Oral Fixation

1.5K 105 31
                                    

"Ma vieni da me, studiamo assieme";

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

"Ma vieni da me, studiamo assieme";

"Ti aiuto io a concentrarti, dai";

"Devo scriverla anche io la tesi, ci mettiamo in veranda, così possiamo fumare".

Grazie al cazzo.

Anzi. Manco quello.

Ora, Manuel è ben consapevole d'un bel po' di cose, molte delle quali riguardano Simone, alcune invece che riguardano sé stesso:

Lo sa, che a Simone piace studiare in giardino. Sa che preferisce l'unica sedia che dondola, così da poter scaricare la sua iperattività senza distrarsi dai libri. Sa, anche, che Simone ha bisogno di muovere sempre, sempre, sempre le mani. E che quando le mani stringono qualcosa e lui è molto concentrato, questo qualcosa finisce sempre, sempre, con l'essere condotto alle sue labbra.

Per farla breve, Manuel in quella mattinata poco e niente ha concluso, se non l'arrivare alla realizzazione che non riuscirà mai più a guardare un'evidenziatore azzurro allo stesso modo, e che i pantaloni che ha addosso - disastrosamente chiari- adesso gli vanno stretti.

Che non è normale dedicarsi con così tanta devozione ad un pezzetto di plastica.

Non è nemmeno normale dedicarsi con così tanta devozione alla bocca che al pezzo di plastica sta prestando attenzione.

Certo, è facile, anzi facilissimo e terribilmente invitante, lasciarsi libero d'immaginare altro, stretto tra quelle labbra.

E Manuel, paradossalmente, è più tentato d'immaginare le sue dita che il suo compare del piano di sotto, a scomparire in quella bocca lucida- sarebbe così facile, afferrare il mento di Simone, spingere indice e medio sul piatto della sua lingua morbida fino a che gli anelli che porta non pressino contro le labbra rosse, tirarle fuori soltanto per spingerle nuovamente, più a fondo, sempre più affondo- Una fitta al basso ventre lo ridesta.

Simone, il bastardo, ha abbandonato l'evidenziatore per dedicarsi al polpastrello del proprio pollice, ora stretto tra i denti.

Sono un paio d'anni, ormai, che ha bisogno degli occhiali quando legge.

A lui non piacciono; Manuel, invece si sente d'impazzire quando li porta, non fanno che mettergli in risalto gli occhi.

S'aggiusta i pantaloni il più discretamente possibile, il collo è ormai sudato ma la colpa non è del sole, e un lamento gli sfugge fino ad arrivare alle orecchie di Simone che si volge allora verso di lui, il pollice ancora stretto tra i denti, "Mh?"

E dillo chiaro chiaro che mi vuoi ammazzare, me sparo n'colpo, famo prima e soffro di meno.

"Che c'hai Manu? Stai ancora sulla stessa pagina"

Eh

Che c'ha Manu.

Te vole scopa' sui libri d'a rivoluzione russa, ecco che c'ha Manu.

"Niente Simo' che c'ho. Fa caldo oggi, vorrei sta a mare", oppure nel letto tuo, co te nudo che m'aspetti, "te no?"

Simone arriccia le sopracciglia e il naso, tira sù gli occhi verso il cielo, che gli risponde col più brillante degli azzurri, "è davvero una bella giornata", dice.

Porta nuovamente gli occhi sui libri e poi guarda Manuel, le labbra a formare quella smofietta che ha sempre quando progetta qualcosa.

"Al mare non ci possiamo andare, che altrimenti perdiamo tutta la giornata. Ma - " sottolinea alzando l'indice, "posso prestarti un costume, la piscina è vuota ma la pompa del giardino funziona".

Ora,

Manuel c'ha ventitré anni, una cotta immane per il suo migliore amico e un'erezione enorme nei pantaloni.

La risposta più logica sarebbe, quindi, rifiutare.

"Sì, dai".

Peccato che lui abbia davvero tanta voglia di Simone- di vederlo in costume, ecco.

E poi fa caldo.

E magari un po' d'acqua fredda l'aiuta pure.

Headcanons- Where stories live. Discover now