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Simone ha messo i brillantini colorati attorno agli occhi e non smette di sorridere da quando sono arrivati, ha comprato un braccialetto che ha messo al polso e s'è fatto disegnare le braccia da una coppia di ragazze incontrate tra la folla.
La musica è forte, il ritmo è travolgente tanto quanto l'allegria che corre sulla strada accanto a loro, attorno a loro, e che si rispecchia negli occhi grandi di Simone.
Distrattamente, Manuel si chiede se non gli faranno male le guance a fine giornata, per quanto sta sorridendo.
E lui stesso si sente felice, forse un po' spaesato, ma è felice, è - fiero.
Di sé stesso, di Simone, della strada percorsa.
E il suo rimuginare viene interrotto soltanto quando i suoi occhi s'incontrano con qualcosa che sicuramente gli svuoterà il portafogli ma che deve assolutamente comprare al più piccolo.
E la reazione che riceve è impagabile, quel misto di felicità e imbarazzo che sempre contraddistingue Simone, che l'abbraccia di slancio costringendolo a indietreggiare.
È un'orsetto di peluche, con due ali arcobaleno e una magliettina bianca con su scritto "love is love".
Simone l'infila nello zaino, con la testa che spunta dalla cerniera, e poi gli prende la mano.
Quella sera, l'orsetto trova posto tra i cuscini di Simone, affianco a Simone stesso, che ha ancora i brillantini attorno agli occhi e un po' di matita sciolta, il naso rosso di sole e la stanchezza che gli appesantisce le braccia.
