Bruised Knuckles, Bruised Hearts.

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Tw:sangue

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Tw:sangue.

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Il vento gli sferza il volto, s'è scordato il casco, non sa quanti semafori ha ignorato, quanti incroci ha passato senza controllore.

Segue il navigatore viaggiando ben oltre il limite e una volta arrivato la moto neanche la spegne, la lascia cadere a terra senza cura mentre si guarda attorno col cuore che pare volere uscire dal petto e lo stomaco aggrovigliato.

"Simone!"

"Simone sto qua! Simone! "

Urla così forte che la gola gli fa male ma Simone non risponde, non si vede da nessuna parte e Manuel è sull'orlo di scoppiare in un pianto disperato, finché un dettaglio non cattura la sua attenzione e Manuel corre, affonda le ginocchia nel terreno affianco al corpo esanime di Simone.

Per un unico, terrificante attimo, crede che abbia smesso di respirare.

Però Simone socchiude gli occhi pieni di lacrime, sembra quasi non vederlo però, e Manuel non può, in alcun modo, riportarlo a casa.

Ha paura di spostarlo.

Ha paura di toccarlo, per quanto odi il pensiero delle mani di qualcun'altro su di lui.

Allora si china, gli stringe le mani, gli bacia la fronte- sta piangendo, non lo sa da quanto.

"Sto qua amore, sto qua, resta con me non chiudere gli occhi ti prego, adesso- adesso ci penso io mh? Ci penso io a te" tira sù forte col naso, tampona col bordo della maglia il labbro tumefatto di Simone e chiama un'ambulanza.

Lo perde il tempo che passa, finché, di nuovo, gli sportelli bianchi si chiudono e portano via Simone.

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Stava seguendo l'ambulanza.

Eppure, la porta che si apre rivela il volto di Mattia, e Manuel gli si avvenuta contro con talmente tanta furia in corpo da non capirci nulla.

Mattia urla, Manuel lo sbatte contro il muro con forza, si cura che la testa batta contro la parete, e lì inizia a picchiarlo.

Un cazzotto nell stomaco che lo fa piegare in due dà modo a Manuel d'avere una presa salda sui suoi capelli. Gli spinge il volto contro il ginocchio, che contemporaneamente tira sù con violenza, più e più volte, un rumore disgustoso gli riempie le orecchie, il volto di Mattia è ricoperto di sangue.

Manuel è sicuro d'avergli rotto il naso, forse uno zigomo. Il labbro è spaccato - come quello di Simone- e Mattia sputa sangue, forse Manuel gli ha fatto saltare un dente.

Sta piangendo.

Manuel trema. Gli tremano le mani.
Mattia s'accascia a terra e Manuel vorrebbe continuare, ancora e ancora. Manuel vorrebbe ucciderlo.

S'inginocchia affianco a lui, gli alza il volto tirandogli i capelli e gli stringe la mascella tra le dita, non riesce a trattenersi e gli sputa addosso.

La saliva si mischia col sangue, e Manuel si pente, ché anche quella associazione superficiale e fittizia gli rivolta lo stomaco.

Parla, e non riconosce la sua stessa voce.

"Ringrazia che non t'ammazzo. Ma se ti rivedo affianco a Simone la testa te la spacco, hai capito?! Di'qualcosa a qualcuno e ti uccido. Guarda, tocca, pensa a Simone, e giuro su tutto quello che ho di più caro che ti trovo, dovunque stai, e t'ammazzo con le mani mie. E ti faccio male. Ti faccio così male che alla fine me preghi tu d'ammazzarti."

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Simone viene dimesso dopo due mesi.

Due.

Non ha detto a Manuel cosa è successo, non riesce a parlarne senza iniziare a piangere.

Manuel non gli è mai stato tanto vicino.

Lo riportano a casa che Manuel ha le lacrime agli occhi, e Simone ancora un po' zoppica, ed è Manuel alla fine a portarlo su per le scale, caricandoselo in braccio.

"Non puoi portarmi in braccio ovunque".

"Fermami".

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