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- Grazie, Chiara. - Iniziò Michele pacato mentre guidava a tutta velocità, forse leggermente un po' oltre i limiti, verso il centro commerciale.
Le mani mi sudavano e sentivo la testa pensante perché non mi ero ancora ripresa del tutto dalla crisi di poco prima.
- Penso solo io che sia una situazione assurda?
Era stato un sussurro ma avevo già trovato incredibile il fatto di averlo detto.
- Si, perché?
Mi guardò e sorrise. Forse non si rendeva conto che stava andando ad acquistare l'anello di fidanzamento per la sua nuova fidanzata insieme alla sua ex fidanzata.
- Beh, ecco... lascia perdere. - Guardai oltre il finestrino, con la sensazione che tutto fosse sbagliato. - Quando arriveremo li avremo venti minuti per scegliere l'anello perfetto.
Il silenzio poi calò nella vettura è fu spezzato da Michele solo alcuni minuti più tardi.
- Lo ammetto. È assurdo.- Disse lui sbuffando. - Troppo assurdo.
- Decisamente - Sentii le mie guance andare a fuoco realizzando solo in quel momento che cosa stavo facendo. - Saresti dovuto venire con Nico.
- Forse...
Annuii e non aggiunsi altro e lui concluse il discorso.
- Ma non per lei.
Il resto del viaggio proseguì nel più totale silenzio, che fu interrotto solo quasi alla fine dalla musica della radio.
Per tutto il tragitto cercai di vuotare la mente, di non pensare a quello che era accaduto quel giorno ne, tanto meno, a quello che stavo facendo in quel momento.
Lui parcheggiò e io gli parlai, dopo aver riaperto gli occhi.
- Adesso facciamo velocemente. Prendiamo l'anello, torniamo a casa e tu gli rifai la proposta, okay? Tutto chiaro, Michele?
Lui mi fissò con gli occhi da cucciolo ma non mi feci intimidire.
- Non cambio idea! Hai ventuno anni, Mic! Prenditi le tue responsabilità.
- Okay, andiamo!
Gli diedi un buffetto affettuoso ma me ne penti subito perché quel contatto fisico, seppur minimo, mi fece venire i brividi.
- Sappi che non è giusto quello che stiamo facendo. -  Disse esasperato prima di scendere dall'auto.
Decisi di ignorarlo, era la scelta più saggia.

- Buon pomeriggio. - Il commesso della gioielleria ci accolse con un gran sorriso. Probabilmente era studi di aspettare gente che non sarebbe arrivata, soprattuto quel giorno. - Siete in ritardo con i regali di Natale?
- Salve.
Michele era parecchio agitato e dovetti spingerlo con delicatezza in avanti perché prendesse coraggio. - Dovrei prendere un anello di fidanzamento.
- E la sua ragazza sarebbe lei? - Continuò il venditore indicandomi.
Perfetto, in arrivo c'era l'ennesima conversazione imbarazzata della giornata. 
Evidentemente rossa in viso, presi parola io. -
No, io sono solo un'amica.
- Si, è una storia che mi raccontano spesso. - Sussurrò il commesso a Michele ma nonostante tutto lo udii lo stesso. Chissà che idea si era fatto.
Dopo avergli rivolto un occhiolino, riprese parola. - Su che genere vuole stare?
- Il più costoso che ha! - Disse esasperato Michele.
Un po' mi dispiaceva per lui ma, alla fine, si era cacciato lui in questo guaio e mi era sembrata la scelta più giusta da consigliargli.
- Mic, non ti devi basare su questo! - Sbuffai; questo matrimonio non s'ha da fare.
- Glielo vado a prendere subito. - Proferì il commesso sorridendo,  probabilmente pensando alla cifra che stava per incassare, e se ne andò.
Michy si rivolse a me con fare un po' seccato.
- Tu non la conosci. È materialista e conosce il prezzo di tutti i regali che le faccio.
- Questo si che è amore... - Ironizzai mordendomi, poi, immediatamente la lingua.
Che cosa stavo combinando?
- No, non lo é e lo sai bene anche tu!
Alzai gli occhi al cielo ma fui interrotta, pochi istanti dopo, dall'arrivo dell'uomo con una scatoletta in mano. 
- Eccolo. - Disse aprendola. - È un anello Gourmande di Dior, oro bianco.
- Lo prendo. - Disse Michele senza esitazioni e , allo stesso tempo, senza reale entusiasmo. Era tra l'esasperato e il disperato e mi dispiaceva non aiutarlo come voleva lui ma era giusto così.
- Bene, viene 27 500,00 €. - Enunciò il commesso con un sorriso beffardo e mi venne un colpo.
Michele, con nonchalance, gli diede la carta di credito e io mi voltai a guardarlo sconvolta. Erano quasi ventotto mesi del mio stipendio.
- Certo che la deve amare proprio tanto.  Commentò il commesso mentre concludeva il pagamento.
- Non sa quanto... - Ironizzò Michele e dovetti tirargli una gomitata.
Il venditore mi studiò nuovamente e dopo un po' riprese parola.
- Ho capito chi è lei.
- Ah si? - Domandai beffarda.
Ormai ero abituata alle persone che si interessavano alla mia vita assurda.
- Lei è la sorella della futura sposa.
Cercai di trattenere la risata ma non mi riuscì molto bene e anche Michy fallí.
- No.
- Ah no?
Il volto di Michele era ancora divertito della situazione e iniziò a ridere più forte quando ripresi parola e vide la faccia dell'uomo.
- Io sono la ex fidanzata.
- Della sposa?! - Chiese perplesso.
Io davvero faticavo a capire cosa avessero tutti quelli giorno. 
- No. - Dissi spazientita indicando il ragazzo alla mia destra. - Dello sposo.
Il commesso continuò, era evidente che la nostra storia suscitasse molto interesse nelle persone. 
- Ex fidanzata o ex ragazza? Perché ci sono delle differenze. Fidanza...
- Lo sappiamo anche noi che ci sono delle differenze. Rispose Michele alzando gli occhi al cielo interrompendolo, tentando di tirarmi fuori da quella situazione.
- Fidanzata. - Risposi sicura iniziando, indispettita, ad incamminarmi verso l'uscita. 
- E come mai lei sta per sposare un'altra? - Chiese a Michele che non rispose e si rivolse supplicante a me.
- Mi ha lasciata all'altare. Mi schiarii la voce. - Comunque dobbiamo proprio andare. Buon Natale anche a lei.
Presi il mio amico per un braccio e lo trascinai fuori dalla gioielleria esausta per quella conversazione assurda.

(Un)happier than everWhere stories live. Discover now