First Of Many.

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Manuel che, cellulare alla mano e "Posti belli vicino Roma" su Google, scrolla disperatamente tra le centinaia di opzioni che gli spuntano davanti agli occhi, continuando a proporgli differenti articoli sugli stessi tre posti:  Nettuno, il Pincio ...

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Manuel che, cellulare alla mano e "Posti belli vicino Roma" su Google, scrolla disperatamente tra le centinaia di opzioni che gli spuntano davanti agli occhi, continuando a proporgli differenti articoli sugli stessi tre posti: Nettuno, il Pincio e i giardini di Ninfa.

Non che non siano belli, eh.

Vorrebbe soltanto qualcosa di più speciale, personale, intimo.

Poi, l'illuminazione.

Subito dopo, la disperazione più totale, che c'avrebbe bisogno, nell'ordine:

Del permesso d'usare casa di Simone,

Casa di Simone ma senza Simone,

Casa di Simone, con Simone ma senza nessun'altro in giro,

Na faccia tosta che manco il marmo, per riuscire a organizzare tutto senza morire d'imbarazzo davanti al suo professore,

'na cosa di soldi, che non si sa mai,

e una santa, santa, santa pazienza nel pulire la piscina di casa Balestra.

Fortuna vuole che Dante e Virginia lo Adorino, e non abbiano grandi rimostranze nel lasciargli via libera, previa promessa di non combinare casini.

Eppure Simone è sempre in giro - che d'altra parte è casa sua- e non se ne fa nulla per un po', nonostante Manuel muoia dalla voglia di mettersi in opera.

L'occasione arriva due estenuanti mesi dopo, grazie ad una provvidenziale trasferta che terrà Simone, assieme a tutta la squadra di football, lontano da Roma per tre giorni interi.

Il solo svuotare, pulire e riempire la piscina richiede quasi due giorni e una fatica immane, tanto che Manuel arriva, la sera del secondo giorno, con un mal di schiena tremendo, peggiorato dalle amorevoli pacche paterne che Dante gli lascia sulle spalle ogni volta che passa a ficcare il naso.

"Potrebbe pure darmi 'na mano dato che' sta fermo a guardà"
"Manuel, io ti voglio bene, ma non ti aiuto a portarti a letto mio figlio"
"Professó, anche meno però".

Imbarazzo superato, piscina ultimata, Manuel si dedica al resto, ossia trovare qualcosa che galleggi, abbastanza grande da mantenere sù entrambi.

Non trova nulla, ovviamente, e infilare una barchetta in piscina gli sembra alquanto impossibile, per quanto bello potrebbe essere.

E quindi opta per un materassino, di quelli grandi, di quelli con lo schienale, che quasi sembrano divani gonfiabili, e si premura addirittura d'assicurarlo al bordo della piscina, che l'ultima cosa che vuole è far finire Simone in acqua. E prende un paio di coperte, che è fine maggio, ma Simone è freddoloso.

Passa le ultime ore che lo separano da Simone in uno strano limbo fatto di calma e frenesia, finché non sente il rombo del motorino farsi strada nel vialetto.

Simone è palesemente sorpreso di trovarlo lì, ancor di più quando il papà e la nonna lo salutano di fretta, biglietti alla mano per una serata a teatro, e lo lasciano solo in giardino con Manuel, che intanto lo fissa come un pesce lesso. Manuel lo sa, lo sa, che sembra un pesce lesso.

"Che ci fai tu qui?" gli chiede allora Simone, gli sorride, che Simone gli sorride sempre.

"Io", tossisce, schiarisce la gola, "che, ci verresti in un posto con me?"

Simone annuisce e basta, e allora
Manuel lo prende per mano, tirandoselo dietro con evidente trepidazione. Una volta giunti a bordo piscina, Simone lo fissa confuso, "ma che hai combinato?"

Manuel dondola sui piedi, "io- te volevo chiede n'appuntamento, ma me sembrava tutto banale, e allora ho deciso d'arrangiarmi da solo. Ce stanno pure le lucine sugli alberi, ma le accendiamo dopo che mo ce sta ancora luce e ce possiamo vede'il tramonto".

"Tu- questo, questo è un appuntamento?"

Manuel si stringe nelle spalle, gli occhioni di Simone non sono mai stati tanto grandi, "- se vuoi, sì. Il primo".

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:) lo so da me che non sta in piedi, ma facciamo finta di sì :)

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