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"Ma quanto casino fai tu, mh? Cristo n'te sai proprio controlla'"
Le braccia di Manuel tremano sotto il peso del proprio corpo, ricurvo su quello di Simone che intanto trema per ben altre ragioni.
Il volto del piccolo è rigato da lacrime dolcissime che Manuel non esita a leccar via, la bocca è spalancata, le guance rosse rosse.
Il richiamo di Manuel, grondante adorazione mal vestita di scherno, nulla può contro il suo gemere incontrollato e rumoroso quasi quanto il cigolare del letto, la testata che ritmicamente batte contro il muro.
"Manu, Manuel, più forte- più forte ti prego".
Manuel ride, i fianchi impegnati in affondi decisi che rubano il respiro ai polmoni del piccolo.
S'avvicina ancora di più, l'ingloba completamente tra le sue braccia e le cosce di Simone tremano sulle sue spalle; il ventre del piccolo si tende per quanto Manuel è radicato nel suo corpo, la sola vista porta manuel quasi ad impazzire.
E resta lì, Simone tra le sue braccia che trema e si contorce, e piano fa correre la punta del naso dalla base del collo fino all'orecchio del più piccolo, mordendo piano il lobo, "più forte amore? Mh? Che c'è, non ti basta così? Ti devo fa' male, ti devo fa' urla'?"
E Simone annuisce e Manuel gli lascia uno schiaffo sulla coscia, s'allunga verso il cuscino dove la camicia che precedentemente indossava riposa, "apri 'sta bocca allora, ché se cominci a urla' facciamo capire a tutti che piccola e dolce puttanella sei".
