piatti non commestibili.
Per il resto vantiamo di tutto quello che sognano gli studenti: squadra di basket, cheerledeer, mascotte ma soprattutto dei fatidici armadietti che, nei film, sono il punto di ritrovo delle scene più interessanti.
A mio modesto parere, hanno fatto tutto per bene tranne una cosa: la scelta del nome. Come fai a chiamare una scuola finto americana Mood High School?
Scuola Superiore Umore?
L'unico ragionamento plausibile, che é stato fatto al momento della scelta, che mi viene in mente é il seguente: La scuola influisce sull'umore? Umore! Ecco come possiamo chiamarla.
Io non trovo altre spiegazioni che abbiano un senso logico, altrimenti.
A te, caro lettore, so già che la domanda verrà spontanea: come mai una scuola all'americana in Italia? E soprattutto, come faccio ad entrarci?
Nella scuola, gira la leggenda metropolitana che la nostra preside, statunitense di origine, abbia scommesso con quello di un altro instituito che vivere in un ambiente del genere migliori la nostra vita.
Effettivamente ha ragione: tra bullismo e gerarchie varie, si vive proprio splendidamente.
E se ti ancora non ti ho fatto desistere riguardo l'ammissione, ti basti sapere che prendono a caso ragazzi da tutte le categorie: secchione, sportivo, popolare...

- Chiara, non puoi mettere questi articolo nel giornalino scolastico. - Disse Amelia accartocciando il mio scritto e buttandolo nel primo cestino disponibile.
Amelia è una delle poche persone con cui ho legato in questa scuola; é una ragazza stupenda, di una bellezza non comune. Ha una folta chioma castana che le incornicia sia l'incarnato perennemente abbronzato, sia i suoi grandi occhi azzurri tendenti al grigio.
- Perché? Mi é stato chiesto di raccontare la mia esperienza e questa é la mia.
La ragazza alzò gli occhi al cielo metà tra l'arreso e il divertito.
- E poi, ormai, ho già messo una copia nell'armadietto di Davide.
Davide è il responsabile del giornalino scolastico ma, dopo alcune spiacevoli trascorsi tra noi due, preferisco evitarlo e lasciargli i miei articoli senza doverci conversare.
- Questo stupido armadietto...
Una ragazza bionda dagli occhi verdi e la carnagione quasi pallida, anoressica a mio parere, stava prendendo a pugni il mio armadietto. Era l'altra unica amica che mi ero fatta durante quei due anni scolastici da incubo.
- Magari la stupida sei tu. Il tuo è quello di fianco. Siamo ad aprile e non hai ancora imparato?
- Se non fossero tutti uguali.
- Criticona già di prima mattina, Elena? - A rispondere era stata Amelia che fissava la scena divertita dalla parte opposta del corridoio.
- Allora signorina Brambelli, a cosa dobbiamo questo suo strano, no anzi, stranissimo, comportamento?- Chiesi, imitando una voce generica da intervistatrice.
Avevo già notato, da quando mi aveva raggiunto per andare a scuola insieme, che il suo umore era incredibilmente sopra le righe.
- In che senso, scusa? - Amelia, al contrario delle nostre aspettative, non si irritò.
- Beh, sei sempre arrabbiata per tutto! - Disse la bionda. I suoi modi erano sempre equiparabili ad un elefante in cristalleria.
- E tu sempre criticona per tutto, Elena! - Rispose facendole una pernacchia. Era un comportamento esageratamente assurdo; sembrava fosse quasi sotto effetto di droghe.
- Strano Ele, non trovi? Il suo umore non si è alterato. Spara, cosa ne hai fatto della nostra Lia? - Domandai facendole il solletico, sapendo bene fosse il suo punto debole.
- Nicolò mi ha guardata! - Urlò lei saltellando, producendo un suono che solo i cani avrebbero potuto udire.
Io ed Elena ci guardammo leggermente preoccupate potesse subire una scottante delusione amorosa.
- Solo una cosina, futura miss Vespucci: è il più popolare della scuola!
- Suvvia Criticona, falle godere il suo momento di gloria. -A parlare era stato Nanetto, o almeno così era come lo chiamavo. Il suo nome reale è Brunelleschi Riccardo. Alto 1,78, magro anoressico anche lui, capelli neri e occhi verdi, nonché l'ultima persona che considero mia amica.
Conosco persino l'altezza non perché io lo stalkeri, ma perché Elena ha una cotta non troppo segreta per lui e la nostra stalker ufficiale (Amelia) ha "scoperto" tutte queste informazioni per lei.
- Quando capiterà che un giocatore di basket della scuola vi guarderà ancora? - Proseguí ridacchiando.
- Sono d'accordo con Ric. Sai che potremmo metterlo nel giornalino della scuola al posto del mio articolo? - Con le mani mi misi a mimare. - "Il popolarissimo Vespucci Nicolò fissa sbavante Brambelli Amelia." Ci sta, no?
- Andiamo, Chiacchierona, non spezzarle così i sogni di gloria. - Disse in tono ironico Elena, evidentemente offesa che avessi preso le parti del ragazzo e non le sue.
I soprannomi li aveva trovati Ricky durante una noiosissima lezione di inglese.
Elena, per il suo carattere alla Miranda Presley, era diventata la Criticona, Amelia, per il suo modo di fare sempre negativo e pessimista, l'Arrabbiata e io, per la mia mancanza di autocontrollo e il parlare spropositato, la Chiacchierona.
Avevo però deciso di non lasciare il nostro amico senza nomignolo, così un giorno decisi di chiamarlo Nanetto data la sua statura. Alcuni mesi dopo però, tornato dalle vacanze di natale, causa ormoni della crescita, Riccardo si presentò decisamente più alto di quanto non fossimo abituate, ma il soprannome rimase invariato.
Udimmo il suono della campanella e mi schiarii la voce, iniziando così il mio discorso con fare altezzoso, spostandomi persino gli occhiali sulla punta del naso per assumere un'aria più "professionale".
- Brambelli, Puma, Brunelleschi e Bianchi ancora nei corridoi? Tra due minuti e trentasette secondi inizia la mia lezione. Credo che oggi interrogherò uno di voi per il vostro comportamento. Forza a lezione!
Scoppiammo tutti a ridere per la mia imitazione mentre iniziammo a dirigerci in classe.
- Forza Chiara. Sono solo tre ore di scienze della terra. - Iniziò Riccardo con un pizzico di malizia.
- Con la tua prof. preferita. - Concluse Elena; entrambi avevano usato un tono molto, molto ironico.
- Voglia di scherzare, piccioncini?
Odiavano quando li chiamano in quel modo ma, contro ogni aspettativa, non dissero nulla. Semplicemente diventarono rossi e non parlarono fino all'arrivo in classe.
Forse avevo esagerato un po' ma era il mio modo di fare e in tempo zero, dopo la tortura che stavo per subire, l'imbarazzo tra i due si sarebbe volatilizzato sostituito da risatine odiose.

Du hast das Ende der veröffentlichten Teile erreicht.

⏰ Letzte Aktualisierung: Sep 25, 2020 ⏰

Füge diese Geschichte zu deiner Bibliothek hinzu, um über neue Kapitel informiert zu werden!

(Un)happier than everWo Geschichten leben. Entdecke jetzt