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La ragazza, Claudia, se ne accorge poco dopo l'arrivo dei secondi in tavola.
Gli molla un ceffone di quelli buoni e a quel punto anche l'accompagnatore di Simone se ne accorge e ne approfitta per menarlo, anche perché Manuel gli è sempre stato sui coglioni.
Simone prende le difese di Manuel, perché Simone prende sempre le difese di Manuel, e alla fine si ritrovano tutti lividi e insanguinati a casa di Manuel, che intanto ha deciso di chiudersi nel mutismo.
Continua a starsene in silenzio anche quando prende Simone per il polso e lo guida in bagno per disinfettare il naso e il labbro - lui stesso perde sangue dal naso e ha un sopracciglio tagliato, ma ci penserà dopo".
Simone è triste. Si vede. È palese.
È la tristezza disarmante negli occhi di Simone che alla fine lo spinge a vomitare fuori il groviglio di pensieri e sentimenti che s'è tenuto nel petto fino a quel momento, per concludere con un mesto "mi dispiace tanto. Tantissimo."
E ancora, " Io non- io non lo sapevo che voleva dire quello che c'ho in petto quando ti vedo. E poi l'ho capito ma non ho capito mica tutto, che stasera ho fatto un casino invece di parlarti e basta. Non ce la faccio proprio a non avere paura quando ce stai tu, Simo', e me dispiace così tanto, che ti fai sempre male pe'colpa mia".
È Simone che va al punto, che sente d'impazzire, che gli pare d'essere sul punto di schizzare fuori dal suo stesso corpo, che "hai paura perché siamo- perché io sono un ragazzo?"
"Io pensavo de sì, ma invece no. Io c'ho paura di quello che sento. È così forte Simò, non hai idea, me sento così piccolo quando stai davanti a me".
"E se ti prendo la mano, c'hai ancora paura? Ho paura anche io Manu, è tutto nuovo pure per me."
"Forse allora- forse insieme fa meno paura. Ce voi prova'? Con me?"
