151. Soft.

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Si precipita a casa appena può, che purtroppo non può abbandonare la classe anche se tanto vorrebbe, e arriva in camera da letto che si sente un pellegrino appena entrato in chiesa, sopraffatto dall'immensità che gli gonfia il petto

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Si precipita a casa appena può, che purtroppo non può abbandonare la classe anche se tanto vorrebbe, e arriva in camera da letto che si sente un pellegrino appena entrato in chiesa, sopraffatto dall'immensità che gli gonfia il petto.

Simone s'è addormentato nel mentre che l'attendeva, ancora avvolto dal corsetto con biancheria  abbinata e - Manuel non può proprio evitarsi di sorridere a quel dettaglio- un paio di calzini color panna, di quelli pelosi, che Simone ha sempre freddo, e forse aveva intenzione di toglierli al suo arrivo, ma s'è addormentato prima.

Ed è bellissimo, con le labbra schiuse e rosse attorno ai suoi sospiri dolci, quei fianchi tanto morbidi lasciati al suo guardare.

Manuel teme d' impazzire da quanto lo desidera, , ma Simone è pacifico e sereno, così tanto che non ha il cuore di svegliarlo.

E s'avvicina allora, piano, e si preoccupa d'allentare un po' i lacci del corpetto c'hanno già segnato quella pelle candida.

E nel torpore del sonno, forse disturbato dal suo incessante sfiorare, Simone si volge verso di lui con le ciglia che di poco si sollevano, e gli sorride stanco.

"Amore. Sei tornato".

Amore.

Fa così strano.

È così bello.

Manuel gli bacia una spalla nuda, combatte la commozione ch'ha preso possesso d'ogni sua fibra e gl'accarezza una coscia, se lo tira contro, stendendosi accanto a lui.

"Adesso dormiamo un po', mh? Così dopo facciamo l'amore".

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