✨Darling Dearest Love.

2K 98 13
                                    

Manuel non dovrebbe essere lì

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Manuel non dovrebbe essere lì.

Non dovrebbe essere in villa, non dovrebbe essere fuori camera di Simone, la porta non dovrebbe essere accostata il tanto che basta perché un ritaglio di stanza sia visibile.

I suoi pantaloni non dovrebbero essere così stretti.

Simone è steso a pancia in giù, sta abbracciando forte un cuscino mentre vi affonda il volto; muove i fianchi al ritmo dei gemiti che gli sfuggono dalle labbra- o forse è il contrario, è più probabile sia il contrario, ma a Manuel poco frega in quel momento.

I fianchi, le cosce tese di Simone hanno la sua completa attenzione, e Manuel non crede d'aver mai odiato ed invidiato qualcosa tanto quanto sta odiando i boxer che fasciano i glutei del più piccolo.

La pelle di Simone è arrossata e le spalle tremano, il materasso s'abbassa in continuazione come a voler sfuggire alle sue spinte e prolungarne la piacevole agonia.

Manuel vorrebbe tanto vedergli il viso- come sono gli occhi di Simone mentre è perso nel piacere? Le ciglia? Le labbra?

Probabilmente sono gonfie, pensa, rosse rosse per i morsi. Forse gli fanno anche male. Manuel potrebbe leccarle per lui, baciare via il rossore-

Simone geme più forte e lo riporta a sé , le spinte si fanno più veloci e Manuel s'incanta a fissargli la schiena, lucida di sudore e terribilmente invitante.

Si rende conto di star stringendo lo stipite della porta perché le dita gli fanno male.

Il petto gli sembra esplodere, l'aria non basta mai, la testa gli gira e i gemiti di Simone sono sempre più alti e disperati - non riesce a venire, non riesce a venire, non riesce a venire.

Amore, vieni.

Vieni per me.

Il piccolo gira il volto e Manuel ha piena visione delle sue guance, delle lacrime che le rigano.

Spalanca la porta di getto, attraversa la stanza in rapide falcate mentre Simone apre gli occhi in preda al panico e all'imbarazzo, "Manuel-"

Non parlare. Non parlare.

Il materasso si piega sotto il peso di Manuel, "vieni qua Cristo, vieni qua", i boxer quasi cedono sotto l'euforia delle sue mani che li strattonano lungo le cosce morbide; Manuel avvolge un braccio attorno al petto del più piccolo, gli bacia i capelli e gli infila due dita in bocca, e la lingua di Simone è tanto calda contro la sua pelle. Le sfila via quasi subito però, schiavo della foga, e Simone si stringe contro di lui in una richiesta muta e disperata.

"T'aiuto io, t'aiuto io, tu stai buono e basta, eh Simo'? Quanto cazzo sei bello".

E gli sembra quasi d'essere fuori dal suo stesso corpo, Simone s'aggrappa al braccio che lo stringe, affonda il viso lacrimante nel cuscino mentre le dita di Manuel scompaiono ritmicamente tra le sue natiche e il suo profumo si mescola ai gemiti che riempiono l'aria.

Sembra così piccolo tra le sue braccia, così reattivo ad ogni gesto, così dolce contro la sua bocca quando si china a baciargli la base del collo, "Simone, Simone, dimmi che vuoi".

Simone non riesce quasi a rispondere, non riesce neanche a spiegarsi come si sia ritrovato stretto tra quelle braccia tanto agognate e sull'orlo d'un orgasmo da quelle procurato, perfino respirare risulta uno sforzo e quasi non ci vede dalle lacrime e dal piacere.

Manuel gli morde il collo, tira via le dita per schiaffeggiargli una natica prima d'affondarle nuovamente in lui e Simone urla, lo morde a sua volta e singhiozza sulla sua pelle.

"Tuo- tuo".

E l'erezione tra le gambe di Manuel pulsa con più forza, "mio? Vuoi essere mio? Ti devo scopare Simone?"

"Manu ti prego".

E Manuel non ha freni, non ce li ha, ma a Simone va bene così. Neanche si gira, alza i fianchi e geme forte quando Manuel li afferra con entrambe le mani e affonda in lui con un'unica spinta, secca e decisa, seguita da un'altra e un'altra ancora.

Tira sù Simone stringendogli i capelli e continua a spingere, l'afferra per il collo e gli bacia il lobo, "devi sentirmi su fino alla gola Simo', fino a qua, quanto cazzo se stretto mi stai facendo impazzi'- Cristo".

E Simone viene, s'abbandona contro il suo petto e lo stringe così forte che Manuel viene assieme a lui.

E crollano entrambi, sfatti e affannati, e Manuel stringe forte Simone contro il petto, gli bacia il naso, la fronte, le guance, finché Simone non apre gli occhi e Manuel ci affoga dentro per quanto sono lucidi e grandi.

"T'ho fatto male?"

Simone scuote il capo, le guance rosse rosse ricordano a Manuel due arance, i ricciolini sudati gli decorano la fronte e le spalle s'alzano assieme ad ogni respiro.

Manuel non riesce a smettere di guardarlo. Si chiede come ha fatto a guardarlo per tutto quel tempo senza vederlo.

Sfiora uno zigomo con una delle nocche, Simone socchiude gli occhi e si sporge verso le sue mani come un gatto in cerca di coccole e la sua voce è nulla più di un sussurro.

"Adesso vai via di nuovo?"

Non me ne vado mai più, non me ne sono mai andato, il cuore mio è stato sempre qua, affianco al tuo, nel petto tuo.

Le braccia di Manuel lo stringono forte, gli porta indietro i riccioletti con delicatezza per scoprirgli la fronte e lasciarvici un bacio.

Simone è debolissimo nella sua stretta, si vede ch'è stanco e Manuel desidera così tanto cullarlo, stringerlo mentre dorme, proteggergli i sogni.

"Non ti lascio mai più."

----
Ormai l'abbiamo capito tutti che i titoli li scelgo alla cazzo di cane.

Headcanons- Where stories live. Discover now