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Simone probabilmente avrebbe dovuto aspettarsela la chiamata, ma si ritrova lo stesso a fissare lo schermo illuminato del telefono per un paio di secondi prima di convincersi a rispondere.
Accosta il telefono all'orecchio senza dire nulla, ma la voce di Manuel lo raggiunge immediatamente ed è abbastanza per fargli capire che sta sorridendo.
Simone, di contro, arrossisce di botto, il labbro stretto tra i denti.
"Amore, secondo te adesso io m'accontento de na foto sola?"
"Io-" non sa davvero cosa rispondere, e Manuel dall'altro capo del telefono ride piano, "tu ti sei ficcato in una cosa che non sai gesti', eh?"
"... Sì".
Guarda in basso, le lenzuola gli avvolgono le cosce pallide e Simone fa correre le dita sulla stoffa morbida. Manuel sospira contro il suo orecchio attraverso il telefono, Simone vorrebbe tanto sentirlo contro la pelle.
" Sei solo a casa amore? "
" Sì", di nuovo.
"Ma la porta della tua stanza la chiudiamo a chiave lo stesso, sì? Vacci n'attimo e torna sul letto. Te lo dico io che devi fare, mh? Ti spogli piano piano e mi fai vedere quanto sei bello".
"E- e tu?"
"Io ti guardo Simo', hai fatto?"
"Ho chiuso, sono- sono sul letto".
"Bravo amore. Adesso metti sù il vivavoce e mandami na foto di quella bella boccuccia che tieni. Aperta Simo', voglio vedere la lingua".
Il telefono suona e Manuel geme forte, le labbra di Simone sono rosse e spalancate, lucide di saliva, "Cristo"
"Va- va bene?"
"Va benissimo amore, sei stupendo, sei stupendo- che cazzo ti farei. Le cosce Simò, fammi vede' le cosce- Dio, ce stanno ancora i segni dei morsi miei".
"Manu!"
"Vuoi venire amore? Sì?"
"Ti-ti prego"
"E invece no. Non t'azzardare a toccarti Simò, sto venendo da te- se n'te trovo fermo e buono sul letto giuro te faccio piagne".
